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Sarà sicuramente questa formula.
Il campionamento ideale serve per far sì che il diametro dello strumento venga sfruttato in pieno.
Quindi che la risoluzione teorica raggiungibile da quel diametro possa essere raggiunta.
Dico teorica perché c'è sempre il seeing a rovinarci i piani e ad abbassare questo limite strumentale.
La tecnica del lucky imaging (ovvero congelare istanti di buon seeing grazie all'alto framerate delle nuove camere planetarie) consente di raggiungere tale limite con più facilità.
La risoluzione dello strumento, però, varia in funzione della lunghezza d'onda a cui stai riprendendo.
Nel blu la risoluzione aumenta, nel rosso diminuisce.
Quindi, semplificando, se usi un filtro che ha una lunghezza d'onda specifica, devi usare quella per calcolare la lunghezza focale teorica ideale da utilizzare con la camera che ha quella dimensione di pixel.
Se usi una camera a colori, puoi scegliere la lunghezza d'onda "che sta nel mezzo", ovvero il verde che si piazza a 555nm sullo spettro elettromagnetico.
E' importante trovarsi sempre vicino alla lunghezza focale ideale.
Puoi superarla a seconda della bontà della turbolenza atmosferica.
Ma non conviene stare troppo sotto perché rischi di sotto-campionare e di perdere risoluzione e, quindi, dettaglio.