Anche questa sera sono seduto in giardino ad osservare il nostro cielo di pianura. L'SQM mi dà 18. Non c'è male. Non uso strumento e guardo le stelle così come si presentano, senza identificarle. La mia passività mi induce ad usare la fantasia e così immagino di trovarmi in una stanza di vetro cubica. Davanti e sopra l'universo senza limiti. Non riconosco le stelle, ma lo spettacolo è affascinante. Nella parete di fondo alle mie spalle, c'è una grande libreria che contiene un numero illimitato di volumi. Ne apro un paio: sono scritti in una lingua sconosciuta, forse di qualche civiltà precedente alla comparsa dell'uomo e quindi completamente dimenticata. Immagino ottimisticamente che i libri contengano l'esposizione della verità del TUTTO, ma che ci voglia un codice per decifrarla. Desisto ma osservo che a destra e a sinistra esistono altre stanze in vetro, uguali alla mia. L'inquilino di destra, dopo avere osservato a lungo un corpo celeste, si affretta a prendere appunti, sperando di avvicinarsi alla verità. L'inquilino di sinistra sembra assorto sulle sue carte, dove va compilando formule lunghissime senza arrivare a conclusioni. A ben guardare, altre stanze ne prolungano la teoria e, a lungo andare sembrano convergere, quasi impercettibilmente a una linea curva, verso un punto lontano. Perciò a destra e a sinistra c'è una lentissima disposizione a piega fino a incontrare tutte le stanze, probabilmente dopo migliaia di anni luce. Potrebbe risultare così un anello immenso, una galassia, appunto, che immagino ruoti lentamente su sé stessa per l'eternità. Ma rimane sempre la conoscenza della verità, racchiusa come ho detto, nei libri della grande biblioteca. Anche se in fondo spero nella sua rivelazione, essa per ora sprofonda nell'ignoto. Ma un giorno, ed è questo che penso, essa ci sarà rivelata e finiremo per conoscere altri mondi, altri universi, altre sconfinate dimensioni. Per ora la galassia, con il suo carico umano ignaro, ruota lentamente, mantenendo i suoi segreti.
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