Diciamo che [spiegazione volutamente semplice e breve]:
1. Ogni oggetto emette fotoni;
2. Il fondo cielo emette anch'esso fotoni;
3. Il ccd viene colpito da fotoni che generano una ricombinazioni tra lacune e elettroni nel silicio (è una struttura MOS in profonda inversione, ma qua ve la dovete studiare da soli

) generando un elettrone che rimane intrappolato nel condensatore che è il pixel fino alla lettura.
Se fin qui è tutto chiaro, allora la differenza tra i fotoni del punto (1) e quelli del punto (2) è che facendo una somma temporale quelli di (1) hanno tutti lo stesso segno (+++++...) mentre quelli da due hanno segni variabili nel tempo (dicesi "aleatori) e quindi (++-+----+-+---+-++...). Per chi ha fatto il liceo, vi ricordate i numeri complessi? Beh, tutto qui...
Alla fine del giro, la somma di tutto tende a circa N*e- (e- è il simbolo degli elettroni

) per la luce prodotta dall'oggetto, e a ValoreMedio(N*e-) per il fondo cielo (anche se non è proprio così ma è più chiaro).
Visto che il processo è lineare, nei primi T1 secondi il cielo e l'oggetto hanno luminosità comparabile, e quindi si vede poco (rapporto segnale su rumore, tipicamente misurato in 10*log10(PotenzaSegnale/PotenzaRumore) = SNR in deciBel (dB)), mentre mano mano che si aumenta l'esposizione e T1->T2 il valore medio del cielo è abbbastanza costante, mentre l'oggetto sale e sale finchè la dinamica non lo frena o il blooming non lo rovina.
E' il processo che si fa tutti sommando le immagini, in modo che il processo di rumore (numeri a caso anche con ampiezze comparabili, prossime al valore medio, ma con fasi aleatorie) rimanga pressochè costante; al contrario il segnale dell'oggetto si somma "in fase" incrementando sempre il suo valore.
La pellicola chimica soffre del difetto di reciprocità e non è assolutametne lineare come sensibilità nel tempo.
Spero di essere stato più chiaro - comunque, senza offendere nessuno

se si vuole fare imaging ccd queste cose vanno studiate bene, altrimenti ci si ritrova come è successo a me a parlare con un famoso personaggio di una rivista che leggete tutti a parlare di deconvoluzione, pensando di sapere chissà cosa... dimostrando però che non aveva mai capito nulla di quello che diceva.
Tutta la spiegazione esula volutamente dal considerare gli altri rumori che si generano nel dispositivo (lo shot in primis), e quello di lettura introdotto dagli amplificatori di linea.
Nemmeno io ho studiato fisica, però questo è il mio pane qutodiano per lavoro e per passione... e poi, ho fatto ingegneria anche per questo
Stefano