Sembra il titolo di un film di fantascienza di serie B degli anni 60, invece è realtà.
Da un po’ di tempo sono tornato in possesso di un takahashi Fs128, il principe dei rifrattori. Il migliore? No. Il più raro? No. Il più bello? Forse si.
In ogni caso, è il telescopio ideale per l’astrofilo che ama osservare da casa senza patemi sul potere risolutivo, sugli ingrandimenti smisurati, sulla ricerca del massimo.
Il takahashi fs128 è un telescopio sincero: ad una prima occhiata riesci già a carpire quasi tutti i dettagli possibili dal telescopio e dalla serata. Mi spiego meglio: ho avuto tanti telescopi più grandi e più performanti, ma tutti avevano un’immagine più faticosa del bel giapponesino. Per osservare bisognava stare tanto all’oculare e cercare di carpire gli attimi di calma atmosferica per riportare il dettaglio su carta. Sicuramente un lavoro certosino, ma molto faticoso.
In questo periodo della mia vita preferisco qualcosa di più semplice: bei dettaglio, non troppi, sempre disponibili senza sforzo. La naturale conseguenza è la scelta di un doppietto da 5″. Un 6″ peserebbe di più e non avrei voglia di montarlo. Un 4″ da’ troppo poco sui pianeti, ti lascia sempre un senso di insoddisfazione.
Veniamo alla serata di ieri: seeing buono verso le 20, poi lievemente calato. L’umidità era talmente tanta che avevo i pantaloni bagnati quando sono rientrato in casa.
Ecco il bel taketto sulla mastodontica losmandy g11:
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Ho osservato sia saturno, a circa 260x in primissima serata ( senza disegno, ahimè), e poi due vicine osservazioni di giove:
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Il primo commento, dato che non osservavo sua gassosità da un po’, è che all’inizio ho confuso nord e sud. Osservavo senza diagonale, dunque il sud è sopra, ma non ho ricordi di una STB così netta e così vicina alla SEB, segno che è veramente tanto che non osservo.
La SEB l’ho vista molto ridotta in spessore rispetto alla NEB, altra novità.
Tutti sti dettagli naturalmente andranno confermati con le prossime osservazioni e confrontati con le bellissime immagini digitali dei colleghi astrofotografi.
Per la tecnica di disegno, ho cambiato: do’ un fondo con la matita b2, sfocato strofinando con un dito. Dopodiché segno con una b4 i dettagli più scuri e con la gomma pane “cancello” in modo da far risaltare i dettagli chiari. Un po’ come si fa con la tecnica di disegno al carboncino. Non se se sia meglio o peggio il risultato, ma ci impiego meno tempo.
Buone osservazioni!
Kapp