1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 18:42 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
Messaggi: 3944
Località: Villa C. (MI)
Tipo di Astrofilo: Visualista
> sì, ma come fanno ad essere APO con una sola lente?

Anche l'umore vitreo e l'umore acqueo sono lenti, per cui il nostro occhio è un bel tripletto Apo
:shock:

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Roberto Porta - photallica v. 2.0

"Le stelle non sbagliano e non si guastano" (G. Gualini)


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 19:00 
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Iscritto il: domenica 12 febbraio 2006, 23:31
Messaggi: 413
Località: eboli
Tipo di Astrofilo: Visualista
topic veramente molto interessante l'occhio umano è davvero un oggettino meraviglioso.

è anche vero che nonostante i limiti enormi della tecnologia essa riesce a raggiungere capacità che l'uomo ad occhio nudo non ha. vedi infrarossi ed altri che anche per l'astronomia sì è scoperto contino più del nostro visuale.

_________________
osservavo con:
SKY WATCHER 200F1000 su HEQ5
mi resta binocolo 7x50 e cannocchiale 25x75


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 19:06 
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Iscritto il: venerdì 24 febbraio 2006, 11:09
Messaggi: 700
Località: Polignano a Mare - Bari - Puglia
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
...

Ok Photallica, da approfondire...

Per Maxx. Se l'occhio lavorasse anche oltre il rosso i colori sarebbero, probabilmente, falsati. Come avviene con i sensori. Certo i paragoni, che stanno venendo fuori, sono altamente intriganti.

...

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Cieli e giorni sereni
::-Riccardo Giuliani

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Parte dell'attuale strumentazione >
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* Camere varie: CookBook_ :) Webcam_DSI_Magzero_QHY_tutte modificate :)
* Fotocamere Canon e Tele
* Parco oculari, Filtri, accessori & varie

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 19:17 
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Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 18:25
Messaggi: 1050
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Si gli umori dell'occhio alla fine lavorano come lenti, ma non sono sono state studiate per costituire un "tripletto" apo assieme al cristallino. Anzi, come dicevo, sono lor stesse causa di aberrazione cromatica.. per quello che conosco :)

Marco

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 19:40 
photallica ha scritto:
> sì, ma come fanno ad essere APO con una sola lente?

Anche l'umore vitreo e l'umore acqueo sono lenti, per cui il nostro occhio è un bel tripletto Apo
:shock:


Si e no, nel senso che teoricamente esso è un tripletto ma non è apocromatico, cioè non porta sullo stesso piano tre lunghezze d'onda diverse (ed anche se lo fosse, ciò potrebbe non essere sufficiente, data la seppur scarsa sensibilità alle regioni violette e del vicino infrarosso)e non è corretto per l'aberrazione sferica per le solite tre lunghezze. Il suo comportamento è molto complicato e sarebbe impossibile descriverlo in un post, mi limito quindi a dare qualche input e a rimandare a qualche articolo di approfondimento.
Il comportamento in luce diurna (visione fotopica) con pupilla di circa 3 mm è molto simile a quello di un'ottica semiapocromatica: le correzioni delle aberrazioni sono ottime ma non perfette, in particolare il cromatismo residuo, seppur minimo, si rende evidente osservando due oggetti che riflettono lunghezze d'onda agli estremi dello spettro visibile. Un esempio è la scritta rossa sul fondo blu: non si vedono aloni ma il malessere che si avverte è dovuto alla continua ricerca da parte dell'occhio del punto di giusta messa a fuoco tra il rosso e il blu. Un altro esempio che mi viene in mente è di guardare attentamente una sorgente puntiforme vicina utilizzando un filtro violetto o blu profondo, che sia anche trasparente all'infrarosso vicino: un oggetto luminoso appare sfuocato, e si può anche mettere in evidenza un leggero alone dovuto alla non coincidenza del fuoco tra la luce violetta e quella del vicino IR (al quale l'occhio è debolmente sensibile). L'alone o comunque la sensazione di "malessere" sparisce quando si interpone anche un filtro taglia IR, facendo passare solo la radiazione monocromatica.
Un altro esperimento, che ho appena condotto, riguarda l'utilizzo di tale filtro violetto unito ad un IR-cut, o di un UV su una sorgente luminosa monocromatica, come una lampada violetta. L'aberrazione cromatica, che ricordiamo, si manifesta come un diverso punto di fuoco rispetto alle altre lunghezze d'onda, si rende visibile come una marcata miopia, cioè come l'impossibilità di mettere a fuoco oggetti lontani. Prendete la lampadina violetta, accendetela ed osservatela mentre la allontanate e la avvicinate all'occhio. Se non usate nessun filtro non avete problemi a mettere a fuoco. Ora ponete davanti al vostro occhio un filtro UV o violetto e guardate cosa succede. Per piccole distanze, la lampadina accesa vi appare perfettamente a fuoco, mentre se la allontanate ad oltre mezzo metro, cominciate a vedere sfuocato e non c'è verso di mettere a fuoco. Questo succede anche guardando un lontano paesaggio con tali filtri. Come si spiega questo comportamento? l'immagine appare sfuocata ma può essere causata dall'aberrazione sferica o dal cromatismo che sposta il fuoco in modo tale che all'infinito esso non cade più sulla retina. Se la colpa fosse dell'aberrazione sferica, si vedrebbe sempre un'immagine indistinta, a prescindere dalla distanza alla quale si osserva, mentre questo non succede: la colpa è dell'aberrazione cromatica: i raggi violetti vanno a fuoco prima di quelli rossi, così che all'infinito essi non convergono più sulla retina ma prima di essa, con il risultato della miopia.

Altro discorso per l'aberrazione sferica; in visione fotopica (cioè di giorno con pupilla contratta) essa è quasi assente ma si manifesta evidentissima in visione scotopica (cioè di notte, con pupilla dilatata); come si riesce a notare? Confrontando due stretti dettagli separati da 60-120 secondi d'arco di giorno e di notte, o in generale facendo caso a come effettivamente di notte, la risoluzione è molto minore che di giorno e ciò non dipende dai diversi livelli di luminosità ma dal fatto che la pupilla dilatata è un festival di aberrazione sferica (e cromatica!).

Questo in breve (?) il discorso; per chi è interessato, rimando ad un articolo ben fatto di Rodolfo Calanca: http://www.coelum.com/calanca/ottica_occhio_umano.htm che spiega quantitativamente quello che ho espresso qualitativamente.
Spero sia utile!


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 21:31 
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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 21:53 
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Daniele sei un genio! Anch'io ho sempre notato che guardando "in casa" col W47 davanti all'occhio si vede sfocato, mentre Venere al telescopio si vede perfettamente; mi sono sempre chiesto perché, e ora mi hai dato la siegazione!
E così si scopre anche che guardando al telescopio con tale filtro non si mette a fuoco all'infinito ma lo si porta un pelissimo in dentro per compensare la miopia di cui parli.


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 22:15 
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daniele.gasparri ha scritto:
1/25 di secondo, che è all'incirca il tempo di integrazione dell'occhio umano

Non dovrebbe essere 1 decimo/dodicesimo? Se i filmati standard sono a 25 fps credo che sia proprio per raddoppiare il campionamento (Nyquist) in modo da far percepire il film fluido e non scattoso.
E' anche vero che se c'è un frame intruso lo si nota eccome, altro che la leggenda della pubblicità subliminale nei cinema!
Boh.


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 22:43 
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Mars4ever ha scritto:
daniele.gasparri ha scritto:
1/25 di secondo, che è all'incirca il tempo di integrazione dell'occhio umano

Non dovrebbe essere 1 decimo/dodicesimo? Se i filmati standard sono a 25 fps credo che sia proprio per raddoppiare il campionamento (Nyquist) in modo da far percepire il film fluido e non scattoso.
E' anche vero che se c'è un frame intruso lo si nota eccome, altro che la leggenda della pubblicità subliminale nei cinema!
Boh.


il frame rate più basso in cui l'illusione di movimento resta è di 24, infatti è stato scelto per i l cinema. la tv(pal da noi) è di 25 fps

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 23:47 
Grazie per il "genio" Mars! :oops: .In effetti ero giunto a questa conclusione qualche mese fa facendo esperimenti con il filtro violetto al telescopio e osservando direttamente il paesaggio.. Per quanto riguarda il tempo di integrazione dell'occhio, 1/25 di secondo è il tempo che l'immagine resta impressa sulla retina e quindi è circa il tempo di esposizione del nostro occhio.
Per il framerate del cinema/tv, non credo che debba essere soddisfatto il criterio di Nyquist in questo caso: infatti, supponendo di usare un framerate doppio rispetto a quello percepibile dall'occhio umano, si avrebbe una perdita di segnale; in pratica quasi metà del segnale non verrebbe visto dal nostro occhio o comunque verrebbe percepito in maniera distorta. Per avere quindi un segnale fluido, senza perdite, basta impostare l'intervallo tra due immagini consecutive all'incirca uguale al minimo intervallo percepibile dall'occhio e cioè 25 frames per secondo. Aumentarlo non porterebbe vantaggi alla visione.
D'altra parte, non tutti gli occhi sono uguali; io ad esempio non posso utilizzare monitor CRT e soprattutto televisori a tubo catodico perché il mio occhio riesce a vedere la scansione del video e quindi mi appare lampeggiante, così come qualche luce al neon, tutti strumenti che hanno frequenza vicina ai 23-24 Hz. Come per il potere risolutivo dei telescopi, riuscire a risolvere un dettaglio non è la stessa cosa di riuscire a vederlo; così, nonostante le stelle sono tutte al di sotto del potere risolutivo di ogni telescopio, io posso lo stesso vederle con il minimo strumento ottico, pur non riuscendo a risolverle, una cosa analoga succede per l'occhio; nonostante il tempo di esposizione è di 1/25 di secondo, non è detto che un evento che duri di meno non riesca a vederlo, ma solo che non riuscirò a risolverlo o comunque lo vedrò un po' confuso, come succede per i singoli fotogrammi delle mitologiche pubblicità subliminali (leggende metropolitane!), o come succede guardando ad esempio l'otturatore di una reflex che scatta con una posa di 1/250 di secondo: si vede ma non è nitido e soprattutto non riesci, in questo caso, a congelare il suo movimento ed individuare la sua posizione precisa nello spazio. Questa è la mia idea


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