Quello che vediamo nel campo dell'astrofilia lo vediamo bene in qualsiasi settore toccato dal consumismo;
non mi riferisco ovviamente al mercato degli astrofili italiani, che è veramente poca cosa, ma al bacino di utenza "mondiale":
quando una Meade o una Celestron o chicchessia produce i suoi strumenti, non guarda quanti ne vende in Italia (...altrimenti starebbe fresca...) ma quanti ne vende in tutto il mondo, e ne vende molti, poichè in altri Paesi "consumisti" l'astrofilia è molto più diffusa che in Italia.
E' quindi naturale che le produzioni a grande tiratura si spostino in paesi dive la manodopera, i materiali ed i costi di produzione siano il più bassi possibile...
si sentono sempre discorsi ingenui ed un po' "sempliciotti" sullo sfruttamento dei poveri Cinesi, dimenticandosi che in una industria oggi come oggi non è tanto il costo della manodopera, che è sempre ridotta all'osso, ad incidere:
i principali problemi sono i costi di avviamento, quelli che si debbono pagare subito e rientrano solo a produzione avviata...
credo che tutti sappiano quanto costa un capannone in Italia...
in Cina costa tre zeri in meno, il che non è paglia...
il grosso del lavoro lo fanno poi le macchine, che vanno a corrente, e si sa quanto costa la corrente da noi...
certo in America costa meno, ma in Cina costa mostruosamente meno...
per non parlare poi della "macchina delle sicurezze", il leviatano burocratico che i paesi "moderni e civili" si sono inventati per dar lavoro ad un mucchio di gente:
oggi abbiamo in Europa degli "obblighi" che hanno un peso enorme sula produzione, sa economici che logistici...
mi riferisco al caravanserraglio della 626 con tutti gli ingranaggi che le orbitano attorno: la qualità, le norme ISO, la sicurezza sul lavoro...
tutte "scartoffie", elementi di facciata, molti dei quali ipocritamente assurdi...
sembra che basti redigere una nuova norma europea per evitare gli incidenti sul lavoro...
e allora ecco che siamo obbligati ad avere i guantini di pelle, le scarpe con la punta di ferro, gli elmetti gialli, il responsabile della sicurezza, i documenti programmatici, gli estintori luccicanti, i quadri elettrici in oro zecchino, le pareti tagliafuoco, le porte da hangar, e ci tocca seguire corsi, firmare dispacci, pomiciare con i manichini, e ci tocca ascoltare ragazzini in giacca e cravatta che ci "insegnano" come comportarci, come rapportarci, con chi andare a pranzo e con chi andare a letto...
prevenzioni, previdenze, assistenze, connivenze, sudditanze...
eppure gli incidenti sul lavoro continuano ad esserci come prima....
tutti questi "costi sociali" non ci sono ancora nei paesi dei "mercati emergenti"...
e poi, sinceramente, siamo tutti ben felici di "avere il Mondo in tasca" con Internet, la TV satellite, i voli charter...
non capisco allora perchè si gridi "allo scandalo" per delle scarpe cinesi...
se si infrangono le barriere spaziali e "sociali", le si infrangono per tutto e per tutti, non solo per quello o chi ci fa comodo...
ma tornando a noi:
le aziende producono ciò che la gente vuole, nulla di più e nulla di meno...
e ciò che la gente vuole risulta dalle analisi di mercato, la risposta non esce da un cappello magico...
quello che succede nel mercato dei telescopi succede più visibilmente in altri settori di "consumismo":
prendiamo i telefonini...
la gente non vuole telefonini robusti e bn fatti che durino 10 anni...
la gente vuole telefonini leggeri, con un mucchio di pezzettini personalizzabili, e vuole un nuovo modello ogni due mesi, con più funzioni, tasti diversi, perchè VUOLE cambiarlo...
diventa quindi una necessità esistenziale per una azienda che deve "cambiare" ogni due mesi, avviare la produzione in un paese dove i costi sono minori...
anche nel nostro hobby questa cosa è ben visibile:
quella che chiamiamo "strumentite" è in realtà la faccia più becera del consumismo...
abbiamo un mucchio di oculari, ma poi in realtà ne usiamo solo un paio...
filtri, filtrini, tappini, vitine, gommini, fascette, collari...
molte di questi gadget astronomici sono praticamente inutili, o sostituibili con semplici pezzi di legno o cartone, ma è più bello comperarli...
e poi, alla fin fine, che ci importa se il fuocheggiatore è in plastica cromata, o se l'ingranaggio è in nylon...
tanto fra un anno avremo un altro strumento nuovo...
perchè case blasonate mettono la "colla cinese" nelle montature invece del grasso?
... perchè tanto quando la colla si sarà "consumata" la maggior parte degli utenti avrà già una nuova montatura...
ecco perchè la qualità è mediamente bassa, perchè non vale la pena di aumentarla, triplicando o più i costi, come dice il buon Massimo...
la gente compera comunque, ed è più felice a spendere meno piuttosto che ad avere un fuocheggiarore in metallo.
Abbiamo poi "l'effetto marca" che è sempre stato un pesante fattore di influenza:
molta gente compera una cosa solo per il suo marchio.
Non mi riferisco a magliette firmate o roba simile:
facciamo l'esempio nell'elettronica:
molta gente compera un videoregistratore hd solo perchè è della philips, pagandolo anche un 40% in più di altri marchi "sconosciuti" solo perchè c'è scritto "philips"...
non va a prendere l'Irradio che costa la metà...
ma non sa che i due apparecchi escono dalla stessa fabbrica...
perchè esistono le sottomarche?
Per smaltire il surplus di produzione in maniera "indolore", mettendo in commercio prodotti a basso costo, senza però "svendere" il buon nome della Casa Madre...
un esempio lampante di "marketing sbagliato" lo abbiamo proprio avuto con la Meade al Lidl:
un paio di anni fa, quando sono "apparsi" in Lidl i binocoli 10x50 a 20 euro, questi erano marchiati Meade.
Erano degli ottimi binocoli per quel prezzo, ma molta gente "arricciò" il naso, dicendo che una marca seria come Meade non avrebbe dovuto "abbassarsi" a svendere roba "da bancarella"...
ed ecco che improvvisamente sui banconi della Lidl sono apparsi gli stessi binocoli, precisi identici, ma col marchio Bresser...
La strumentazione "ben fatta", quella artigianale, dove ogni pezzo è controllato a mano, e prodotto "in garage", c'è ancora, ed ha dei costi che sono rimasti quelli di dieci anni fa...
così come una libreria dell'Ikea costa 1.200 euro, ed una commissionata ad un falegname ne costa 12.000
un Dobson Obsession ne è una prova lampante...
Poi abbiamo i "furbi" che producono in Cina a basso costo e qualità sfruttando il nome un tempo blasonato, ma credo siano poche aziende destinate ad affondare, a meno che non si adeguino, magari "rinfrescando" il loro direttivo...
ed anche queste aziende le abbiamo un po' in tutti i settori:
per esempio la B&O o Clarion, che una volta produeva lo "stato dell'arte" nell'HiFi, oggi produce plasticoni taiwanesi esattamente come le economiche case orientali, ma li vende ancora a peso d'oro...
per i prezzi, il "caso Italia" poi è un po' particolare, se ne era già discusso...
oltre a tutte le nostre rogne di "pressione fiscale", recessione, costi di produzione (leggasi energia...) eccetera, abbiamo una "botta" che nessun altro paese ha: l'IVA al 20% ...
basta scorporare l'IVA per notare che il prezzo del nostro telescopio (o televisore...) si avvicina molto a quello "estero"...
...miiii, che papiro, mi sono stufato io stesso a rileggerlo...
