Con un'impressionante somiglianza ad un debole ammasso globulare avente concentrazione stellare relativamente poco compressa,
Leo II è in realtà una galassia nana sferoidale appartenente al Gruppo Locale, individuabile presso i confini orientali della costellazione
zodiacale del Leone.
Distante circa 690 mila anni luce (200 Kpc) dalla Terra è una delle 24 galassie satelliti, attualmente conosciute (2021) della Via Lattea,
almeno stando a quello che scrive:
Tollerud, E.; et al. (Nov 2008) nel suo "
Hundreds of Milky Way Satellites? Luminosity Bias in
the Satellite Luminosity Function". Astrophysical Journal. 688 (1): 277–289].
Insieme a Leo I, altra galassia nana sferoidale, risultano la coppia più distante fra le galassie nane satelliti della Via Lattea.
Scoperta nel 1950 da Robert George Harrington e Albert George Wilson, astronomi statunitensi del XX secolo, analizzando lastre fotografiche
analogiche Eastman Kodak tipo 103a-E (rosso) e 103a-O (blue), ottenute con il telescopio Schmidt da 48" dell'Osservatorio di Mount Palomar
in California, a mio modesto parere - amatorialmente - non si tratta di un soggetto particolarmente complesso da fotografare: occorre
innanzitutto disporre di setup fotografici in grado di registrare stelle deboli, almeno di 19^ - 19,5^ magnitudine, poichè le sue 30 stelle più
luminose sono comprese tra la 18^ e la 20^ magnitudine.
Beninteso, più che opportuna la necessità di disporre anche di un cielo poco inquinato.
La galassia in prossimità del suo centro fisico presenta una stella luminosa di magnitudine 13,01^ (r) che rende ancor più verosimile la somiglianza
con un ammasso globulare della Via Lattea.
Leo II non mostra ne un nucleo centrale, ne condensazioni locali, ne regioni HII e ne ammassi globulari.
Secondo un'analisi condotta da Serge Demers e M. J. Irwin "
Deep CCD photometry of the dwarf spheroidal galaxy Leo II - Monthly Notices of
the Royal Astronomical Society, Vol 261, 657-673 (1993)", si sa per certo che Leo II contiene diverse stelle variabili di tipo RR Lyrae, attualmente
però classificate come
candidate, con due stelle giganti considerevolmente rosse, ma fino ad oggi non risultano pubblicazioni scientifiche che
ne confermino l'esistenza! L'unica analisi sulle stelle variabili sulla galassia Leo II venne effettuata da Henrietta Hill Swope tra il 1967 e il 1968.
La struttura di Leo II è stata indagata e studiata dall'immancabile Paul William Hodge (1962) e anche da Demers & Harris (1983), i quali furono i
primi a dimostrare la forma sferica di questa galassia.
https://www.danilopivato.com/tabulae_co ... big_L.htmlCari saluti,
Danilo Pivato
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