Dico la mia sul seeing da dobsoniano (visualista).
In realtà quello che generalmente si definisce seeing, comprende il disturbo cumulativo dato dalla somma di due distinte turbolenze, alla formazione della tacca di diffrazione visibile nei suoi anelli chiaro scuri con lo star test, che è quella che permettendo una messa a foco più puntuale contiene l'informazione.
Una delle due componenti è la turbolenza atmosferica, che è quella che sta "fuori" dal tubo ottico,
sulla quale non ci sono che due possibilità di miglioramento. La prima possibilità è di posizionare il telescopio su un prato erboso, che per sua natura è sempre "più fresco", invece di un suolo di cemento o asfalto sempre comunque caldo e generatore di correnti ascensionali turbolente.
La seconda possibilità è di inquadrare oggetti che non siano prospetticamente posizionati sopra i tetti di case, la cui colonna d'aria calda partecipa altrettanto pesantemente alla distruzione della tacca di dìffrazione.
La seconda componente di turbolenza è quella più devastante, ma questa è correggibile con l'acclimatazione del telescopio, ed
è' la turbolenza che sta "dentro" il tubo ottico provocata dal telescopio quando è più caldo della temperatura dell'ambiente di osservazione. Si tratta quindi purtroppo di una caratteristica molto sensibile prevalente nei tubi chiusi come i catadiottrici, dove lo specchio all'interno del tubo deve faticare assai di più di quanto fatichi di suo lo specchio di un telescopio dobson Newton dotato di aspìrazione dello strato limite turbolento.
Purtroppo la temperatura ambiente cala velocemente in serata, e uno specchio dentro un telescopio che parta già con una differenza di tre o quattro gradi più alta rispetto alla temperatura ambiente in discesa, non ha alcuna possibilità di recupero e non mostrerà mai allo star test la tacca di diffrazione intera e solo magari ondulante. Unica soluzione migliorativa è far si che il telescopio sia conservato in una stanza a temperatura uguale a quella esterna di prima serata osservativa. Rendendo già da subito visibile una tacca di diffrazione già quasi intera, confidando che il divario di temperatura in discesa si manterrà vicino all'ambiente.
La prova del nove sulla acclimatazione avvenuta con certezza è la visione all'oculare della tacca di diffrazione intera, anche se ancora ondulante. Credo che l'uso del programma MetaGuide su un telescopio "fesco" come indicato, mostrerebbe col suo stacking una tacca di diffrazione assai migliore.
Con telescopi come i dobson che hanno una grande apertura, il problema è pure molto sentito,
ma chi volesse vedere qualche interessante filmato di comportamento reale, e qualche simulazione termica, per approfondire l'argomento acclimatazione, oppure qualche risultato fotografico controllando ove possoibile la temperatura, può farlo guardando i seguenti link:https://www.grattavetro.it/simulazioni- ... hio-caldo/https://www.grattavetro.it/acclimatazio ... possibili/https://www.grattavetro.it/raffreddamen ... elescopio/https://dobsoniani.forumfree.it/?t=77600655Sarebbe curioso conoscere la temperatura di uno specchio chiuso in un catadiottrico. Ma io, l'ho fatto nel mio Dobson (vedi secondo link) con una sonda termica da temperatura esterna grande come un Led, attaccata dietro il primario, e uno termometro da automobile che misura l'ambiente e l'esterna .
In un catadiottrico si può infilare la sonda termica dentro al foro dell'oculare per rendersi conto di come va (..non bene?) la temperatura.
_________________
WWW.GRATTAVETRO.IT, blog del fai da te astronomico