GHISO983 ha scritto:
Esistono prove recenti dell'esistenza della materia oscura, anzi "prove" , in quanto alla discordanza della redshift, voglio ricordarti che la distanza delle galassie non è conosciuta molto precisamente, la stima se ricordo bene si basa sulla luminosità apparente di una classe di stelle dalla luminosità costante così tramite opportune equazioni si può risalire alla distanza delle galassie stesse senza usare la legge di Hubble, ma quelle misure non sono precise, e poi comunque si basano su ipotesi che non possono essere confermate, infatti nessuno è andato su andromeda a misurare effettivamente la luminosità assoluta di tali stelle.
Ti assicure che molti tra i principali bachi della teoria del big bang sono stati colmati considera anche che la teoria della gravitazione attuale sembra non spiegare il comportamento di oggetti distanti e forse va rivista e poi non esiste una trattazione quantistica della stessa!
Resta comunque il fatto che secondo me il principale problema della scienza moderna è proprio l'ottusità di alcuni scienziati che rifiutano delle teorie a èpriori, perchè dicono il contrario di quello che LORO hanno studiato!
In quewsto modo la scienza non può andare avanti!
Ma non per questo bisogna credere a tutto no?!

Mi pare di capire che ti stia riferendo al mio ultimo post di una decina di giorni fa; provo a dare seguito, scusandomi se invece stavi parlando ad altri.
Sulla "materia oscura", hai ragione: esistono "prove", che è giusto definire tra virgolette perchè prove non sono, ma semmai deduzioni (forse, meglio, inferenze) in base ad osservazioni interpretate avendo in mente la teoria che si intende provare: quindi, come avevo già detto, basate su un ragionamento circolare che non è poi così esaltante.
Sulla questione dei
redshift discordanti il discorso sarebbe un po' più complesso:
- intanto, la questione sollevata da Arp riguarda oggetti che appaiono fisicamente collegati e presentano
redshift differenti tra di loro; quindi non ha nessuna rilevanza il metodo di calcolo delle distanze, ma semplicemente la misura dello spostamento delle righe spettrali. E infatti la contestazione da parte dell'ortodossia riguarda non i dati in sé, inoppugnabili, ma il fatto che gli oggetti siano davvero collegati o non si tratti invece di semplice sovrapposizione prospettica (in certi casi difficile da digerire, però);
- poi, è certo vero che le distanze delle Galassie sono stimate, e che sarà così anche nel lontanissimo futuro, ma gli indicatori, le "candele campione", sembrano essere state collaudate a lungo, e con mezzi differenti: dalle cefeidi, alle supernovæ.
Hubble aveva derivato la sua "legge" basandosi sulle distanze delle galassie calcolate sulla luminosità delle variabili cefeidi, quindi fermandosi ad una distanza tutto sommato abbastanza piccola.
Poi è intervenuta la famosa relazione tra il redshift (interpretato in termini di velocità) e queste distanze, e di qui la "scoperta" della relazione lineare fra la distanza e la velocità di recessione.
A seguire, attestata questa "legge" (il cui parametro, la "costante di Hubble", è cambiato più volte nel tempo a dispetto del suo nome), si è passati direttamente alla relazione "velocità di recessione/distanza", dando per scontato che la luminosità assoluta delle galassie sia, mediamente, sempre la stessa per quelle dello stesso tipo.
Negli ultimi dieci/quindici anni, è poi scoppiato il caso delle "
supernovae Ia", considerate anch'esse "candele standard", che nelle galassie ad altissimo redshift si mostrano più deboli di quanto dovrebbero in base alla relazione velocità/distanza; ne è derivata, dalla automatica (forse acritica) applicazione della "legge di Hubble", che questi oggetti dovevano essere più lontani di quanto fornito dal metro di misura. Così, per metterci una pezza, è uscita la nozione di
energia oscura, che starebbe accelerando la velocità di espansione, fino ad allora considerata uniforme.
E qui, un'altra diatriba..., ma se dovessimo prendere per buona l'idea di Arp-Narlikar (Ipotesi della massa variabile, VMH,
Variable Mass Hypothesis, puoi trovare pubblicazioni scientifiche sul sito ADS della NASA), che attribuisce al
redshift una natura "intrinseca", che dipenderebbe dall'età dell'oggetto, tante cose andrebbero a posto da sole senza bisogno di "affari oscuri". Questo non significa che abbiano ragione loro, ma che ci sono ipotesi che spiegano questi "misteri" partendo dalle stesse realtà osservative e, sulla base di altri presupposti, arrivano a conclusioni del tutto plausibili.
Sono invece completamente d'accordo con il tuo giudizio sulla ottusità di chi rifiuta a priori l'ipotesi che altri (e non loro) hanno formulato, e penso che quasi certamente lo fa per non faticare a capirle (ma spesso anche perchè
business is business, e i finanziamenti non li vogliono perdere).
E' proprio per questo che, seppure molto poco ferrato in fisica, seguo gli eventi e cerco di valutarli con apertura mentale; e se intervengo così spesso e magari così monotonamente in questo e in altri forum è per cercare di stimolare quanti, come te, hanno invece la necessaria formazione per formulare giudizi critici, a non lasciare che la "fede" prenda il sopravvento: non bisogna credere a tutto, proprio come dici tu; anzi, direi che dobbiamo dubitare sempre di tutto; compresa, ovviamente, la vulgata dell'ortodossia: cosa che troppo spesso non è.
Cordialità.