Enobarbo ha scritto:
Il Celestron CPC 800 XLT è l’ultima versione del famoso C8 di casa Celestron. È un telescopio computerizzato Schimdt-Cassegrain, di 203 mm di apertura e 2032 mm di focale: in questo l’ottica ha le stesse caratteristiche dei precedenti modelli.
Ma c’è una cosa in più, davvero notevole: il nuovo trattamento delle ottiche, che si chiama XLT.
A mio parere la Celestron ha superato se stessa perché rispetto al vecchio Starbright è molto più luminoso e non sembra un f/10.
Ho letto su diversi newsgroup inglesi i pareri di molti astrofili che hanno provato i Meade lx200 UHTC e le ottiche Celestron CPC con trattamento XLT.
A loro parere la formula UHTC Meade risulta equivalente al vecchio Starbright Celestron, quindi il trattamento XLT sembra davvero superiore.
Tuttavia, io non posso confermare queste ipotesi perché non ho mai usato un Meade e non ho avuto la possibilità di fare una prova comparativa. Mi limito solo a sottolineare la grande luminosità che caratterizza questi nuovi Celestron.
Prime impressioni:Il telescopio è davvero ben costruito: ha un robusto treppiede che si apre in pochi secondi, premendo semplicemente un tensionatore centrale. Il blocco ottica-forcella pesa intorno ai 19,5 kg ed è davvero pesante, però in compenso è massiccio. Per rendere operativo il CPC basta inserirlo dentro il relativo perno sulla parte superiore del treppiede, stringere le tre viti di blocco e si è pronti per iniziare la serata osservativa.
La base della forcella ha un diametro di 22 o 23 centimetri. Qui spiccano le varie porte per l’autoguida, la pulsantiera Nexstar e la porta PC che serve ad aggiornare il firmware dei motori. In più ci sono altre due porte per collegare accessori addizionali. La cosa che salta subito all’occhio sono le manopole delle frizioni: grandi e comode da usare, progettate per l’uso con i guanti. Anche la maniglia di trasporto è sovradimensionata, e la pulsantiera del Nexstar reca tasti altrettanto comodi. Si illumina di un tenue e gradevole colore rosso che ne rende possibile l’uso in piena oscurità senza dare fastidio all’osservatore. La forcella è molto robusta. Ha un design ergonomico ed è a mio parere la migliore forcella finora realizzata su strumenti commerciali, che spesso spiccano per le loro forcelle un po’ traballanti e sottodimensionate. Questo problema non esiste con il CPC. Il cercatore si innesta molto facilmente nel tubo grazie ad un sistema di tre anelli che sono protetti da un piccolo cuscinetto in gomma. Così non c’è pericolo di rigarlo quando si agisce sui pulsanti di collimazione.
Prova sul campo:Quando si accende il CPC per la prima volta, esso ci metterà un po’ per trovare il segnale GPS, che gli consente di acquisire in automatico le coordinate geografiche del sito osservativo e l’ora.
Una volta che la bussola elettronica interna ha “sentito” i satelliti necessari a chiudere la triangolazione parallattica per identificare la posizione del telescopio, appare sul Nexstar la scritta “GPS Linked”.
Esistono modalità di allineamento a tre stelle, a due, ad una singola stella e persino un allineamento con un oggetto del Sistema Solare, oltre alle modalità di allineamento in equatoriale (ma che si usano solo quando si monta la relativa testa equatoriale). Effettuare l’allineamento è semplice: il Nexstar ha una procedura guidata per indirizzare l’utente. Prima gli chiederà di centrare l’oggetto nel cercatore, poi nell’ottica principale. Niente paura, se per esempio volevate fare un allineamento a due stelle, e avete scelto per errore un pianeta ed una stella, tramite il menu “Identify” il CPC identifica l’oggetto prescelto per l’allineamento e prosegue
Una volta terminato l’allineamento, il telescopio è pronto per l’uso.
La prima luce col mio CPC:La prima osservazione ha avuto come oggetto la Luna in Primo Quarto. Usando l’oculare in dotazione, un x-cel 40 mm, oculare non eccezionale quanto a correzione ottica, ma dignitoso, ho ottenuto un immagine della Luna a x51 che mostrava già dettagli molto incisi anche se non contrastati. La luce che entrava nello strumento era eccessiva per il soggetto inquadrato e in questa occasione ho lamentato la mancanza di un filtro polarizzatore a effetto variabile.
Salendo ancora con gli ingrandimenti, ho usato un Baader Hyperion 5 mm, per sviluppare x406. Qui ovviamente si è fatta sentire la turbolenza, che affligge il C8 in serate non eccezionali, diciamo, dai x250 in su. Tuttavia la qualità ottica è notevole, e ne ho avuto la prova qualche sera più tardi, quando con lo stesso Hyperion 5mm ho puntato Giove in una serata di seeing discreto. Ho ottenuto un’immagine mozzafiato del pianeta gigante, ad un osservatore attento erano ben visibili la SEB e la NEB (Bande Equatoriali Sud e Nord), a dire il vero dettagli facili da vedere anche con strumenti di piccola apertura. Il maggiore potere risolutivo del C8 si è fatto subito sentire, in questo modo è stato possibile vedere anche alcuni festoni e alcune delle strutture più tenui del pianeta. Apparivano naturalmente prive di colori e in questo caso un buon filtro Baader Skyglow avrebbe esaltato il contrasto.
Ho osservato anche Marte nel periodo in cui il diametro apparente non era più generoso. Ho notato alcune tenui sfumature sul disco del pianeta e ovviamente niente di più, complice il cattivo seeing. Venere, invece, si è rivelato in tutta la sua bellezza mostrando distintamente la fase.
La cosa che mi ha impressionato favorevolmente è l’assenza di falsi colori anche attorno agli oggetti brillanti. Inoltre il sistema di messa a fuoco è morbidissimo, l’escursione del pomello è di 32 giri per arrivare da intra in extra focale.
Non posso parlare delle prestazioni del mio CPC sul deep-sky poiché vivo da un centro a forte inquinamento luminoso e finora non ho avuto occasione di spostarlo sotto cieli bui.
Accessori consigliati:Oculari Baader Hyperion, prisma diagonale XLT per sostituire il “cinesone” compreso nella confezione di acquisto. Paraluce, filtri polarizzatori a effetto variabile, filtri Baader Skyglow e UHC-S per tagliare le radiazioni parassite delle lampade stradali ai vapori di mercurio (se si ha la necessità).
Difetti:
Mancanza di cerchi graduati per il puntamento. Poiché il software dà la possibilità di spegnere – volendo – il GPS, sarebbe stato consigliabile averli.
L’alloggiamento in plastica della pulsantiera Nexstar, che si attacca sul braccio sinistro della forcella, è troppo sottile. Avrebbero potuto farlo più robusto, in considerazione della classe dello strumento.
Celestron non costruisce una valigia specifica per il trasporto. Bisogna acquistarne una JMI, davvero costosa.
Altri difetti… beh, non ne ho trovati! Complimenti alla Celestron per aver prodotto la serie CPC.
Complimenti per questa accura descrizione, molto chiara e ben scritta, rende molto bene l'idea dello strumento e delle sue potenzialità!
Sarebbe interessanante anche prove di oculari e di altre attrezzature che possono risultare utili ad altri astrofili!