Marcopie ha scritto:
megacut
Sono stato anch'io appassionato di fantascienza, in passato. Ho letto i classici dell'età d'oro (Campbell, Brown, Pohl, Asimov). Poi, però, ho letto anche testi scientifici, ed ho realizzato che non tutto quello che la fantasia umana è in grado di immaginare può realmente esistere in realtà. J. W. Campbell Jr. immagina un'astronave aliena dotata di
'oblò fatti di luce condensata'... Un po' alla volta mi sono messo a smontare con basi scientifiche le
'invenzioni' degli scrittori di fantascienza, e in mano mi è rimasto molto poco, quasi nulla. A quel punto ho realizzato la differenza sostanziale tra realtà e narrazione, ho compreso il fascino della narrazione e le sue necessità antropologiche, ma anche la sua sostanziale distanza dalla realtà fattuale. In ultima istanza ho finito col separare il mio desiderio di indagare la realtà dall'aspettativa (umana) che la realtà stessa sia una realtà confortante, tale da assecondare i miei bisogni emotivi.

Io faccio parte delle due categorie, ricerca astronomica (scienza) e fantascienza: vorrei solo dire che la fantascienza DEVE essere NON scientifica altrimenti diventa una cronaca, tu lo leggeresti un libro di fantascienza su una missione Apollo 18? Certamente no. Io scrivo, o almeno spero di scrivere fantascienza "Space opera", fantascienza hard (non porno), ossia che sia accettabile scientificamente e vi posso assicurare che è difficilissimo, per uno dei racconti, in stand by da ormai decine di anni, dovrei "riscrivere" buona parte della fisica come è conosciuta oggi, potete immaginare se riuscirò mai a finirlo!
Uno degli scopi della fantascienza, IMHO (In My Humble Opinion = a mio modesto parere), è quello di illustrare "possibilità" che non si possono (oggi) dimostrare scientificamente e/o matematicamente.
Tutto quanto detto in questa discussione, probabilmente è reale ma sono solo una parte delle possibilità e quindi solo una parte della realtà: per favore non chiedetemi di dimostrarlo, non sono in grado di farlo, ne io ne nessuno attualmente vivente.
Ciao.
Roberto Gorelli