Ci avevo pensato anche io, ma secondo me i problemi sono legati all'ottenimento di manufatti con precisioni caratteristiche degli specchi parabolici "convenzionali", ovvero:
il profilo perfettamente parabolico ce l'hai per un liquido newtoniano a viscosità costante, contenuto da pareti perfettamente liscie e che girano con una velocità angolare costante: già cominciano i problemi. Infatti per una resina, ammesso che abbia un comportamento newtoniano, la viscosità aumenta col grado di reticolazione, ovvero con il tempo visto che la solidificazione chiaramente non è istantanea. A questo vanno aggiunti i ritiri differenziati, dovuti al trasferimento di calore non omogeneo (per cause di forza maggiore

) che crea alla fine della reticolazione delle deformazioni macroscopiche. Otterresti quindi un profilo più o meno parabolico, comunque mai come quello che avevi finchè la resina era liquida.
Invece partendo da un "pezzo" già solidificato (o reticolato nel caso di una resina termoindurente) puoi ottenere la precisione che vuoi, ammesso che tu abbia a disposizione gli utensili appropriati.
Nel caso dello specchio citato da fede, credo che la superficie venga mantenuta in fase liquida, oppure la sua solidificazione richiederebbe un controllo maniacale sul trasferimento di calore, che si traduce in costi enormi.