B&W ha scritto:
Ora chiedo troppo ma ci provo: non so se è prevista una integrazione all’articolo ma nel caso e se ci fosse (o ci sarà) “la possibilità strumentale”, sarebbe interessante anche un approfondimento/comparazione tra le varie fasce e modelli di ADC. Argomento che dalle nostre latitudini ci sta particolarmente a cuore e spesso dibattuto in circolo vizioso. Penso che il 90% degli imagers planetari amatoriali utilizziamo i classici e commerciali ZWO, Omegon, Tecnosky ecc ecc che suppongo siano tutti della stessa fattura e dai quali sicuramente traiamo benefici ma volendocisi spingere oltre cominciano i dubbi e le lacune sia tecnici e sia eventualmente riguardo la reperibilità (evitando di fare fesserie).
Grazie ad entrambi per l'apprezzamento sull'articolo.
tuvok ha scritto:
B&W ha scritto:
... però, chi più di te…?...
magari qualcuno che ogni tanto il pianeta ce l'ha anche sotto gli 89 gradi?

Come sostiene Tuvok, è difficile esprimere commenti sugli ADC senza averli testati personalmente

Tuttavia, posso condividere alcune osservazioni, partendo dallo ZWO che ho utilizzato in passato.
Questa soluzione, presentata da ZWO e replicata con marchi diversi (presumo anch'essi prodotti dalla stessa fabbrica), è una soluzione semplice con due prismi in H-K9L, equivalente cinese del BK7. Funziona, ma presenta due problemi significativi. In primo luogo, devia lateralmente il fascio luminoso in arrivo, anche a posizione zero! Ogni volta che si regola la dispersione, l'immagine tende a spostarsi nel campo o addirittura fuori da esso. A mio parere, questo problema è intollerabile, specialmente quando si lavora con sistemi che hanno un campo corretto relativamente piccolo. In tali casi, diventa impossibile capire se si sta operando all'interno del campo corretto o altrove.
Il secondo problema è l'introduzione di un astigmatismo visibile, un aspetto che è stato notato da molti, compreso te, Daniele, se non ricordo male. Non sono sicuro che questo problema sia specifico di ZWO e cloni o se anche appaia con gli ADC equivalenti prodotti da Pierre Astro e
ASH. Mi viene tuttavia da pensare che l'astigmatismo sia un problema intrinseco allo schema ottico e sia strettamente legato alla deviazione laterale del fascio luminoso.
La seconda categoria di ADC usa due prismi di Amici al posto dei singoli prismi a cuneo. Ogniuno di questi prismi di Amici è realizzato con da una coppia di vetri differenti, scelti per non introdurre né aberrazioni né deviazioni, mantenendo l'oggetto al centro durante la regolazione.
Che io sappia ci sono due brand che producono questa soluzione, entrambi tedeschi. Il primo è
Gutekunst Optics, che offre soluzioni che costano un rene e disponibili con aperture di 28mm o 38mm. Il secondo è
Greatstar, che offre un modello meno costoso (ma comunque non economico), con un'apertura più limitata di 17mm. Quest'ultimo modello è particolarmente popolare oltre confine dove sta guadagnando apprezzamento tra molti appassionati, anche se non sono sicuro dell'adozione nel nostro paese. Nel caso tornassi in Italia, quello di GreatStar sarebbe il modello di ADC che preferirei.
Ciao
Marco