Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08 Messaggi: 9617 Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Fotografo
|
Ho scritto questo lungo brano sul profilo Facebook riguardo un personale resoconto tentando di descrivere una particolarissima notte di tanti anni fa. Penso possa fare ugualmente piacere se la ripropongo anche qui sul forum, rivolgendomi in particolare verso quelli che non sono iscritti e che seguono piacevolmente gli astri chiomati col fine unico di lasciarne testimonianza ai posteri. *** " Dopo aver letto i racconti e le emozioni di chi vide all'epoca la cometa Hale-Bopp esposti sotto le immagini dell'altro giorno, non posso fare a meno di raccontare quello che invece capitò a me la notte del 24 marzo 1996: la notte della cometa più incredibile che abbia mai visto!
Non si tratta della cometa Hale-Bopp, senza dubbio magnifica e che osservai e fotografai ogni notte di sereno quando passò alla minima distanza dalla Terra:
https://www.danilopivato.com/solar_syst ... _bopp.html
Ne si tratta di vecchie comete viste nell'arco di 54 anni di osservazioni e fotografie realizzate a quelle più luminose. Ne cito qualcuna tra quelle storiche: la Bennett nel 1970; la Kohoutek nel 1973; la West nel 1976; la Iras-Araki-Alcock nel 1983, la Halley nel 1986 e a seguire tutte le altre che contandole oggi non sono state poche.
https://www.danilopivato.com/solar_syst ... omets.html
Quando si trattava di comete luminose ero sempre li sul pezzo, sopra qualche cima di montagna a godermi lo spettacolo. Salvo la cometa Levy del 1990, non ne ho persa nessuna. Ritornando alla notte del 24 marzo 1996 mi trovavo a 1800m di altitudine per osservare e fotografare la cometa del momento: la C/1996 B2 Hyakutake. Una piccola cometa (non aveva un grosso nucleo come lo ebbe realmente la Hale-Bopp) con la peculiarità di passare molto, molto vicino (astronomicamente) alla Terra e questo avvenne la notte del 24 marzo 1996.
Faceva freddo e c'era molta neve in montagna e come sempre accadeva d'inverno c'era silenzio per decine di chilometri, ero in trasferta singola come spesso capitava. Il cielo ricordo, era nuvoloso in città, ma salendo in quota le nuvole iniziavano a diradarsi e le previsioni meteo per quella notte non erano esaltanti. Difatti riuscii a fare soltanto poche fotografie.
Raggiunto il luogo dove sovente montavo il setup, scesi dall'auto dopo aver spento i fari e atteso i minuti necessari per abituarmi all'oscurità. Di li a poco alzai la testa al cielo e lo spettacolo che apparve ai miei occhi fu strabiliante: rimasi a bocca aperta! Non credevo a quello che stavo osservando.
Per l'incredibile sorpresa mi lasciai cadere all'indietro sulla neve per godermi meglio l'euforia che nel frattempo stava salendo. La neve era fresca quindi soffice e la cometa poi era molto alta in cielo. Che spettacolo ragazzi, ripeto, mai visto nulla di così straordinario e soprattutto maestoso! Ancora oggi mi è difficile trovare le parole per descrivere lo stato emotivo di quell'attimo indimenticabile.
Urlai come solo mi capita farlo alla fine della totalità di un'eclisse solare, ma in quel momento lì ricordo, non fu un urlo liberatorio, bensì di estasi unita a commozioni frammiste a tante altre emozioni violente che percossero da cima a fondo l'intero sistema nervoso! L'urlo echeggiò fino a fondo valle quasi a voler scacciare quell'intruso dal cielo, ma che invece servì per darmene conferma su quello che stavo vedendo.
La cometa Hyakutake occupava più di 1/4 di cielo (occorreva ruotare la testa da sinistra verso destra per contemplarla interamente; il campo visivo standard degli occhi non era sufficiente) ed era luminosa come la Via Lattea che saliva ad est.
La prima preoccupazione fu quella di rendermi conto che occorrevano gli obiettivi grandangolari per fotografarla per intero, ma che purtroppo quella sera non li portai: fatto inammissibile per un veterano della fotografia. Avevo soltanto la Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics con il dorso 24x36mm e un teleobiettivo Contax Tele-Tessar Zeiss da 300mm f/4 anch'esso per il formato Laica. Mai avrei pensato che sarebbero stati necessari gli Zeiss Distagon, gli obiettivi grandangolari per le Contax.
La testa della Hyakutake grande quasi 2° (4 volte il diametro della Luna Piena!) era molto luminosa tanto da essere realmente difficile da stimare la magnitudine perché non avevo termini di paragone - nessun'altra cometa nel mio database mnemonico reggeva il confronto - si trovava nei pressi della stella gamma Bootes (Seginus), mentre la coda si sviluppava oltrepassando l'ammasso di stelle della Coma Berenice, giungendo fino nella zona più orientale della costellazione del Leone, precisamente nel triangolo di stelle composto da Beta Leo (Denebola), Iota Leo e Theta Leo (Chertan)! Quello che impressionava di quella visione ad occhio nudo era la maestosità stessa della cometa Hyakutake che si stagliava sul cielo nero dell'alta quota e poi perché era davvero grande, spaventosamente larga e grande, non uno "spauracchio" come lo fu la Hale-Bopp.
Un dato fra tutti per confronto tra le due comete.
La lunghezza delle code della Hale-Bopp ad occhio nudo non oltrepassò mai i 20°-25° di lunghezza, mentre la cometa Hyakutake quella notte superò abbondantemente 50° di lunghezza (nella lotteria delle poche stime che si avvicendarono al Minor Planet Center in quel periodo qualcuno asserì di aver visto addirittura 60° di coda della Hyakutake. Su Wikipedia oggi si leggono 80°... ), in ogni caso 50° di coda assicuro sono davvero tanti, diventano opprimenti sopra le nostre teste!
Fino a quando non capiterà un evento di un'altra cometa del tutto simile difficilmente si maturerà la consapevolezza dell'apparenza in cielo di un oggetto luminoso e gigantesco, estraneo alla routine della conoscenza che abbiamo del cielo. E' l'esperienza acquisita che farà da "fil rouge".
Con 50° di coda luminosa come quella della cometa Hyakutake, inconsapevolmente, riaffiorarono i ricordi delle letture dove si narra delle paure ancestrali vissute dai nostri antenati i quali sotto cieli bui rimanevano terrorizzati da simili visioni.
Un mostro dunque di 50 e più gradi di coda che con la sua massiccia presenza in quel cielo buio e nero si è permesso di allarmare anche chi fosse abituato agli oggetti cometari da tanti anni.
Non sono stato l'unico ad aver vissuto questo tipo di emozioni osservando la cometa Hyakutake nella notte del 24 marzo del 1996, siamo stati in pochi, ma tutti concordiamo sulla maestosità della cometa Hyakutake, dando realmente credito a quanto scritto.
Con la Hale-Bopp tali sensazioni non ci furono, troppo vivo il ricordo l'anno prima della cometa Hyakutake.
Nei giorni successivi il 24 marzo il meteo non collaborò sia in Europa e sia per buona parte degli USA, la cometa Hyakutake finì per allontanarsi rapidamente e definitivamente senza concedere altre opportunità. La volta successiva tallonando come non mai le previsioni meteo, ebbi modo di fotografarla nuovamente soltanto il 30 marzo, ma ormai era diventata come tante altre comete.
Fummo in pochi ad osservare la cometa Hyakutake la notte del 24 marzo.
Se è vero che ogni grande opportunità porta un filo di esperienza quella notte la cometa Hyakutake mi ha insegnato ad essere perseverante, a non credere ciecamente nei pareri degli altri, ad agire secondo il proprio istinto e a crederci fino in fondo, perché ogni opportunità potrebbe essere l'ultima.
Potrei continuare a raccontare maggiori dettagli di quella meravigliosa notte, tipo: quanto la Hyakutake si spostasse velocemente in cielo: 1/2° ogni 30 minuti circa, praticamente un NEO. Il moto si percepiva distintamente in diretta nel corso della guida (le tracce stellari nella fotografia da 15 minuti di posa su pellicola analogica ne sono l'evidenza). Oppure quanto fosse semplice guidare a mano sul falso nucleo della cometa a x100 ingrandimenti tanto era luminoso e puntiforme, ma credo di aver scritto abbastanza. L'epilogo di questo lungo racconto esige una sentenza del tutto personale, perentoria e inappellabile.
La cometa Hyakutake è stata la visione più incredibile fra tutte le comete che mi sia capitato di osservare partendo fin dal 1970, l'ineguagliabile ed unico primato oltre ad essere il punto di riferimento da quella notte in poi per chi riuscì, come me, ad osservarla in condizioni ottimali. Ripensandoci ancora dopo tanti anni e con un filo di rammarico, la Hyakutake fu persino l'unica cometa a suscitare quello stato emotivo di "paura" fra gli appassionati dell'epoca moderna.
Cosa che con la Hale-Bopp non avvenne! https://www.danilopivato.com/solar_syst ... utake.htmlAllegato:
hyakutake_1996.jpg [ 1.07 MiB | Osservato 1533 volte ]
Cari saluti, Danilo Pivato
|
|