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MessaggioInviato: lunedì 2 luglio 2007, 13:00 
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Un "tubone" in "nanotubi"? :D

Donato.


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MessaggioInviato: lunedì 2 luglio 2007, 13:54 
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doduz ha scritto:
Un "tubone" in "nanotubi"? :D

Donato.


a un costo stimato di 18000 euro ci stiamo, in tal caso lo spessore puo' scendere tra i 0,5 e 0,7 mm :roll:

_________________
non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: martedì 3 luglio 2007, 0:36 
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Iscritto il: martedì 19 giugno 2007, 9:03
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Paolo (e tutti/e in generale, moderatori inclusi),


Sarò forse un po' lungo, ma spero di essere chiaro.

Vorrei innanzitutto che fosse molto chiaro che io non ho cercato o iniziato questa discussione. Come chiunque può verificare, ho dato vita a questo topic come mero preannuncio di un test planetario tra apocromatici e rifrattori acromatici a lungo fuoco, chiedendo se qualcuno avesse già avuto modo di vedere il nuovo Superplanetary di Astronatura, nato sulla scia dei lunghi scambi intercorsi con Attilio Bogi relativamente alla strumentazione del mio personalissimo osservatorio.

Non sono stato quindi io ad arrivare a scena aperta a criticare, in maniera per lo meno inopportuna e non sempre simpatica, le mie scelte strumentali.

Di queste esternazioni assolutamente gratuite e fors'anche fuori luogo — sia detto per inciso — abbiamo riso tra amici non più tardi di ieri sera a cena dove, i maschietti rimembravano esperienze da bagni scolastici liceali (..."quello ce l'ha più lungo, ma io ce l'ho più grosso" et similia...) mentre una fanciulla (sessuologa di professione) ricordava "sic et simpliciter" i sintomi dell'SPS (meglio nota come Sindrome da Spogliatoio o Sindrome del Pene Piccolo)...

Adesso, senza ovviamente voler portare avanti illazioni anatomiche — e voler quindi offendere nessuno, Dio me ne guardi — trovo però che tali letture esterne, fatte da profani del campo, siano molto rivelatrici del rapporto che alcuni astrofili hanno con gli strumenti (astronomici, ci mancherebbe) propri ed altrui...


Mi si dia atto che, nelle discussioni occorse da quando le mie scelte strumental sono state dileggiate e criticate, non ho fatto altro — e, mi si consenta, viste le condizioni l'ho fatto nella maniera più corretta e pacata possibile — che:
a) spiegare perché ho deciso di fare le scelte che ho fatto e
b) ricordare che "non è sagace" utilizzare strumenti di una determinata categoria come metro per strumenti di un'altra (a meno di non decidere che le differenze di qualità siano definitivamente scomparse da questo pianeta e quindi che, da ora in avanti, si possa piamente misurare ogni cosa nei soli termini di lunghezza, larghezza, profondità, peso, etc.)

Ripeto: non sono io ad essere entrato nel forum dei vari C14, M12, C11 o diosolosaccheccosa a dire ai vari orgogliosi possessori che i loro specchi sono buoni al più come strumenti da barba mattutina o depilazione serale. Non me ne importa assolutamente nulla. Tanto è vero che ho risposto a Sergio che, se era contento del suo C14, che lo usasse (come ovviamente fa) e se ne stesse felice.

Quello che mi intriga però — e mi si permetta di farlo notare — è come i vari "felici" possessori di tali miracoli dell'ottica (miracoli che rendono un C8, con i suoi 203mm di diametro, oltre che molto più comodo da usare e molto meno caro, ovviamente superiore a tutti i vari rifrattori 150 f/15 di cui sono pieni gli osservatori professionali, e non solo) si sentano autorizzati ad intervenire in maniera squisitamente off-topic quando qualcuno fa scelte altre che le loro. Il meno che viene da pensare è che questa presunta felicità non sia proprio tale e che, dietro ai vessilli di battaglia sventolati a pieni polmoni, tali miracoli dell'ottica non diano proprio tutte le squisite soddisfazioni che i vari depliant commerciali promettevano ai loro utilizzatori (...e qui ritorna subdolo lo spettro delle misurazioni liceali...).


Ecco, io non entro nei forum su catadiottrici et similia perché, come dicevo, non me ne importa nulla. E non me ne importa nulla proprio perché, pur non nascondendomi i costi ed i sacrifici che hanno comportato e comportano, sono felice e soddisfatto delle scelte che ho fatto.

Non so più in quale dialetto antico devo ripeterlo: gli strumenti a specchio di cui stiamo parlando li ho avuti ed usati per anni. Dopo il primo rifrattore da 60mm in tenera età, non ho usato altro che specchi (Newton, Cassegrain, Maksutov Gregory, Maksutov Rumak, Mak-Newton, Schmidt-Cassegrain e via dicendo) fino a dieci anni fa quando, diventato amico di una persona della Takahashi, ebbi la possibilità (e la gioia) di utilizzare *tutta* quella squisita produzione nipponica (inclusi i Mewlon a lambda/20, s'il vous plaît). E, così facendo, di aprirmi gli occhi — non solo sui libri d'ottica, ma direttamente sul campo — ed affinarmi il palato. Da lì ad AP (ed altri ancora) il passo è stato breve.

Quindi, ripeto, questi sono tutti strumenti che conosco come le mie tasche, e le scelte che ho fatto le ho fatte selezionando, scartando, scremando passo dopo passo, di prima mano, con i miei occhi, in anni ed anni. E, ribadisco, sono felice e soddisfatto delle mie scelte. Come dicevo qualche giorno fa, non stiamo parlando dell'araba fenice: uno SCT si compra sotto casa in cinque minuti. Di nuovo, diciamocelo onestamente: ma a me (e ad altri) ma chi glielo farebbe fare a complicarsi così la vita quando c'è la "dream machine" bella e pronta sotto casa? Se la "dream machine" ce l'ho avuta (avute), l'ho usata (usate) e poi l'ho dismessa (dismesse), qualche ragione ce l'avrò pure no?!

La ragione è che *c'è* differenza. Una differenza che io (ma non solo io) vedo ed apprezzo. Una differenza che per me — *per me* — valeva i soldi, il tempo, i sacrifici, le difficoltà etc. Per altri no?! Amen, che problema c'è...?!?! Però venirmi a dire, per tentare di mettersi l'anima in pace vis-à-vis una forse latente insoddisfazione, che quelle differenze non esistono... beh, Oddio, ognuno è libero di raccontarsela come preferisce per andare a letto contento la sera... Vogliamo favorire la pace serale? E sia: le differenze non esistono! Anzi, no, diciamola tutta: ho buttato per un decennio tempo e denaro perché non avevo di meglio da fare e temevo che, rientrando in un negozio Celestron (o chi per esso), le telecamere della sorveglianza mi avrebbero sbugiardato per sempre di fronte al Gran Consiglio Apocromatico...

Ohhh! Contenti così? E sia!

Bene! Chiarito questo, e con buona pace di quanti si sentono ora soddisfatti e felici, io purtroppo continuerò a vivere beato (o forse, penserà qualcuno, beota) in una dimensione spaziotemporale alterata in cui per 10 — dieci — anni, il mio amato C9.25 (lambda/8, star test da paura, image-shift praticamente nullo, e collimazione testata ogni volta, ancorché il pupo sia stabilissimo nella suddetta) non è mai — *mai* —, né in visuale né in CCD, stato superiore all'AP155 accanto a cui era montato. E questo, sempre in tale dimensione alterata, va di pari passo con l'esperienza pluriennale side-by-side del C14 (lambda/4) accanto all'AP180. Parlo di osservazione planetaria, ovviamente. Nonostante mi pare rilevare che l'ultimo decennio abbia portato ad una discreta diffusione delle lenti anche nella ripresa del profondo cielo. Sempre in questa dimensione spaziotemporale alterata, ovviamente.


Sì, le lenti. Perché il punto è tutto qua. A volte mi chiedo quanto si rifletta sulla profonda differenza fisica tra rifrazione e riflessione che, unita alla precisione ottica e ad alcune differenze strutturali (non ultima la ferale ostruzione), fa sì che (come è stato giustamente ricordato) tra rifrattori e riflettori le immagini siano profondamente diverse, perché fondamentalmente diverso è il rispettivo trattamento dell'onda luminosa; come diverso è il comportamento di tali strumenti davanti alla turbolenza atmosferica (per quanto minima essa possa essere).

Comportamento che — perdonami di dissentire Paolo; ma, comprendimi, parlo da una dimensione spaziotemporale alterata — rende per lo meno illusoria la differenza "teorica" tra le risoluzioni dei due strumenti in questione (0,35" per il C14 vs. 0,6" per il leviatano da 203mm). Questo per tacer di una scollimazione latente, di un minor contrasto insito, dei problemi termici, della summenzionata ostruzione, etc. Ma, per fair play, mi armo di buona volontà e, di seguito, ti correggo per quanto possibile tutti questi problemi.

La collimazione la facciamo perfetta. Perfetta e immutabile. Punto. E' un asintoto ma diamolo per buono. Bene. Ora facciamo andare a temperatura il C14 per tre-quattro ore. Ma, come sai bene, ci sono molte sere in cui la temperatura varia più rapidamente di quanto quello strumento riesca ad acclimatarsi e, quindi, ci sono molte sere in cui, per la notte intera, il C14 sarà fuori temperatura. Lascio quindi ai più volenterosi la ricerca sul cosa succeda della correzione ottica quando c'è un diffrenza di un solo grado centigrado tra l'aria all'interno e all'esterno del tubo... Sul minor contrasto non ci si può fare molto: quegli specchi sono lavorati velocemente a macchina e non è commercialmente conveniente superlucidarli, altrimenti finirebbero per costare più di un rifrattore... e poi il lambda/4 è quello che è... è, per così dire, il "minimo sindacale"... e pure lì, salire di correzione farebbe lievitare i costi... ecco che il rifrattore comincerebbe a diventare... a buon mercato... ;—) E poi, andare sopra di quanto? Sì perché tu mi insegni che, proprio per la diversa natura della riflessione rispetto alla rifrazione, tutto il resto essendo uguale — e, come abbiamo visto, in questa dimensione spaziotemporale alterata, tutto il resto *non è* uguale — lo specchio dovrebbe avere una precisione costruttiva quadrupla rispetto alla lente... vuol dire che, per essere corretto come una lente "sindacale" a lambda/4, lo specchio dovrebbe essere corretto a lambda/16...! Vogliamo parlare dei costi...? Oltre ai costi della meccanica che deve tenere precisamente allineati due specchi e un menisco lavorati a tali tolleranze...?!?! Ah, ma mi pare si parlasse di lenti lavorate a lambda/20... mmm, ma allora vuol dire che mi devono fare uno SCT con specchi lavorati a lambda/80... tu conosci qualcuno che lo faccia...?! E, anche se fosse, vogliamo tornare a parlare dei costi...?!?! E poi c'è l'ostruzione. Mi pare che, come tutti abbiamo studiato, se metti il telescopio nello spazio in assenza d'aria può addirittura arrivare ad aumentare il potere risolutivo dato che determina una diminuzione della dimensione del disco di Airy. Ma questa diminuzione, tu m'insegni, avviene a fronte di un rinforzo percentuale di luminosità di tutti gli anelli di diffrazione (soprattutto del primo) che quindi, in presenza di tutto ciò che non è seeing 10/10, si fonde col disco di Airy stesso facendo precipitare verticalmente la risoluzione del sistema ottico (da cui le stelle e i pianeti che, ritmicamente e magicamente, si trasformano in batuffoli...!).

Posso continuare, ma mi pare ce ne sia già abbastanza per far riflettere anche il meno sagace sul fatto che quella differenza teorica di risoluzione che viene fuori da un uso non troppo arguto della calcolatrice da tasca, inserendovi piamente il solo dato del diametro dell'obiettivo ma, ahimé obliterando quanto detto finora (e altro ancora), rischia di essere molto ma molto lontana dalle prestazioni effettive dello strumento... Queste sono cose, del resto, che sperimento ogni volta uso il C9.25 che, spero ne converremo, è per sua natura più corretto e meno sensibile alla turbolenza del C14...

Tutto ciò per corroborare quanto dicevi sulla differenza di resa tra lenti e specchi. Oltre che, permettimelo, per far capire che quanti continuano a voler utilizzare sistemi a lenti, beoti beoti non necessariamente lo sono. Almeno in questa dimensione alterata. Sappiamo bene infatti che, fuori da essa, gli specchi rispondo a leggi fisiche totalmente diverse. Ma io, ahimé, sono prigioniero di questa.


Dimensioni a parte, su un solo punto del tuo intervento non mi trovo in accordo: quando parli del vero osservatore di pianeti. Perdonami, ma io non la vedo così. E, tuo malgrado, contraddico le tue parole, dando ragione al tempo stesso alla tua pratica osservativa.

Un osservatore di pianeti è, come te e me, uno che — trivialmente — osserva pianeti, mettendosi quindi nella condizione di dare il meglio in ogni sera dell'anno. Appunto perché i pianeti — Giove, soprattutto — variano in continuazione ogni sera dell'anno (e, nel caso di Giove, ogni minuto di quella sera). Rilleggi, qualche pagina addietro, la metafora della barca a vela per capire cosa intendo.

Nel mio personalissimo dizionario, chi tira fuori una foto per cui s'è dovuto fare un viaggio ai tropici e ha dovuto sommare 1500 frames buttandone via decine di migliaia quella notte (e miliardi durante l'anno), per tirare fuori qualcosa che, adeguatamente trattato, saturato, mascherato, etc. è, indiscutibilmente, una bella foto di un pianeta, questo qualcuno è — trivialmente — uno che ha fatto una bella foto di un pianeta. Se lo strumento che ha fatto quella bellissima foto (non perché fosse il solo strumento a poterla fare, ma unicamente perché era lo strumento che questo qualcuno s'era portato dietro) lo costringe poi a restare chiuso in casa nove giorni su dieci perché rimanda un'immagine inaccettabile quando il seeing è solo 7-8/10, perdonami ma quello *non è* uno strumento planetario. E il suo possessore *non è* un osservatore di pianeti. Solo uno che, in una sera, ha fatto una bella foto. Sempre nel mio personalissimo dizionario, ovviamente.


Per inciso, e rileggendo il tuo paragone dell'AP 180 col JMI 18, mi permetto di suggerirti di non sottovalutare l'impatto fisiologico che la quantità di luce ha sulla sensazione di nitidezza che riceve l'osservatore. Il fatto che la quantità di luce permetta di vedere qualcosa in uno strumento più facilmente che in un altro, non vuol dire che nell'altro quel qualcosa non sia visibile. Sia che venga urlato o che venga mormorato, quando qualcosa è detto è detto. E chi lo sa ascoltare lo percepisce bene.

Quindi, senza assolutissimamente nulla togliere a quella fantastica bestia che è il JMI 18 e che, in condizione di seeing eccellente, è, appunto, *eccellente*, nell'AP180 si vedono tante ma tante bande, festoni, ovali, etc. quante un pittore avrebbe difficoltà a dipingere più velcemente della rotazione stessa del pianeta... sono solo più tenui, più delicate, più sussurrate. Ma ci sono, altro che se ci sono! E Giove, in realtà, come è ben visibile nelle foto delle sonde e dello Space Telescope, non è quella palla saturata e multicolore generata dall'elaborazione digitale dei filmati delle webcam. E', come hai detto giustamente te, "un Giove bellissimo di marmo".


Bene, direi che è il caso di interromperla qui per evitare di scrivere un trattato.

Spero almeno che questo scambio — che sinceramente amerei fosse l'ultimo su un argomento qui off-topic — sia stato occasione, per chi non fosse ferratissimo in ottica, ma purtuttavia interessato all'osservazione planetaria con gli acromatici o i rifrattori in genere (e ce ne deve pur essere qualcuno, vista la cifra dei lettori della topic...) di avere qualche lume ulteriore sulla disamina.

Che poi disamina non è. Sono scelte diverse, gusti diversi, fini diversi. Che meriterebbero mutuo rispetto. E pace del cuore. Così come la mera presa di coscienza che, apparentemente, viviamo in dimensioni spaziotemporali alterate che rispondono a leggi fisiche diverse.


Come è il caso, per concludere, di tutti i fotografi professionisti (e non solo). Perché, come qualcuno si sarà ormai accorto, è ampiamente riconosciuto che, anche in fotografia terrestre, i catadiottrici siano di gran lunga superiori, per risoluzione e contrasto, a tutti i teleobiettivi a lenti ED o alla fluorite di diametro inferiore. Questo qualcuno, cortesemente, vada a dire a tutti i professionisti che, per esempio, si occupano di caccia fotografica, che possono tranquillamente lasciare a casa i loro pesanti zaini (e sul loro conto in banca le svariate migliaia di euro che hanno buttato dalla finestra) perché il lavoro che fanno potrebbero farlo meglio, più semplicemente e assai più a buon mercato con un C90, C5, M4, MTO500 o 1000, o Nikon, o Canon, o Tamron, o quel che sia purché rigorosamente a specchio) invece che con i loro lunghi, pesanti e costosi supertele, utilizzati spesso e volentieri allo stesso rapporto focale...

Poveretti, si batteranno certo la mano sulla fronte dandosi dei beoti e correranno immediatamente ai ripari. Oppure no. Forse perché — sciagurati — sono anche loro prigionieri di una dimensione spaziotemporale alterata...!


Tant'è. E, sia detto in chisura — ma meritava di essere menzionato all'inizio — un grazie di cuore a quanti hanno gentilmente appoggiato la folle avventura. Un giorno, spero vicino, brinderemo insieme e rideremo di tutto ciò.

Buonanotte,

Massimiliano


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MessaggioInviato: martedì 3 luglio 2007, 9:54 
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ciao massimiliano :)
credo che nessuno avrà il coraggio di contraddirti o di darti una risposta adeguata.
Tutte le idee devono essere rispettate in qualsiasi contesto, le critiche sono altre cose che devono essere esposte in modo chiaro e competente.
la nostra passione si basa sull'osservazione classica di oggetti celesti senza compromessi e quindi più pura è un'immagine al telescopio più soddisfazione si ha nell'osservare :)
non ho assolutamente la tua esperienza in fatto di "apocromaticità" ma ti invidio 8)
ho messo l'occhio in un apocromatico per la prima volta appena un mese fa ed ho capito che i miei prossimi strumenti saranno solo e sempre acromatici a lungo fuoco o apo... per ovvii motivi (basta leggere il tuo post).
se sapessi di dove sei farei un pellegrinaggio solo per mettere l'occhio in un tuo strumento :)

ciao e cieli sereni

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Konus Royal KX-151 from Rozzano (MI)

Era dai tempi dello straripamento del Pecos che non vedevo tanto sudiciume...


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MessaggioInviato: martedì 3 luglio 2007, 17:24 
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bè da tutto questo discorso, sul quale non mi voglio inoltrare perchè ritengo nn ne sia il caso, un punto mi trova totalmente d'accordo (e anche tanti altri punti....intendiamoci): la qualità è sempre un fattore determinante sia dal punto di vista ottico che meccanico. Questo lo sostengo da sempre, anche se mi sento un po' fanatico e rompicoglioni, quando sento la gran parte di appassionati sostenere che una montatura da 1400 euro è già una buona montatura, o un tubo ottico da 600 euro è una bestia di telescopio...........ma per favore....

Non è piu' onesto e sincero dire che mi sono comperato un C8 perchè fin li potevo arrivare e perchè la sua portatilità mi fa proprio comodo?
O una EQ6 (che pure io ho comperato), perchè non mi andava di spendere 10000 euro per altri marchi piu' perfezionisti? E che non devo incollare il secondario del mio newton anche se il Sig. X, visto che è bravissimo, lo fa?

Credo che tutti dobbiammo riconoscere i nostri limiti, siano essi finanziari, logistici, o di preferenza perchè no?

Queste sono le cose che, scusatemi, un pochino mi lasciano stupefatto leggendo i vari post, essi' che un astrofilo dovrebbe essere già predisposto ad un profondo senso critico, ad una modestia innata....

Comunque assodato il fatto che ciascuno fa quel che gli pare, e deve essere libero da vincoli anche mentali, sarebbe opportuno - per molti e non per tutti - rileggersi i propri post e considerarli sotto una luce piu' critica......., questo ovviamente non vuol dire buttare a mare tutto ciò che non costa xxxxx, ma semplicemente ammettere che se mi compero un dob da 600 euro, non è che chi ha comperato un pari diametro da 2000 euro è un cretino o un fanatico. Sono due cose molto diverse, c'è chi se le puo' (e vuole) permettere e chi non puo' (o non vuole) permettersele. Stop.

Il posto recente sulla qualità e i costi degli strumenti scritto una decina di giorni fa dovrebbe essere interessante, non tanto per far capire (non
ho i ititoli per insegnare niente a nessuno), quanto per far ragionare su molti argomenti..........

e ve lo dice un pirla che per una cella newton da 250 mm ha speso 1460 euro.

ciao
max

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massimoboe ha scritto:
[...] e ve lo dice un pirla che per una cella newton da 250 mm ha speso 1460 euro

Con o senza lo specchio? :?

Donato.

P.S.: comunque i "maniaci perfezionisti", io ne ho conosciuti personalmente più di uno, esistono in tutti i campi (hi-fi, modellismo, ciclismo, vela...). L'importante è trovare appagamento in quello che si fa e... non prendersi troppo sul serio :D


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doduz ha scritto:
massimoboe ha scritto:
[...] e ve lo dice un pirla che per una cella newton da 250 mm ha speso 1460 euro

Con o senza lo specchio? :?

Donato.

P.S.: comunque i "maniaci perfezionisti", io ne ho conosciuti personalmente più di uno, esistono in tutti i campi (hi-fi, modellismo, ciclismo, vela...). L'importante è trovare appagamento in quello che si fa e... non prendersi troppo sul serio :D


senza specchio ovviamente.....

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MessaggioInviato: giovedì 5 luglio 2007, 14:50 
bello, per fortuna che MAssimo ha detto ciò che ha detto.. qualità ante tutto, e ha credo ragione in toto.

Su molte delle osservazioni fatte da Massimiliano sono concorde, ostruzione, disco di airy, il problema del raddoppio degli errori su ogni riflessione, stabilità termica.. e quanto altro. E' così ed è indiscutibile.
Io stesso, che resto però consapevole della superiorità degli specchi di medio diametro in tutti i campi, ho un rifrattore da 203 mm... come si può leggere sotto e a lato per fare osservazione planetaria... ehehe
Però devo anche dire, ma non per amore della discussione, ma per parlare con voi di alcune cose che mi divertono poiché mi piacciono, che a volte il fatto che l'onda finale che arriva all'occhio sia corretta a 1/4 o 1/20 non cambia nulla. Insomma: l'occhio non riesce a distinguere sotto 1/4 di lambda quindi...
Il fatto è che, negli strumenti a specchio, se le ottiche sono a lambda/8 significa che ciò che arriva all'occhio è malapena a lambda/4 e questo in un newton...q uindi il fatto di avere ottiche a specchio (tutti gli specchi che ci sono nella configurazione) lavorati molto bene è sinonimo che, a parità di altre condizioni, l'immagine finale filtrata dall'oculare sia buona.
Personalmente non sostituirei le lenti con gli specchi ma purtroppo non posso non dire che oltre certi livelli di dettaglio (inteso come visibilità delle rimae lunari o dei dettagli sui pianeti) i rifrattori che sono generalmente alla portata di noi astrofili medi (quindi nel range degli 8 pollici) non possono pareggiare il conto con specchi maggiori. Questo è scritto nei libri di fisica e purtroppo, io che sono un rifrattorista convinto, non posso che accettarlo.
Mi accorgo anche con piacere che negli ultimi anni molti astrofili stanno tornando ad amare il "rifrattore". Questo un po' per via dei "cinesoni" (e su questi stendo un velo pietoso in capo hi-res) un po' per via del fatto che che i costi degli strumenti stanno obiettivamente scendendo e con loro anche quello dei doppietti lavorati bene.
E anche per via del fatto che oramai quasi tutti si dedicano con alterni successi alle riprese digitali.
Io non faccio riprese... quindi tollero bene un po' di residuo cromatico e il mio occhio lo accetta.
Riguardo ai teleobbiettivi ho da aggiungere una considerazione che non sposta ciò che ha detto Massimiliano e che condivido ma che è doverosa per collocare nella giusta ottica i pensieri.
Chi afferma che i catadiottrici di basso costo (i vecchi MTO, i C90, etc..) vanno bene per la fotografia tradizionale non hanno torto.
Così come non sarebbe logico per chi fa fotografie professionali sceglierli a teleobiettivi a leni multiple dal costo 10 volte superiore.
Il fatto è che chi non fa il professionista e scatta qualche fotogramma allo stambecco che si trova a 600 metri di distanza mentre bruca lo può fare anche con un aggeggino che costa 400 euro e che ha un rapporto di apertura a f.11 avendo l'accortezza di riprenderlo mentre è fermo e con un tempo di posa relativo all'apertura
Ma è impensabile che chi fotografa per lavoro e riprende i tennisti o fa il paparazzo e deve cogliere il bacio del personaggio di turno con la squinzietta in gonnellina usi lo stesso obiettivo, perché non gli verrebbe 1 foto ferma e in luce corretta...
Qusto per dire che lo strumento che si adopera è logica conseguenza (nei limiti di budget di ognuno) all'uso che se ne vuole fare.
Il mio dire che uno specchio è superiore a una lente non è inteso a sminuire le scelte di Massimiliano (che tra l'altro come ho già scritto non solo rispetto ma anche invidio per la temerarietà del progetto) le quali sono sicuramente frutto di mille considerazioni. Tenevo a ribadire però che il dettaglio che uno strumento da 10 o 20 cm. offre sono quelli che la fisica impone. E su questo non si può fare nulla, purtroppo. Io che, in fin dei conti, un rifrattore "importante" lo sto usando e lo posseggo, non posso che ribadirlo.
Tante volte (o meglio ALCUNE volte) avrei voluto avere (nell'osservazione non solo di giove e saturno) ma anche della Luna, più diametro...


Paolo


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doduz ha scritto:
massimoboe ha scritto:
[...] e ve lo dice un pirla che per una cella newton da 250 mm ha speso 1460 euro

Con o senza lo specchio? :?

Donato.

P.S.: comunque i "maniaci perfezionisti", io ne ho conosciuti personalmente più di uno, esistono in tutti i campi (hi-fi, modellismo, ciclismo, vela...). L'importante è trovare appagamento in quello che si fa e... non prendersi troppo sul serio :D




bè detto cosi', sembriamo degli svitati.......... :wink:

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: venerdì 6 luglio 2007, 0:51 
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Ah Paolo Paolo, tu sei proprio incorreggibile... ;–)

Ma come?! Mi collego tutto giulivo ché volevo dare a tutti un paio di belle notizie, e che mi trovo?!?!

Chi, dico, chi rompe la tregua che — vivaddio — era stata tranquillamente stabilita?! Tu quoque...!!!

Ecchemmiseria! Adesso mi tocca pure a risponderti...! Mannaggiaté!


Ma:

a) la parte importante è quella che viene dopo le mie risposte alle tue elucubrazioni sulle mie elucubrazioni...(sic!), e
b) prendile col tono di chi ti sta accanto, tranquillo che più tranquillo non si può, brandy in mano (o quello che vuoi te, ché tanto si beve in due) a dare uno sguardo languido al fuoco e l'altro ai due rifrattori montati fuori in giardino... ma poi basta eh! Che sennò ti fai bandire per sempre da Refractorland (e, sinceramente, mi dispiacerebbe...;–)


Allora, cominciamo. In un Newton, se le ottiche sono a lambda/8, significa che ciò che arriva all'occhio [o, in generale, sul piano focale] è "a malapena", come dici tu, lambda/4. Assolutamente d'accordo. Anzi, mi concederai, direi "non può essere più" di lambda/4. Sarebbe lambda/4, al massimo, nello spazio. Sulla Terra ci sono altri fattori di cui ricordavo solo alcuni... quindi ahinoi! Insomma, su questo siamo pienamente d'accordo.

E poi?! Che mi dici?!?! "L'occhio non riesce a distinguere sotto lambda/4"...?!?!?!?!?! E questa da quale cilindro me la tiri fuori...?!?!?!?! Guarda, capisco che, davanti al fuoco, al quarto brandy (o alla seconda boccia di vino) uno possa stiracchiarsi, sbadigliare e dire tutto e il suo contrario... Ma tu 'sta cosa l'hai scritta di primo pomeriggio...! Ma che t'eri mangiato?!?! E, soprattutto, che t'eri bevuto...?!?!?!?!?!

Guarda, non c'ho proprio voglia adesso di lanciarmi nell'ottica ma, tra te e me, tu hai mai guardato in un Mewlon (lambda/20, faccio presente)? Accanto ad un Celestron (o Meade, o whatever)? Hai mai guardato in un C8 e poi in un Mewlon 210 o anche 180? Hai mai guardato in un C9.25 e un C11 e poi in un Mewlon 250...?!?! Hai mai guardato in un C14 e poi in un Mewlon 300...?!?!

Non c'è differenza...?!?!?!?!? L'occhio non vede la differenza...?!?!?!?!?!?!?! Un cieco, forse, non vede la differenza...!!! Come un sordo, forse, non sente la differenza tra un MP3 campionato a 128Kb e stare in mezzo ad un sistema olofonico Bang & Olufsen... Ma, Gesù, chiunque abbia un orecchio minimamente funzionante, altro che se se ne accorge...!!! Come poi s'accorge della differenza tra l'ascoltare il sistema olofonico B&O e stare in prima fila nella sala di concerto (...quelli sono rifrattori, però...;—)

No, ma dai, sul serio, ma che dici?!?!


Poi continui sui "rifrattori generalmente alla portata di noi astrofili medi" e che "non possono pareggiare il conto con gli specchi maggiori. Questo è scritto nei libri di fisica"...!

Paolo, quando ci metti di mezzo il prezzo, quello è marketing, non è fisica. Stavamno parlando di rifrazione e riflessione, non di quale costa di più o di meno. Gli esperimenti, le teorie, le formule, funzionano a costo zero. Non ci sono "formule alla portata di noi astrofili medi". Ci sono formule e basta. E le limitazioni ottiche che ho citato nel mio post precedente (e non sono tutte) rimangono là belle e buone. E, di nuovo, sono il primo a dire che, se costruiti con criteri di qualità, anche i riflettori vanno bene. Vanno sì diversamente dai rifrattori ma strabene.

Io non so che Newton 12" hai ma, tu m'insegni, se deve essere un Newton planetario ti necessita *almeno*:
a) due specchi lavorati almeno a lambda/16 e con un RMS bello alto
b) un'ostruzione max 0,20
c) una struttura che ti mantenga il tutto in uno stato di collimazione immacolata
d) una focale di f/6-f/8
e) un tubo chiuso e alquanto più largo del primario
f) delle diaframmature
g) un sistema di dispersione del calore
h) un adeguato isolamento dal calore dell'osservatore, che si trova ad un palmo dall'imboccatura dello strumento
i) una finestra in vetro ottico pianoparallelo lavorata con la stessa accuratezza dello specchio per eliminare sia i ragni del secondario che per chiudere il tubo
etc. etc. etc.

Questo pupetto, con un tubo da almeno 40 cm di diametro e lungo almeno due metri non sarà forse il Leviatano di cui sopra, ma certo un cugino molto ma molto stretto... e rischia di pesare tanto e di costare tanto quanto se non di più. Oltre ad essere più complesso da costruire.

Come sai, i prezzi del Mewlon 300 non sono distanti da quelli di un APO fluorite... Ed il Mewlon 300 non soddisfa tutti i criteri di cui sopra... E TEC mi pare abbia smesso di rompersi la testa a fare Mak planetari buttandosi solo sugli apo. E anche Christen, dopo il limited run del suo Mak planetario ha pensato bene di fare la stessa cosa... Questo perché un riflettore ottimizzato planetario è una bruttissima gatta da pelare...

Comunque, tu fatti costruire — perché un tale strumento va fatto costruire — un pupo del genere e sarò il primo a dirti che, nonostante non possa rivaleggiare con un eccellente rifrattore da 8" per contrasto, resa su sfumature e dettagli atmosferici delicati e, soprattutto, tranquillità dell'immagine, questo pupo è un *superbo* strumento planetario che rischia di dare del filo da torcere all'8" per una buona metà dell'anno.

Ma, ripeto, stiamo parlando di uno strumento straordinario (letteralmente "fuori dall'ordinario"), ottimizzato al massimo, fatto su misura con *moltissima* precisione. Ed estremamente ingombrante e costoso.

Allora qui diventa davvero una questione di gusti. Io — mio gusto — mi farei sempre il rifrattore, ma comprenderei perfettamente se il mio vicino di casa si facesse il Newton da 12" in virtù della magiore luminosità e risoluzione in momenti di seeing perfetto. Sono due bestie da corsa. E' come scegliere tra trazione posteriore ed anteriore... Qui è veramente questione di gusti.

Purtroppo, nella mia vita di splendidi riflettori così ne ho vista davvero ma davvero pochi... Una mano è quasi occupata... le dita dell'altra tutte libere... Non so se mi spiego...


Poi, sulla fotografia, io ho detto altro. Non ho messo a confronto un catadiottrico f/10 (che poi, come ogni esposimetro può rilevare, trasmette la luce di un f/16) con un apo a f/4. Tante grazie... Parlavo di *stesso rapporto focale*. Il punto non è quello sta fermo e l'altro no. Il punto è risoluzione e contrasto a parità di diametro dell'obiettivo o, addirittua, quando l'obiettivo a lenti è svantaggiato.

Voglio dire che, passata la sfuriata modaiola degli sfocati ad anelli dei tardi settanta inizi ottanta – per cui ci fu tutto un fiorire di cata 350 f/5.6, 500 f/6.3, 500 f/8, 750 f/6, 1000 f/5.6 (Zeiss), 1000 f/11, 1100 f10.5 etc etc etc — oggi, dopo i primi confronti side-by-side, nessuno — *nessuno* — va in giro a fare foto terrestri a lunga distanza con i catadiottrici perché si sono accorti tutti della loro insita scarsa risoluzione e dell'altrettanto insito basso contrasto, nonostante il loro costo inferiore e la maggiore apertura.

In soldoni, un 300 a lenti chiuso a f/8 si beve con la massima tranquillità i vari cata 350 f/5.6, 500 f/6.3, 500 f/8, nonostante abbia un diametro di gran lunga inferiore. Idem per i tele più lunghi, addirittura contro lo Zeiss 1000 5.6 che è uno degli obiettivi più costosi mai prodotti e, in tutta onestà, un catadiottrico eccezionale. Ma un Nikkor 1200 f/11 o 800 f/8 si fa beffe di lui come dello stesso Reflex-Nikkor 1000 f/11. E, per uscire da casa Nikon, beffe se ne fanno i vari Novoflex 600 f/8 duplicato, per tacer, ovviamente, del Leitz Telyt-S 800 f/6.3 (duplicato e non).

E non importa se questi non sono alla portata del fotoamatore medio. Qui stiamo parlando di leggi fisiche, non di questioni di marketing. E, se vuoi davvero utilizzare le leggi fisiche, devi prendere in considerazione e calcolare — come cercavo di far notare nel mio post precedente — *tutte* le variabili nella formula e non solo il diametro dell'obiettivo.

Poi, se tu osservando nel tuo 8" acromatico f/9 (che, come sai bene, *non è* ottimizzato planetario ma anche lui figlio di un discreto numero di comprmessi) senti a volte la mancanza di un diametro superiore, beh, questo è totalmente legittimo. Ma da questo a dire che il primo specchio di diametro maggiore che si trova nelle vicinanze è la risposta alle tue esigenze, permettimi, ce ne corre. Ma tanto tanto tanto...!!!


Beh, adesso spero che sia davvero l'ultima... anche perché, per stemperare la costernazione che m'ha assalito a leggerti — e poi per risponderti adeguatamente — sono stato costretto a toccare quasi il fondo dell'ultima bottiglia messicana di mezcal con gusano (un liquore di agave con dentro un vermone morto che galeggia e gli dà un gusto affumicato, quasi di torba), e non so quando potrò rimpinguare la riserva...

Quindi basta rifrattori vs riflettori... ché non ho più vettovagliamenti adeguati per rispondere...;—)>>>



E adesso, finalmente, arriviamo a quanto volevo condividere !



================================================================= POOL !!!!!


Eh, sì, adesso viene il bello.


Visto che:

a) stiamo alla vigilia della prova del primo Superplanetary contro gli APO, e
b) finalmente i calcoli sono terminati, i materiali pronti e quindi C'E' una decisione definitiva sul Leviatano,

m'è venuto in mente di indire un doppio pool il cui vincitore/i e/o vincitrice/i sarà ospite per un week-end a Refractorland !


Se v'intriga, ecco qua.


Per il punto A bisognerà esprimersi su quale strumento andrà meglio su Giove (si osserveranno anche Venere, Saturno, Luna, star test etc.) e come. Parametri di risoluzione, contrasto, gestione della turbolenza, cromatismo, etc.

Gli strumenti presenti saranno:

Superplanetary Achro 127 f/20
Reference APO 130 f/6
Reference APO 117 f/7
Reference APO 106 f/6
Astro-Physics Traveler 105 f/6
Achro 108 f/14.8

Fuori pool ci saranno il C9.25 e l'AP Stowaway 92 f/4.8 di cui vi racconterò ma a) non voglio stare a sentire ulteriori su rifrattori vs SCT e b) lo Stowaway è uno strumento meraviglioso ma, a f/4.8, non lo si può definire ottimizzato per i pianeti

Grandi assenti — e spiegheró poi perché e percome — AP155 f/7, AP130 f/8, Takahashi FS102 f/8 (che comunque so come vanno in rapporto agli altri, quindi parlerò anche di loro).


Qualunque indicazione, stima e previsione è benvenuta e verrà poi confrontata con quello che avremo effettivamente osservato e riporteremo. Ci saranno osservazioni indipendenti com pure testa a testa (Achro 127 vs APO 130, e Achro 108 vs Reference 106 e Traveler 105)


Per il punto B si tratta di indovinare:

a) quale sarà la soluzione adottata per montare il Leviatano 8" f/20 (e perché) e
b) quale sarà il suo peso finale (e perché).

Via libera alla fantasia. L'unica cosa che vi dico è che lo strumento è tutto dritto (quindi senza rinvii coudé) e che verrà supportato dalla AP1200 (...ovviamente senza traballare...;—)


Tutto questo per un week-end a Refractrland pensione completa tutto compreso (vitto, alloggio, osservazioni con il Leviatano ed altri, beveraggi, foto, riprese, passeggiate, tintarella in amaca, kayak sul lago, et. etc. etc.)


Allora è partita: VIA !!!!!!


================================================================= POOL !!!!!


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