stevedet ha scritto:
Ragazzi, qui si tratta di intendersi. Io mica voglio dire che oggi non ci siano gravi problemi da risolvere. Io sto solo chiedendo in cosa la vita dei nostri nonni era meno dura della nostra. Nelle condizioni di lavoro? Non credo. Nel guarire da malattie? Direi proprio di no. Nelle faccende domestiche? No... Non esisteva neanche la lavatrice. Nei viaggi? Certo che no. Nella genuinità del cibo? Forse, ma vogliamo parlare dell'igiene nel prepararlo e della loro conservazione? Insomma, almeno io qualche esempio concreto ve lo porto.
be' hai fatto proprio un paio di esempi tu: le condizioni di lavoro sono peggiorate dagli anni '90 in poi, sicuramente in Italia, e molto, il sistema sanitario è peggiorato e di molto, almeno in Italia, il sistema previdenziale idem e le generazioni più giovani difficilmente potranno contare su pensioni decenti, le diseguaglianze economiche sono cresciute a dismisura ovunque, le democrazie liberali sono in crisi strutturale di rappresentatività, l'ex blocco comunista è disgregato, risalito da un crollo economico enorme, ma tutt'altro che stabilizzato.
I combustibili fossili su cui continua a basarsi la nostra economia stanno per esaurirsi, le risorse globali idem - la crisi climatica ed ecologica (stiamo anche disboscando a ritmi folli la foresta amazzonica, che è un polmone planetario) non ha precedenti noti in tempi storici. ed è di origine antropica, ossia di sistema: abbiamo un sistema economico insostenibile.
Altri indicatori incominciano a dare segnali non buoni: è vero, per esempio, che, dopo il tonfo dovuto al covid, l'aspettativa di vita è tornata ai livelli pre-covid, però (parlo per l'Italia) l'aspettativa media di vita sana contiuna ad abbassarsi.
La vita dei nostri nonni era ovviamente dura, per molti versi ovviamente più dura, ma che dire: anche sul Titanic si stava benone 5 minuti prima di cozzare.
Non sono un determinista assoluto, perché i fattori in gioco sono moltissimi, però è probabile che diversi punti di non ritorno siano stati toccati.
Senza discutere il concetto stesso di progresso (cosa che si potrebbe fare, ma non qui) e dando per scontato di capire come stiamo usando il termine, il grosso problema che vedo è che lo si dia per scontato. Si dà per scontato che il progresso sia una specie di entità mistica in continuo avanzamento e si dà per scontato che il progresso significhi sempre e comunque miglioramento delle condizioni di vita per tutti.
La storia insegna che il punto primo è tutt'altro che vero (tutte, ma proprio tutte, le civiltà dopo una curva ascendente tramontano, la crisi che ha portato dall'evo antico al medioevo è solo la meglio conosciuta e la più vicina a noi), il secondo punto direi idem: la rivoluzione industriale non ha portato nell'immediato a un miglioramento delle condizioni di vita della maggioranza delle persone, anzi.
Idem la rivoluzione agricola: si barattò la più continua disponibilità di cibo con un accorciamento della vita e peggiori condizioni igienico sanitarie (gli agglomerati urbani sono malsani, lo dico da cittadino impenitente e lo erano a maggior ragione nei bei tempi andati).
Non c'è nessuna legge della storia che ci dica come le cose andranno, ma nessuno ci garantisce che, se nel medioevo le infrastrutture romane sono andate a farsi benedire, non possa accadere altrettanto alle nostre in situazioni di crisi sufficientemente gravi.
Un altro esempio fantastico di "non progresso" è la cura dell'igiene in Europa: dopo la peste del '300 resisi conto che i bagni pubblici erano un luogo in cui si diffondeva il contagio, attribuirono il contagio all'atto del lavarsi e dall'inizio del rinascimento fino più o meno al XIX secolo gli europei diventarono puzzolentissimi e sporchi. In concomitanza con l'uscita dal medioevo e il passaggio al rinascimento e all'evo moderno.
Il progresso non è garantito e non è lineare.
@ Donato, mi dispiace che tu non sappia cosa si intende per crisi climatica... non posso convincerti io, ma si trovano facilmente molti dati. La questione degli eventi estremi è mal posta: non si tratta del solo del verificarsi di eventi estremi, ma del numero e dell'intensità dei suddetti. E non si tratta, ovviamente, solo di eventi estremi... quanto, per esempio, del superamento di soglie: lo scioglimento delle calotte polari, per esempio, riducendo la salinità degli oceani potrebbe compromettere le correnti oceaniche con conseguenze anche paradossali (aumento del freddo nell'Europa del nord a fronte di un aumento delle temperature medie globali).