Ciao, aggiungo la mia esperienza a quanto riportato in un thread di alcuni giorni fa. Da lungo in possesso di un PST40 prima serie, complice il lockdown casalingo ho ritrovato interesse per le osservazioni solari. Nell’ampia offerta attuale mi ha incuriosito il Daystar Quark Cromosfera per la versatilità di impiego su diversi strumenti. Esso incorpora una Barlow telecentrica 4.3x e offre il massimo contrasto sopra f/25. Permette di vedere il disco intero per focali fino a 450 mm circa, e dicono che offra dettagli mozzafiato in rifrattori di media apertura. Avendo letto della qualità variabile dei Quark, l’ho preso da un venditore che considero super-affidabile, competente e onesto, il quale l’ha gentilmente collaudato prima di spedirmelo.
Ho provato il filtro sia in visuale che imaging su una AZ-EQ6 con:
- cercatore 60 f/4 diaframmato a 40 mm, con filtro Ha 35 nm oppure UV/IR cut come ERF interno da 1.25”: super-economico per vedere e riprendere facilmente il disco intero, consigliatissimo per iniziare (non fa rimpiangere il PST40). Usato a piena apertura è piuttosto scadente, a 40 mm (f/26 effettivo) funziona bene e a 30 mm scurisce troppo senza aumentare il contrasto.
- Televue Ranger 70 f/6.8 sempre con ERF interno Ha 35 nm oppure UV/IR cut su diagonale: setup leggero e immediato, gradevolissima media risoluzione ma non a disco intero.
- FSQ85 f/5.3: strumento più pesante, richiede un ERF frontale da 75 mm (per arrivare a f/25 occorre comunque diaframmare), mostra il disco intero (dettagli simili al Ranger). Il focheggiatore molto migliore di quello elicoidale del Ranger agevola l’imaging. A piena focale è facile comporre il disco intero con ASI174MM e un mosaico 1-2-3-2-1. Il dettaglio nelle immagini a 2 m di focale effettiva e apertura 70 mm è migliore che con 40 mm a 1 m di focale.
- TEC140 f/7: primi test diaframmato a 120 mm, essendo i dettagli limitati dal seeing e non migliorando la resa a 140 mm ho preferito non scaldare troppo l’aria nel tubo… Qui uso un ERF interno Ha 7 nm da 2” (da deep sky) sul diagonale: è abbastanza lontano dal piano focale, fa il suo lavoro in sicurezza ed espelle il calore attraverso la lente. Uso un diaframma mobile da 40 mm sul tripletto che trasforma il TEC in un gigantesco cercatore agevolando la centratura in sicurezza, e quando non osservo/riprendo limita il calore interno. Quando il seeing è all’altezza, è davvero un’esperienza eccezionale!
Da quanto leggo, stessi risultati si ottengono con telescopi più economici: io ho usato anche i miei strumenti da deep-sky imaging, non li ho certo presi apposta per il Quark!
Lo scopo degli ERF è normalmente prevenire l’eccessivo riscaldamento del filtro interno di rigetto del Quark stesso. L’ERF frontale su FSQ85 serve a proteggere il gruppo di lenti interno: non avendo i dettagli del progetto ottico dello strumento evito di focalizzare il fascio retroriflesso da un eventuale ERF interno sul gruppo di ottiche spianatore. Il rischio non sono tanto i vetri (trasparenti!) ma eventuale polvere su di essi che brucerebbe danneggiando il coating. Il TEC ha un tripletto in olio (inorganico) che a detta di Yuri Petrunin può essere usato tranquillamente per osservazioni solari (Ha, Herschel), e di fatto molti lo usano anche per questo scopo. Gli imager solari più esigenti usano un ERF esterno (che costa più del Quark) per bloccare il calore ed evitare turbolenza nel tubo che deteriora le prestazioni. Il mio filtro Ha 2” da 7 nm semplicemente protegge il Quark da un carico termico eccessivo, in più uso il piccolo accorgimento di diaframmare ogni tanto la lente a 40 mm per non scaldare troppo l’interno del tubo e compromettere osservazioni e imaging ad alta risoluzione. Avessi avuto dubbi sull’uso sicuro del TEC, avrei preso un 120 mm economico, non certo un ERF da 160 mm.
Importante: il filtro va accuratamente sintonizzato in temperatura per massimizzare contrasto e dettagli. Si può fare visualmente, notando come varia il contrasto di una protuberanza o filamento. Ci sono 11 impostazioni di temperatura (da -5 a +5) selezionabili con una manopola: cambiando setting occorre attendere 7 min affinchè si stabilizzi la lucina verde, quindi richiede pazienza e condizioni meteo non variabili. Oppure si può misurare il contrasto su un dettaglio dell’immagine al variare della temperatura impostata, come ho fatto io su una protuberanza, e determinare il punto di lavoro ottimale del filtro. (mi aspetto che cambi stagionalmente)
Spero possa essere utile per chi sta pensando al Quark, per capire se fa o meno al caso suo! Le foto allegate sono i miei primi esperimenti senza pretese (perdonate l’over-processing dovuto all’eccitazione iniziale), giusto per dare un’idea.
Cieli sereni,
Antonio
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setup 60 f4.jpg [ 200.25 KiB | Osservato 966 volte ]
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quark tuning.jpeg [ 116.27 KiB | Osservato 966 volte ]
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