Massimo,
Ma mica stiamo litigando ! Ci scambiamo amichevolmente opinioni. Certo che con un bicchiere in mano e di fronte ad un bel panorama sarebbe più piacevole... ma abbiamo davanti schermo e tastiere e utilizziamo al meglio quello che ci è dato...
E poi chi si permetterebbe mai di tirare sassi con tanti telescopi in giro...?!?! ;—)
Folded: la serena risposta è no. Si può ottenere un buon risultato, forse anche molto buono. Ma "indistinguibile" assolutamente no. Dritto è un sistema puro a rifrazione. Piegato è un sistema misto. E, quand'anche prevedessi 2 specchi lambda/10 con rivestimento dielettrico al 99% di trasmissione e li collimassi immacolatamente (collimazione non evidenteda mantenere), la differenza si vedrebbe. O, per lo meno, *io* la vedrei.
Vedi, tendo a farmi copie di backup di tutti i miei CD e quando viaggio, mi porto dietro questo HD da (oggi) 500Gb. Bene, quando tre anni fa cominciai a fare questo, senza starmi tanto a spremere le meningi o seguire mode, marketing e cavoli vari, ho preso un pezzo di musica (On the Dunes, "Kamakiriad, Donald Fagen, 1993), l'ho copiato come AIFF, AAC, MP3 (320, 256, 192, 160, 128, etc ), mi sono girato e ho chiesto ad un amico di mandarmeli in cuffia random ascoltando i primi 20 secondi. Cinque minuti dopo i brani erano organizzati in ordine crescente, con l'AIFF in testa, l'AAC secondo ed i vari MP3 scalati magicamente... Preso atto di questo, *io* mi copio i CD su HD come AIFF (ossia in formato originale il che, in più, mi fa da back-up ogni volta [rara, ma accade] che un CD decide di smettere di funzionare). L'AIFF prende più spazio e quindi costa di pìù farmi il back-up digitale? Amen. Io la differenza la sento e quindi mi comporto di conseguenza. Il mercato crea centinaia di milioni di persone per cui lo standard musicale del XXI secolo è l'MP3 @ 128kb? Che se la godano, che vuoi che ti dica ! Devo per questo io fare lo stesso ? Non credo proprio.
Il fatto che la tendenza della società occidentale sia volta a massificare i gusti verso il basso per creare una solida base di consumatori squisitamente uniformi, mentalmente pigri, epistemologicamente ignari, gnoseologicamente ingenui e — a modo loro — esistenzialmente contenti non deve significare che ci dobbiamo tutti sentire in dovere di metterci in fila indiana per entrare nel black hole dell'omologazione acritica illuminandoci il volto del sorriso ebete di chi "sa" di aver fatto la scelta "giusta" dato che tale scelta è condivisa da tutti...
E se noi stiamo qui a scambiarci queste idee — e penso anche alla tua topic sulla qualità — abbiamo il dovere di farli questi distinguo. E di tenerli ben presenti. Perché, oltre che far parte della storia del pensiero, sono fondamento della nostra Cultura (quella con la C maiuscola, appunto).
E — vorrei che questo fosse molto ma molto ma molto chiaro, prima che a qualcuno possa balenare l'infelice idea di cominciare a mettere sul tavolo argomenti populisti da quattro soldi — non sto affatto facendo un discorso elitario da idiota col nasino all'insù.
Se l'unica cosa che c'è in giro è un Newton 114/900 e io devo osservare in quel momento (oppure ho in tasca solo il necessario per un 114/900), me lo accatto di corsa e passo tutto il mio tempo ad usarlo: è economico e va degnamente (considerando come è fatto) e, soprattutto, è l'unica cosa che ho sotto mano e/o posso permettermi in quel momento. Ringrazio quindi sia il Cielo che me l'ha fatto trovare, sia la tecnologia Nipponica prima e Cinese poi che me l'hanno messo a disposizione.
Ma se questo deve farmi perdere il gusto per un'ottica raffinatissima come, per esempio, lo Stowaway — dove Christen accettò la sfida di uno strumento che per mantenere l'apocromaticita a f/4.9 non solo richiedeva della pura fluorite (e non l'FPL-53) ma inoltre doveva avere due superfici asferizzate a mano (da lui) — , se deve impedirmi di vedere ed apprezzare la differenza per il tipo di immagini che forma, e se deve impedirmi di vedere che la differenza di prezzo di 60 volte (quotazione 2nd hand) è stra-ampiamente giustificata perché da un lato c'è una macchina che prende una lastra di vetro da finestra di forma sferica e gli dà una sbozzata a lambda/2 (quando va bene), mentre dall'altra ci sono vetri rari, uniti all'ingegno, alle mani ed al tempo di uno degli ottici più raffinati degli ultimi quattro secoli, beh, che sia stramaledetto il 114/900 e tutto quello che rappresenta !
Insomma, per farla breve, ché sennò mi lancio in un romanzo, in questo — come in tutti i campi — il fatto che si decida (per le ragioni più varie) che le differenze possano essere (in quel momento, per quell'uso, in quell'insieme di circostanze, etc.) funzionalmente obliterate, non autorizza affatto a dichiararle ontologicamente inesistenti. Pena l'obliterazione di una parte (importante) di noi stessi. Quella che ci dice, tra l'altro, che non siamo un gregge di pecore, e che il minimo comune multiplo non costituisce limite superiore allo Spirito Umano.
Trasponendo questo ai nostri strumenti, molti si ricorderanno come alla Unitron, per fronteggiare l'avanzata del C5/C8, qualcuno ebbe la geniale idea di commercializzare rifrattori piegati da 3" e 4" f/15 (come se le genti fossero improvvisamente diventate incapaci di gestire un tubo da un metro e dieci...!). Questi strumenti girarono il mondo come la mossa vincente che avrebbe permesso di rivaleggiare con gli SCT. Che successe? Chi vedeva la differenza continuava a preferire un rifrattore "puro" (non lo dico io, il rifrattore dritto si chiama così...), e chi non la vedeva... prendeva gli SCT che comunque erano più corti... Morale della favola, la Unitron fece meno di 200 di quegli strumenti e chiuse bottega perché, passata la curiosità, non accontentava nessuno. Chi fa rifrattori puri sta ancora là. Non sarà diventato multimilionario come Mr. Meade, ma fa strumenti che sopravvivono al passare delle generazioni e aumentano di valore di anno in anno e che, man mano che i cambiamenti climatici si faranno sentire, rischiano di essere di gran lunga più utilizzati dei loro cugini a specchio.
In conclusione, come ti ricorderai, i test dei rifrattori li abbiamo fatti senza usare il diagonale. Non perché non avessimo una serie di diagonali disponibili (Astro-Phisics, lambda/10, dielettrico 99%), o perché volevamo stoltamente mettere a dura prova la nostra cervicale, ma perché la differenza "c'è". Il diagonale, per quanto buono sia, è uno specchio messo lì in mezzo: non scompare per virtù divina. Nel caso del folded, di specchi ce ne sono due. Se poi ci aggiungi il diagonale diventano tre. L'onda si modifica, si sporca e s'indebolisce. E questo si vede.
Passami la metafora acustica: scegli te il materiale, progetta te l'ambiente, fai tutto quello che vuoi. Poi fai rimbalzare il suono dei diffusori di un impianto Hi-Fi degno di questo nome. E vienimi a dire che il suono che arriva alle tue orecchie è lo stesso di quando ti ci siedi davanti...
Se hai un buon rifrattore, fai la prova. E se non vedi niente, fai come me che non mi sono accontentato gridando al miracolo, ma ho cercato per un quarto d'ora di trovare il residuo cromatico di uno straordinario rifrattore f/20. Vedrai, la differenza c'è.
Poi, se mi dici, o folded o non si riesce a costruire, amen, che sia folded. Ma non è questo il mio caso. Non sto in cima ai Pirenei e posso ben permettermi di vedere un tubo svilupparsi per quattro metri lasciando alla rifrazione la piena libertà di plasmare la luce per formare le immagini con la purezza che — grazie a Dio — ho imparato ad apprezzare.
Massimiliano
PS/ Il libro che chiedevi è "Star testing astronomical telescopes", H. R. Suiter (
http://www.willbell.com/tm/tm5.htm)