La mia prima (e anche l'ultima) esperienza in astrofotografia, è stata decisamente eretica.
Celestron C8 a focale nativa e montatura Celestron CGEM insieme a un amico, che era pure il proprietario. Io ho contribuito con la fotocamera: DSLR Canon 1100D.
Come soggetti, alcuni oggetti M di varia natura e luminosità.
Pose fulminee di 20-30", un singolo scatto a 6400 ISO, non guidato; con l'eccezione di M57, della quale sono stati effettuati una decina di scatti, successivamente integrati.
Risultato: alcune belle foto ricordo. Ma soprattutto, oltre alla soddisfazione, tanto divertimento; perché non si cercavano le lodi di alcuno, solo un po' di compiacimento personale.
Da una parte, però, abbiamo avuto una bella soddisfazione: andare per gradi, cominciando col solito ottantino ED e pure ridotto, per farsi le ossa (ma quali ossa? Basta mettere in moto il cervello!) è una sciocchezza assodata: la lunghezza focale va scelta in funzione delle dimensioni dell'oggetto, o più propriamente: l'oggetto va scelto in funzione della lunghezza focale. Salvo casi particolari.
La difficoltà, quella è; l'autoguida compensa gli errori d'inseguimento; la durata dell'esposizione, nel caso di rapporti focali chiusi, è ininfluente grazie appunto all'autoguida; nulla impedisce di sospendere la sessione e riprenderla nelle sere successive, se si va per le lunghe, o si riprendono oggetti di bassa luminosità, o si fotografa in tricromia.
Il punto di partenza è la montatura, che sia la migliore che ci si può permettere. Per quanto concerne il tubo ottico, il discorso è lungo e complesso e ci sarà da parlarne a lungo; se sei amante delle foto a grande campo con la collocazione dell'oggetto nel campo stellare, degli ammassi aperti, delle nebulose di vasta estensione, il telescopio deve avere una focale corta, se sei indirizzato verso le galassie, servono focali medio-lunghe e lunghe; se la tua devozione è dedita alle piccole nebulose planetarie di elevata luminosità superficiale, sono necessarie lunghezze focali lunghe e perfino molto lunghe. Sono affascinato dalle delicate strutture di gas e dai colori vividi (al neon

) delle volute dei gas ionizzati...
E infine l'apertura: più ce n'è, meglio è.