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Autore Messaggio
MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 8:44 
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Iscritto il: lunedì 20 luglio 2020, 11:16
Messaggi: 535
Tipo di Astrofilo: Visualista
Lo ripeto di nuovo. Aumentando il fattore d'ingrandimento entro un certo limite, aumenta la magnitudine limite osservabile. Superato il limite massimo dell'ingrandimento fruibile, l'immagine si deteriora con perdita di sensibilità.
Questa sciocchezzuola mi ha permesso di osservare 3 satelliti di Saturno in più col Dobson 300 (ma non ricordo se a 300, o 600x) e di "illuminare" alcune stelle di M13 col Mak 127 a 375x.

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Newton: 150 f8, 300 f5, 150/1400 (Gollum)
Acro: 50 f12, 70 f5, ETX70 AT, 70 f10, 77 f12,8 e 90 f 5,5
Mak: Skywatcher 127, Vixen 110
Camere: Canon EOS 1000D e 1100D, QHY5L II, ZWO ASI120 MC-S
Montature: iOptron Cube Pro, Skywatcher AZ-GTi


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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 9:47 
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Iscritto il: mercoledì 9 maggio 2012, 13:59
Messaggi: 2276
Località: Provincia di Sondrio
Io parlo di oggetti deboli e diffusi, nebulose e galassie, non puntiformi.

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ES ULD 16' Gen II
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ES 82° 30, 18, 11
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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 9:58 
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Iscritto il: lunedì 20 luglio 2020, 11:16
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Vedi meglio gli oggetti deboli se il tuo telescopio raggiunge una magnitudine limite di 14,2 oppure di 14,6?
Non è un opinione!
Chiaro che una nebulosa estesa si vedrà a pezzi e bocconi e anche una grossa galassia... Ma prova a osservare una nebulosa planetaria.
Comunque, si raccomandano almeno 300x per osservare il Quintetto di Stephen. E sono galassie.

Io ho sempre sostenuto che non si deve mai dare nulla per scontato. Aggiungo anche che provare non costa niente.

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 10:12 
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Iscritto il: mercoledì 9 maggio 2012, 13:59
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Proverò

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 10:23 
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Iscritto il: mercoledì 9 maggio 2012, 13:59
Messaggi: 2276
Località: Provincia di Sondrio
Angelo G. Marsili ha scritto:
Vedi meglio gli oggetti deboli se il tuo telescopio raggiunge una magnitudine limite di 14,2 oppure di 14,6?
Non è un opinione!

Non mi è chiaro questo tuo ragionamento.
Comunque, a parte oggetti che si perdono per un basso contrasto in un cielo con un fondo luminoso, le planetarie che ho visto ingrandendo le vedevo anche a ingrandimenti minori, non mi è mai capitato che ingrandendo riuscissi a percepire di più la luminosità di un oggetto. Ma come ho detto non sono un astrofilo esperto ed assiduo, la mia esperienza è limitata.

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 14:45 
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Iscritto il: martedì 28 novembre 2006, 9:31
Messaggi: 3930
Tipo di Astrofilo: Visualista
Premetto che anch'io mi considero un astrofilo mediocre, malgrado coltivi questa passione da tantissimi anni, quindi non so se la mia testimonianza possa fare scuola.
Parlando in generale di evanescenti oggetti deep, ho sempre trovato ottimale muovermi ad un ingrandimento che mi restituisca una pupilla d'uscita dai 2 ai 3 mm.
Se miro a M81/82 (giusto per fare un esempio) non ho mai percepito dettagli superiori forzando oltre l'ingrandimento.
Se invece voglio cercare di scorgere la stellina centrale di M57, oppure cercare altre stelle nel trapezio di M42, risolvere al massimo M13 (giusto per fare altri esempi) provo a spingere di più... Ancora una volta, per questi particolari, mi viene utile cercare l'ingrandimento ottimale con il Baader zoom

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Stefano
Binocoli: Nexus 100; Vortex Vulture 10x50; Pentax Papilio 6,5x21
Telescopi: Dobson GSO 300 deluxe; WO Zenithstar 66SD


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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 16:25 
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Iscritto il: lunedì 20 luglio 2020, 11:16
Messaggi: 535
Tipo di Astrofilo: Visualista
http://www.cruxis.com/scope/limitingmagnitude.htm

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 18:00 
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Iscritto il: mercoledì 9 maggio 2012, 13:59
Messaggi: 2276
Località: Provincia di Sondrio
Secondo me, e ripeto, secondo me, la mia esperienza e ciò che ho sempre letto, fai un po di confusione.
La magnitudo limite riguarda l'oggetto puntiforme ed il raggiungimento del livello più alto lo hai proprio perchè ingrandendo aumenti il contrasto abbassando il livello del fondo cielo, il che ti permette di vedere la stellina, l'asteroide, la luna.
Ma gli oggetti estesi che hanno una magnitudo apparente calcolata sulla luce dall'intera area dell'oggetto sono maggiormente visibili a PU elevate, cielo permettendo, in quanto il valore della luce persa è in proporzione al quadrato dell'ingrandimento.
Ti cito da Wikipedia https://en.m.wikipedia.org/wiki/Surface_brightness
Cita:
The apparent magnitude of an astronomical object is generally given as an integrated value—if a galaxy is quoted as having a magnitude of 12.5, it means we see the same total amount of light from the galaxy as we would from a star with magnitude 12.5. However, a star is so small it is effectively a point source in most observations (the largest angular diameter, that of R Doradus, is 0.057 ± 0.005 arcsec), whereas a galaxy may extend over several arcseconds or arcminutes. Therefore, the galaxy will be harder to see than the star against the airglow background light.


Ti cito da questo bell'articolo sul sito di Starizona
https://starizona.com/tutorial/observing-theory/
Cita:
While the previous statement is true for point sources (stars) it is not true for extended objects (galaxies, nebulae, planets).  This is because the light from an extended object is being spread out by the fact that the telescope is magnifying the image.  So magnification factors into the equation; light is lost in proportion to the square of the magnification.  There is a minimum magnification allowed by the limiting size of the pupil as described above. 


Queste letture combaciano con la mia esperienza visiva per quanto riguarda sia gli oggetti estesi che la magnitudo limite raggiungibile dal sistema telescopio/oculare o telescopio/ccd per oggetti puntiformi o quasi, problema in cui ero incappato quando in osservatorio si faceva ricerca di asteroidi.

Proverò a seguire i tuoi consigli e sperimenterò, ma mi ricordo di quando agli inizi osservavo dal c11 o dal rifrattore da 150mm, senza aver letto ancora niente e senza sapere cosa fosse la pupilla d'uscita o la magnitudo di un oggetto, e mi ero reso conto proprio che più gli oggetti erano estesi e più diventavano evanescenti all'aumentare dell'ingrandimento.

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 18:04 
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E' questione di segnale/rumore e dimensioni dell'oggetto rispetto al campo inquadrato, ridurre la P.U. scurisce il fondo cielo e aiuta a staccare oggetti la cui luminositrà superficiale (non quella integrata degli atlanti) è sufficiente e la cui dimensione (grazie all'ingrandimento), o meglio la cui superficie, diventa sufficientemente elevata rispetto al campo inquadrato; penso ad esempio alle planetarie, che beneficiano molto di un discreto ingrandimento.

Con oggetti al limite e/o particolarmente evanescenti, con un cielo perfettamente buio, questo "trucco" non funziona, perché non c'è nulla da scurire ulteriormente (il fondo cielo) essendo questo già perfettamente scuro, se l'oggetto quindi è sufficientemente esteso da dover richiedere un ingrandimento minimo per poterlo "risolvere" (in senso lato) abbastanza basso da permettere una buona P.U. si sfrutta la massima luminosità possibile, che con oggetti del genere è una mano santa; penso ad esempio a nebulose estese.

Insomma, in caso di cielo "perfetto", dipende dall'oggetto il quale vuole il "suo" ingrandimento ottimale; quando il cielo e men che perfetto, si deve necessariamente scendere a compromessi.

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MessaggioInviato: lunedì 3 agosto 2020, 18:14 
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Se l'oggetto esteso avrà una luminosità superficiale pari a quella del fondo cielo semplicemente non sarà visibile, ingrandendo si aumenterà il contrasto ma si diminuirà dello stesso fattore la luminosità dell'oggetto.
Vengono qui in aiuto i filtri sugli oggetti ad emissione, a pari ingrandimento si cerca di abbassare il livello del fondo cielo sulle frequenze diverse da quelle di emissione, o di filtrare le emissioni dell'inquinamento luminoso, fin dove possibile.

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