Marcopie ha scritto:
Marcopie ha scritto:
...Provo a fare un elenco (necessariamente incompleto) delle forzanti che hanno portato ad esistere gli esseri umani.
1 ) condizioni di partenza (massa del pianeta, distanza dal Sole, periodo di rotazione, disponibilità degli elementi chimici nelle giuste quantità)
Riapro questa discussione perché mi si è aggiunto un dettaglio (ché poi tanto
‘dettaglio’ non è). Stando a quanto illustrato in un documentario che ho avuto modo di vedere nei giorni scorsi, l’atmosfera di Venere è altamente tossica a causa di esalazioni vulcaniche. Venere ha migliaia e migliaia di vulcani distribuiti uniformemente sulla sua superficie. Anche la Terra presenta il fenomeno del vulcanesimo, ma sul nostro pianeta i vulcani sono distribuiti unicamente sui punti di faglia delle placche continentali. Tra gli altri effetti, il fenomeno della deriva dei continenti ha l’effetto collaterale di rimuovere la CO2 in eccesso dall’atmosfera fissandola nelle rocce, cosa che su Venere non avviene. Sul nostro
‘pianeta gemello’ non esiste deriva dei continenti perché la crosta rocciosa è molto più spessa di quella terrestre. La differenza è dovuta al fatto che la proto-Terra, a differenza di Venere, ha subito originariamente un impatto cataclismico con un altro proto-pianeta (Theia) e parte della sua crosta rocciosa è andata a formare la Luna. Pertanto Venere è un pianeta
‘tipico’, a differenza della Terra che è un pianeta
‘eccezionale’. Molte delle condizioni per la formazione e l’evoluzione della vita dipendono dalle caratteristiche di questo impatto primigenio. Diciamo che sarebbero bastate delle differenze minime nell’angolo di impatto ed avremmo avuto un periodo di rotazione diverso, una Luna meno massiccia, una crosta rocciosa più spessa con conseguente assenza di movimenti tettonici, un’atmosfera diversa e probabilmente molto più calda. Tutto questo avrebbe ottenuto di rallentare l’evoluzione biologica ed accorciare la
‘finestra utile’ per lo sviluppo di forme di vita intelligente, come pare essere successo su Venere e su Marte. Stante questa
‘eccezionalità’ dobbiamo rivedere le nostre aspettative di trovare altre forme di vita complessa, per non parlare di civiltà tecnologiche. Se il
‘pianeta tipico’ è Venere dobbiamo aspettarci che le atmosfere ultra-dense a base di anidride carbonica siano la norma, quindi che la
‘finestra di abitabilità’, ovvero la distanza dalla stella alla quale trovare acqua allo stato liquido sia spostata più in fuori rispetto a quanto fin qui ritenuto. Dobbiamo anche immaginare processi evolutivi più lenti, mancando gli effetti mareali e la deriva dei continenti. Anche le variazioni di temperatura stagionali e le periodiche glaciazioni sarebbero molto meno pronunciate, se non del tutto assenti. Stando poi a quanto emerge dai dati sui pianeti extrasolari, il nostro intero sistema planetario appare decisamente atipico. L’idea che l’unica civiltà tecnologica conosciuta si sia sviluppata in un contesto tanto peculiare non è molto confortante rispetto all’eventualità di venire mai in contatto con forme di vita aliene.

Non ho letto gli altri messaggi della discussione per cui la mia risposta è solo per il tuo intervento Marcopie.
Non sono tanto d'accordo con quanto hai scritto:
non so se ne è già parlato ma anche la gravità superficiale di un pianeta determina la velocità dell'evoluzione della vita su di esso, questo è un dettaglio di cui non si parla mai in quanto abbiamo un solo campione da esaminare, il nostro. Più la gravità è alta più veloce è l'evoluzione e viceversa, non mi chiedete il perchè altrimenti vi scrivo 100 pagine di spiegazioni.
Poi la questione dell'anidride carbonica: sia Marte che Venere, per modivi diversi, hanno atmosfere di anidride carbonica, la Terra sarebbe nello stesso caso SE NON avesse la vità, e già, è la vita che con la fotosintesi crea l'ossigeno nell'atmosfera, l'ossigeno O2 o O3 sono estremamente reattivi chimicamente e non possono sussistere liberamente per molto tempo senza reagire legandosi ad altre sostanze chimiche, e la vita ha aumentato progressivamente la percentuale dell'ossigeno fino al livello attuale in quanto gli era più congeniale, non sappiamo se il livello attuale è l'ideale o se la vita lo farà aumentare ulteriormente, anche di questo non si discute mai, parlo degli scienziati.
Un'altro parametro per l'evoluzione della vita è la temperatura: sui principali satelliti gioviani e su Titano, satellite di Saturno, in particolare per quest'ultimo, ci sono tutte le sostanze per creare la vita e forse vi è già nata, la sonda Europa Clipper lanciata giorni fa forse ce lo dirà, ma si sa già che quando il Sole, che sta aumentando gradualmente la sua temperatura superficiale e il suo diametro, avrà qualche miliardo di anni in più su quei satelliti la vita della Terra o quella originatasi su di essi sboccerà in pieno, ora, con le bassissime temperature ivi regnanti, l'evoluzione dovrebbe procedere lentissimamente rispetto a quella della Terra per cui ci possiamo aspettare che ci siano solo microbi o i loro equivalenti, ma in futuro ......
Spero di aver chiarito qualche "mistero" o interrogativo.
Comunque di tutto questo dovranno occuparsene scienze NON ancora nate come la esobiologia comparata, l'esopalentologia, l'esobiochimica, ecc. Naturalmente una scienza (umana) non nasce dal niente, nasce dall'interconnessione di altre scienze già esistenti e da nuove scoperte.
Ciao.
Roberto Gorelli