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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 7:53 
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Iscritto il: lunedì 9 novembre 2020, 13:32
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Volevo chiedere a tutti voi se avete esperienza nell'uso con RIFRATTORE APOCROMATICO del correttore di dispersione atmosferica che tanto cita Damian Peach?
Vi aggiungo il Links del prodotto a cui lui fa riferimento, sembra esisterne uno solo della ZWO :

https://www.skypoint.it/it/spianatori-e ... c-125.html

Leggendo le varie istruzioni per l'utilizzo dell'oggetto, a me sembra che la lente apocromatica di un qualsiasi Rifrattore, faccia esattamente lo stesso ufficio.
Lascio a voi esperti discernere e sviscerare l'argomento.
Vi ringrazio anticipatamente


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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 10:07 
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Ciao! Perché pensi che le lenti del telescopio facciano la stessa cosa con l'atmosfera?

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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 10:58 
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Iscritto il: lunedì 9 novembre 2020, 13:32
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Perché la lente di un buon apocromatico mi porta comunque tutte le frequenze RGBV in un unico punto focale preciso .
Da quel che ho capito, ma potrei sbagliare, il correttore di dispersione atmosferica, fa la stessa cosa di quel che fanno le lenti apocromatiche!


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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 11:43 
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Il correttore corregge la dispersione ( rifrazione) atmosferica che si manifesta quando la luce incontra l'atmosfera con angoli incidenti molto bassi ( 10/20°)
In pratica è l'immagine che va aggiustata non l'obiettivo( lenti o specchi del telescopio).
Ciao

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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 11:58 
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L'atmosfera e il vetro sono due elementi che partecipano a scomporre lo spettro luminoso.
Se usi un vetro che non scompone lo spettro (l'apocromatico) risolvi solo uno dei punti di rottura: rimane pur sempre l'atmosfera.
Il comportamento dell'atmosfera viene corretto introducendo due prismi che simulano un'atmosfera al contrario, ricomponendo lo spettro.

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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 21:53 
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mario de caro ha scritto:
Il correttore corregge la dispersione ( rifrazione) atmosferica che si manifesta quando la luce incontra l'atmosfera con angoli incidenti molto bassi ( 10/20°)
In pratica è l'immagine che va aggiustata non l'obiettivo( lenti o specchi del telescopio).
Ciao


Capisco tutto quello che dite e lo condivido, però continuo a non capire perché non mi fate due distinguo:
1) l'atmosfera scompone come un prisma le frequenze RGB
1.1) in uno SC o in un Newton questi segnali RGB arrivano e vengono più o meno riflessi arrivando sul fuoco, leggermente scomposti, ovvero non perfettamente coincidenti nello stesso punto

2) in un Rifrattore Apocromatico, i segnali RGB arrivano sempre ad incidere le lenti, ancora scomposti dalla diffrazione atmosferica, ma questi dovrebbero essere ricomposti dal tripletto apocromatico ad essere coincidenti in un medesimo e preciso punto focale

Se sbaglio, aiutatemi a capire dove è perché


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MessaggioInviato: domenica 7 febbraio 2021, 22:18 
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Sbagli nel punto di partenza del tuo concetto :)

Il tuo concetto mischia e confonde i due fattori aberranti, quando in realtà sono due e ben distinti.
Semplificando, l'atmosfera si comporta come un prisma e porta una dispersione dello spettro.
Poi c'è l'eventuale aberrazione cromatica introdotta da un sistema ottico a lenti che non porta tutte le frequenze dello spettro luminoso nello stesso punto di fuoco.

Analizziamo e semplifichiamo.

Prendiamo la stella allo zenit. Vega che è bella luminosa ed è bianco-azzurro.
Un telescopio a specchi te la mostra senza alcuna aberrazione cromatica.
Lo stesso telescopio a riflessione, con Vega al tramonto, te la mostrerà con una bava di blu ad est e una bava di rosso a ovest (ovvero il blu sarà nella direzione dello zenit e rossa verso l'orizzonte).
Questa è dispersione atmosferica.

La stessa situazione, ma con un telescopio acromatico, viene peggiorata dalla lente che diffrange le frequenze dello spettro elettromagnetico in punti focali differenti.
Allo zenit, Vega verrà mostrata comunque con spettro secondario consistente, anche se l'atmosfera non introduce dispersione.

E' l'atmosfera che crea il problema della dispersione, non il telescopio che utilizziamo.


Allegato:
dispersionHorizon.PNG
dispersionHorizon.PNG [ 69.79 KiB | Osservato 1453 volte ]

i valori corrispondenti alla z corrispondono alla distanza dallo zenit verso l'orizzonte e sotto trovi la dispersione misurata in secondi d'arco man mano che si scende verso l'orizzonte. Tutto questo a prescindere dallo strumento utilizzato.

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MessaggioInviato: lunedì 8 febbraio 2021, 10:55 
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Per semplificare
Se hai una Ferrari ( nel caso il rifrattore apo) e devi andare su una strada ghiacciata( nel caso in oggetto il pianeta basso sull'orizzonte ) non cambi la macchina ma ottimizzi la tenuta di strada sostituendo gli pneumatici da asciutto con quelli per il ghiaccio ( in questo caso il correttore di dispersione)
Non devi confondere le lenti dell'obiettivo con i prismi del correttore : hanno solo una cosa in comune : che sono fatti di vetro :D

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MessaggioInviato: lunedì 8 febbraio 2021, 13:12 
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davidem27 ha scritto:
Sbagli nel punto di partenza del tuo concetto :)

Il tuo concetto mischia e confonde i due fattori aberranti, quando in realtà sono due e ben distinti.
Semplificando, l'atmosfera si comporta come un prisma e porta una dispersione dello spettro.
Poi c'è l'eventuale aberrazione cromatica introdotta da un sistema ottico a lenti che non porta tutte le frequenze dello spettro luminoso nello stesso punto di fuoco.

Analizziamo e semplifichiamo.

Prendiamo la stella allo zenit. Vega che è bella luminosa ed è bianco-azzurro.
Un telescopio a specchi te la mostra senza alcuna aberrazione cromatica.
Lo stesso telescopio a riflessione, con Vega al tramonto, te la mostrerà con una bava di blu ad est e una bava di rosso a ovest (ovvero il blu sarà nella direzione dello zenit e rossa verso l'orizzonte).
Questa è dispersione atmosferica.

La stessa situazione, ma con un telescopio acromatico, viene peggiorata dalla lente che diffrange le frequenze dello spettro elettromagnetico in punti focali differenti.
Allo zenit, Vega verrà mostrata comunque con spettro secondario consistente, anche se l'atmosfera non introduce dispersione.

E' l'atmosfera che crea il problema della dispersione, non il telescopio che utilizziamo.


Allegato:
dispersionHorizon.PNG

i valori corrispondenti alla z corrispondono alla distanza dallo zenit verso l'orizzonte e sotto trovi la dispersione misurata in secondi d'arco man mano che si scende verso l'orizzonte. Tutto questo a prescindere dallo strumento utilizzato.


Ora mi è più chiaro, ora ho capito meglio l'approccio tecnico al problema.
Grazie ancora


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