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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 8:59 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 16:52
Messaggi: 5512
Località: Savona
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Mabuni1982 ha scritto:

Cosa vuol dire regolare sulla frequenza dell'idrogeno??????

perchè l'idrogeno è il principale emettitore di luce, quindi la maggior parte della luce sarà dovuta all'idrogeno....
se c'è effetto doppler, per misurare lo scostamento, devi misurare il valore della frequenza dell'idrogeno con i tuoi strumenti eppoi confrontarlo con quello teorico!!
Se c'è uno scostamento lo devi applicare a tutte le frequenze che misuri, ma dubito che riuscirai a misurare quelche scostamento con la strumentazione che hai!

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Davide Ghiso
Meade Schmidt-Newton 6" (763mm F/5) - William Optics Zenithstar 66 ED - Eq6 skyscan Barlow 2x e 4x apo coma - Oculari meade superploss 26mm
Kellner 20 e 4 mm Ploss 10mm - Hiperion 8mm - Atik 383l+ monocromatic
filtri baader 36mm R,G,B,L,H-alpha - magzero mz_5 bn
Gruppo Astrofili Volontari Ingauni Albenga SV

Davide Ghiso
ma chi sarà mai questo Dario Fo!?


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 9:17 
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Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 10:26
Messaggi: 574
Località: Pero (Mi)
GHISO983 ha scritto:
Mabuni1982 ha scritto:

Cosa vuol dire regolare sulla frequenza dell'idrogeno??????

perchè l'idrogeno è il principale emettitore di luce, quindi la maggior parte della luce sarà dovuta all'idrogeno....
se c'è effetto doppler, per misurare lo scostamento, devi misurare il valore della frequenza dell'idrogeno con i tuoi strumenti eppoi confrontarlo con quello teorico!!
Se c'è uno scostamento lo devi applicare a tutte le frequenze che misuri, ma dubito che riuscirai a misurare quelche scostamento con la strumentazione che hai!


:shock:

non c'ho capito un H! :-)

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Marco Silva

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 9:26 
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Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 10:26
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Località: Pero (Mi)
Renzo_Del_Rosso ha scritto:
Marco, capisco che tu non voglia appoggiarti ad altri dati ma non mi sembra un metodo scientifico.
Ci si appoggia sempre sul lavoro precedente per proseguire.
Se qualcuno non avesse studiato le leggi dell'ottica non avresti il telescopio.
Se non fossero stati inventati i semiconduttori non avresti il ccd e così via.
In questo caso non devi mappare il cielo ma solo usare alcuni esempi di "candele" standard per tarare i tuoi strumenti.
Misuri "n" stelle. Confronti i valori con altri realizzati usando tecniche diverse e da qui risali all'influenza del mezzo interstellare.
Come fanno i ricercatori, d'altra parte.
Se non sapessero spettroscopicamente, la classe di certi oggetti come potrebbero avere a loro volta fatto i calcoli per risalire all'assorbimento?

...cut..


Credo tu abbia un idea un pò larga di metodo scientifico; ma è plausibile.

Il lavoro delle candele non è sicuramente un lavoro "scientifico" perchè l'ISM non è uniforme in direzione e spessore e per di più gli oggetti si trovano a distanze variabili e quindi ci saranno oggetti davanti, dietro o immersi in nubi più o meno dense di ISM.

La tua domanda in cui tiri in ballo la spettroscopia è legittima ed è infatti la via più normale. Questo però io non lo posso fare con i miei mezzi, ma so che questo lavoro spettroscopico è stato tradotto in coefficienti e metodi applicabili alla sola fotometria UBVRI CCD, ma ancora nessuno mi ha spiegato in modo chiaro questi metodi. Per info ti posso dire che è il metodo delle Redding-lines che anche Valter Arnò applica nel suo programma dedicato agli ammassi aperti. E' chiaro per gli ammassi ma io vorrei applicarlo alle stelle variabili.

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 10:14 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Diciamo che ho voluto semplificare il concetto :wink:
Il metodo delle candele ovviamente assume maggior valore aumentando i termini di confronto e le stime su soggetti a distanze diverse nella stessa zona di cielo.
Logicamente è un sistema empirico e come tutti i sistemi empirici è impreciso.
Però non so neanche quanta precisione tu riesca a raggiungere con il tuo metodo.
Per quanto riguarda il discorso spettroscopia confermi quanto ho detto. L'uso di più sistemi porta alla determinazione di parametri correttivi derivanti dalle differenze osservative riscontrate, tanto più precisi quanto maggiore sarà il campione e più ampia la sua dislocazione spaziale.
Hai provato a contattare chi ha realizzato i calcoli di conversione per sapere se e in che modo possono essere applicabili al tuo lavoro?
Da "quasi" profano considererei anche che il mezzo interestellare varia il suo assorbimento sulle variabili a seconda che siano a eclisse o siano tipo Cefeide (ho ristretto a questi due per semplificare).
Nel primo caso abbiamo due stelle che hanno una costanza di emissione nel proprio spettro per cui la materia interstellare interferisce in modo costante sullo spettro stesso e sulla luce che ti raggiunge.
Nel secondo caso abbiamo una variazione della stella con conseguente suo arrossamento (dovuto alla dilatazione) e ritorno a frequenze più energetiche (per la contrazione).
Variando la frequenza di picco varia anche il suo assorbimento dovuto alla materia interstellare.

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 10:24 
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Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 10:26
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Località: Pero (Mi)
Renzo_Del_Rosso ha scritto:
Diciamo che ho voluto semplificare il concetto :wink:
Il metodo delle candele ovviamente assume maggior valore aumentando i termini di confronto e le stime su soggetti a distanze diverse nella stessa zona di cielo.
Logicamente è un sistema empirico e come tutti i sistemi empirici è impreciso.
Però non so neanche quanta precisione tu riesca a raggiungere con il tuo metodo.
Per quanto riguarda il discorso spettroscopia confermi quanto ho detto. L'uso di più sistemi porta alla determinazione di parametri correttivi derivanti dalle differenze osservative riscontrate, tanto più precisi quanto maggiore sarà il campione e più ampia la sua dislocazione spaziale.
Hai provato a contattare chi ha realizzato i calcoli di conversione per sapere se e in che modo possono essere applicabili al tuo lavoro?
Da "quasi" profano considererei anche che il mezzo interestellare varia il suo assorbimento sulle variabili a seconda che siano a eclisse o siano tipo Cefeide (ho ristretto a questi due per semplificare).
Nel primo caso abbiamo due stelle che hanno una costanza di emissione nel proprio spettro per cui la materia interstellare interferisce in modo costante sullo spettro stesso e sulla luce che ti raggiunge.
Nel secondo caso abbiamo una variazione della stella con conseguente suo arrossamento (dovuto alla dilatazione) e ritorno a frequenze più energetiche (per la contrazione).
Variando la frequenza di picco varia anche il suo assorbimento dovuto alla materia interstellare.


Vorrei evitare una sorta di all-sky photometry ma giustamente come mi fai notare alla fine non ho moltissima scelta, ma continuerò a cercare il modo per evitarlo visto che so che c'è.

Il tuo ragionamente sulle stelle variabili è sicuramente valido almeno in linea di principio. Ovviamente dovrei o valutare un assorbimento variabile o un assorbimento medio che inevitabilmente mi porta ad errori. Mi sorge a questo un nuovo problema e cioè come stimare l'assorbimento variabile e quindi dovrei trovare una relazione tra lunghezza d'onda, variazione ed assorbimento.

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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 15:51 
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Iscritto il: sabato 11 novembre 2006, 16:36
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Ciao,

Mabuni1982 ha scritto:
Per info ti posso dire che è il metodo delle Redding-lines che anche Valter Arnò applica nel suo programma dedicato agli ammassi aperti. E' chiaro per gli ammassi ma io vorrei applicarlo alle stelle variabili.


non sono un esperto nel campo, ma a "naso" direi che, a differenza degli ammassi aperti, su singole stelle il metodo del dereddening non puo' funzionare. Per gli ammassi, si può costruire il diagramma colore-mag. dell'ammasso (del tutto identico ad un diagramma evolutivo ma fatto su molte meno stelle) e confrontando quello con le curve teoriche, si può risalire a quanto il diagramma osservato si discosta dal valore teorico de-arrossato, quindi la differenza ti dà l'arrossamento. Ma su stelle singole, usando solo la fotometria, non è possibile separare l'arrossamento delle polveri dal colore intrinseco della stella: per un punto solo, infatti, passano infinite curve colore-magnitudine (nel caso dell'ammasso, invece, le differenti classi di stelle presenti ti permettevano di tracciare una unica curva), quindi avresti infiniti valori per l'arrossamento. Quindi ci si deve appoggiare ad altri tipi di misura.. (non so se sono riuscito a spiegarmi).

P.S.: non sono affari miei, ma.. :-) come mai sei interessato a questa correzione per le stelle variabili? non ti è sufficiente misurare la variazione in mag?

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..e riuscimmo a riveder le stelle.


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MessaggioInviato: mercoledì 27 giugno 2007, 16:40 
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Iscritto il: martedì 27 marzo 2007, 10:26
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mast ha scritto:
Ciao,

Mabuni1982 ha scritto:
Per info ti posso dire che è il metodo delle Redding-lines che anche Valter Arnò applica nel suo programma dedicato agli ammassi aperti. E' chiaro per gli ammassi ma io vorrei applicarlo alle stelle variabili.


non sono un esperto nel campo, ma a "naso" direi che, a differenza degli ammassi aperti, su singole stelle il metodo del dereddening non puo' funzionare. Per gli ammassi, si può costruire il diagramma colore-mag. dell'ammasso (del tutto identico ad un diagramma evolutivo ma fatto su molte meno stelle) e confrontando quello con le curve teoriche, si può risalire a quanto il diagramma osservato si discosta dal valore teorico de-arrossato, quindi la differenza ti dà l'arrossamento. Ma su stelle singole, usando solo la fotometria, non è possibile separare l'arrossamento delle polveri dal colore intrinseco della stella: per un punto solo, infatti, passano infinite curve colore-magnitudine (nel caso dell'ammasso, invece, le differenti classi di stelle presenti ti permettevano di tracciare una unica curva), quindi avresti infiniti valori per l'arrossamento. Quindi ci si deve appoggiare ad altri tipi di misura.. (non so se sono riuscito a spiegarmi).

P.S.: non sono affari miei, ma.. :-) come mai sei interessato a questa correzione per le stelle variabili? non ti è sufficiente misurare la variazione in mag?


Da quello che scrivi ti vedo abbastanza ferrato in materia e questo mi fa solo piacere. Il tuo ragionamento è molto valido e un pò mi ha aperto gli occhi; m'ero intestardito sul metodo del deredding ma è chiaro che per un solo "punto" non posso ragionare in termini di discostamenti delle curve.

Più ci penso e più mi sa che mi devo arrendere all'utilizzo di dati pre-esistenti.

risp al tuo PS: perchè vorrei arrivare ad associare alla variazione di mag anche la variazione di temperatua e raggio.

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Mabuni1982 ha scritto:
perchè vorrei arrivare ad associare alla variazione di mag anche la variazione di temperatua e raggio.


..anche qui, prendi quello che ti dico con le pinze, ma: se sei interessato solo alle variazioni nel raggio/temp. (es. R_max/R_min) ecc.. forse ti è sufficiente la variazione in magnitudini. Se hai una formuletta (ma qui io non so niente) che ti lega la luminosità della stella al suo raggio (come per le cefeidi, credo), prendendo la differenza in mag equivale a fare il rapporto tra le luminosità.. e magari riesci ad avere abbastanza velocemente un valore per il rapporto fra i raggi, così da poter dire: oggi la stella x ha un diametro 3 volte maggiore di 5 giorni fa (anche se non sai quale sia il valore esatto di nessuno dei due raggi). Questo, ovviamente, se non sei interessato ai valori assoluti dei raggi, ma solo, come dicevo all'inizio, a rapporti fra raggi in due momenti diversi.

Ciao

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mast ha scritto:
Mabuni1982 ha scritto:
perchè vorrei arrivare ad associare alla variazione di mag anche la variazione di temperatua e raggio.


..anche qui, prendi quello che ti dico con le pinze, ma: se sei interessato solo alle variazioni nel raggio/temp. (es. R_max/R_min) ecc.. forse ti è sufficiente la variazione in magnitudini. Se hai una formuletta (ma qui io non so niente) che ti lega la luminosità della stella al suo raggio (come per le cefeidi, credo), prendendo la differenza in mag equivale a fare il rapporto tra le luminosità.. e magari riesci ad avere abbastanza velocemente un valore per il rapporto fra i raggi, così da poter dire: oggi la stella x ha un diametro 3 volte maggiore di 5 giorni fa (anche se non sai quale sia il valore esatto di nessuno dei due raggi). Questo, ovviamente, se non sei interessato ai valori assoluti dei raggi, ma solo, come dicevo all'inizio, a rapporti fra raggi in due momenti diversi.

Ciao


Capisco il tuo ragionamento ma a me piacerebbe studiare i raggi in valore assoluto; cioè vorrei ragionare con variabili fisiche assolute.

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Mabuni1982 ha scritto:
Capisco il tuo ragionamento ma a me piacerebbe studiare i raggi in valore assoluto; cioè vorrei ragionare con variabili fisiche assolute.

Credo che basandosi solo sulla luminosità della stella (anche se rilevata nelle varie finestre ottiche) e sulla variazione di luminosità sia impossibile rilevare il valore assoluto del raggio.
Il raggio di una stella (singola) è una funzione di diverse variabili nelle quali entra, fra l'altro, la sua composizione e la sua massa.
Questi due fattori sono sconosciuti.
Ma basandosi solo sul diagramma HR puoi vedere che il rapporto che unisce la classe spettrale alla magnitudine assoluta della stella non è così definito per cui possiamo trovare variazioni non indifferenti fra stelle della medesima classe spettrale ma che hanno magnitudini assolute ben diverse.
A questo punto puoi trovarti con due stelle con magnitudine relativa identica, stessa classe spettrale ma con magnitudine assoluta diversa perché poste a distanze diverse. Logicamente potremo presupporre che la magnitudine assoluta sarà in questo caso una funzione del raggio, essendo la classe identica.
Ma non conoscendo la distanza si torna al punto di partenza.
Potremo calcolare il raggio conoscendo la massa e conoscendo la composizione e da qui arrivare alla distanza ma ci areniamo ancora.
Come ha detto MAST prima le variazioni relative di raggio saranno più facilmente rilevabili ma per quanto riguarda quelle assolute credo che i parametri a tua disposizione saranno insufficienti.

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