1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 21 aprile 2020, 22:01 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08
Messaggi: 9623
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Durante il corso della pandemia causata dal Covid-19 con relativa permanenza obbligata in casa, si è pensato di recuperare
dall'archivio fotografico tutta la serie, o quantomeno buona parte di esse, delle vecchie diapositive eseguite durante il velocissimo
passaggio della cometa C/1996 B2 (Hyakutake), rimaste - per carenza di tempo - sempre nell'armadio, senza mai più aver avuto
modo d'impiegarle.

Ad una prima analisi ho notato come purtroppo i colori e le stesse superfici della gelatine inizino ad alterarsi con primi sintomi
dovuti alla sindrome acetica.

Evidentemente l'azione deleteria del tempo (sono passati 24 anni) inizia ad incidere sull'emulsione in modo predominante;
probabilmente anche al fatto di aver impiegato pellicole di second'ordine.

Tuttavia per recuperare il salvabile si è deciso per un processo di scansione tempestivo per recuperare e salvaguardare le informazioni.

Fino ad oggi sono state eseguite 20 scansioni procedendo con la funzione Multi Sample Scanning dove ogni passaggio sul supporto
analogico è stato effettuato16 volte a 14 bit colore con una risoluzione effettiva di 4000 x 4000 dpi. Ciascuna scansione ha
richiesto 50 minuti

* * *

Leggendo le caratteristiche e le modalità di riprese al telescopio della cometa riportate sul brogliaccio degli appunti, fa un certo
effetto ricordarle: si era in un epoca in cui non era semplice fotografare il cielo.

Erano tempi in cui si fotografava tutto a mano e a occhio. No internet, no computer, no ccd, no auto-focuser, no goto. Poi, se si
sbagliava, occorreva aspettare giorni e giorni dopo l'esito degli sviluppi chimici.

Pertanto difetti quali: messa a fuoco approssimativa, guida, grana grossa delle emulsioni fotografiche, puntamento alla polare
e inquadrature, l'onnipresente vignettatura, mosso dovuto alle raffiche del vento nel corso delle riprese, o alla stessa disattenzione,
tracce disomogenee del fondo cielo dovute al processo di formazione sugli obiettivi della condensa (appannamento), senza escludere
i cambiamenti repentini delle condizioni meteo, sono tutti difetti che caratterizzano buona parte degli scatti. Pertanto è bene chiarire
di non trovarsi di fronte a risultati eclatanti.

* * *

In pochi ricorderanno quale è stato il periodo migliore in cui la cometa Hyakutake si rese meglio visibile. Fu dalla seconda metà del
mese di marzo, alla prima decade di aprile 1996, periodo in cui fra l'altro il tempo meteorologico non fu affatto clemente.

Il top di visibilità in cui la cometa Hyakutake si rese molto, molto spettacolare battendo su tutti i fronti la "rivale" Hale-Bopp che
transitò l'anno successivo, si ebbe per periodo ristrettissimo di pochi giorni, due o tre al massimo, quando transitò vicinissimo alla
Terra.

In quei pochi giorni i fortunati che riuscirono ad osservare e a fotografare la cometa Hyakytake da postazioni di montagna, non
potranno mai e poi mai dimenticare la maestosità straordinaria che si produsse dinnanzi ai propri occhi!

E' per questo motivo che sosterrò per sempre come la cometa Hyakutake fu di gran lunga molto più spettacolare della Hale-Bopp!

Le fotografie riprodotte al link sottostante sono state effettuate nelle date delle seguenti notti:

22-23 marzo;
23-24 marzo;
29-30 marzo;
6 e 10 aprile

per mezzo della Flat Field Camera della Lichtenknecker Optics F= 760mm f/4,0 e un teleobiettivo Carl Zeiss da 300mm.
Cari saluti,

Danilo Pivato

https://www.danilopivato.com/solar_syst ... utake.html

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Ultima modifica di Danilo Pivato il giovedì 23 aprile 2020, 17:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: giovedì 23 aprile 2020, 7:30 
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Iscritto il: sabato 20 settembre 2008, 9:31
Messaggi: 13021
Località: San Romualdo - Ravenna
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Un bellissimo lavoro, hai fatto bene a sfruttare queste giornate per digitalizzarlo!

Cristina

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http://www.cfm2004.altervista.org


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MessaggioInviato: giovedì 23 aprile 2020, 8:01 
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Iscritto il: giovedì 10 agosto 2006, 10:11
Messaggi: 11625
Località: Monza
Tipo di Astrofilo: Visualista
Foto stupende, Danilo. Sarebbe bello rivederne un'altra così, per me poi che non ho visto manco quella... :roll:

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De kappellatis non disputandum est

Stelle già dal tramonto ci confondono il cielo a frotte, nubi meticolose nell'insegnarti la notte
Telescopi: Reginato Supermaser 20", CPC11, pentax 105 e 75.
Oculari: pentax xw, Nagler, Delos, takahashi tpl, zoom Svbony 3-8 e 8-20
Torretta binoculare maxbright 2 e televue binovue.


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MessaggioInviato: giovedì 23 aprile 2020, 13:57 
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Iscritto il: domenica 9 luglio 2006, 13:08
Messaggi: 1236
Località: lucca
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Grande lavoro Danilo e complimenti. Ricordi bellissimi di questa cometa che purtroppo ho solo osservato otticamente.
Emiliano.

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https://emimazz.wixsite.com/ilmiosito
https://www.astrobin.com/users/starmazz/
https://www.flickr.com/photos/142594708@N04/


strumenti: Zwo asi 294, asi 244, canon eos 30D modificata, canon eos 7D.
ottiche:Tecnosky 80mm flat f/4,3, Boren-Simon 6" f/2.8, SC 300mm f/10, Mitakon 85mm f/2, GSO R.C. 6" f/9, Acromatico 120mm f/5


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MessaggioInviato: giovedì 23 aprile 2020, 17:50 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08
Messaggi: 9623
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Fotografo
cfm2004 ha scritto:
... hai fatto bene a sfruttare queste giornate per digitalizzarlo!
Cristina


Grazie Cristina! Arriveranno altre rassegne. :D



kappotto ha scritto:
… Sarebbe bello rivederne un'altra così, per me poi che non ho visto manco quella... :roll:


Grazie K8!
Se dovesse presentarsi un'altra cometa simile occorrerà armarsi soltanto di buoni occhi e obiettivi super-grandangolari!




emazzoni ha scritto:
...Ricordi bellissimi di questa cometa che purtroppo ho solo osservato otticamente.
Emiliano.


Ciao Emiliano, grazie anche a te!
Sono ormai tempi maturi per un'altra super cometa! E sono più che convinto che per quest'altra volta non ti lascerai
sfuggire l'opportunità di fotografarla come sai far bene tu!
Cari saluti,

Danilo Pivato

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MessaggioInviato: giovedì 23 aprile 2020, 20:14 
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Foto favolose davvero. Ciao.

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Costanzo
"Una cosa ho imparato nella mia lunga vita: che tutta la nostra scienza è primitiva e infantile
eppure è la cosa più preziosa che abbiamo" (A. Einstein).


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MessaggioInviato: venerdì 24 aprile 2020, 16:28 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08
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ippogrifo ha scritto:
Foto favolose davvero. Ciao.



Ben tornato, ci stavi facendo preoccupare. :D
Grazie del commento!


Volevo aggiungere una nota a fondo messaggio.
Alla pagina relativa sulla presentazione delle comete sul mio sito web, sto aggiungendo - con discreta lentezza
dato che non sono poche - tutte le immagini di comete (tassativamente in ordine cronologico) da me ottenute
negli anni passati.
Terminate quelle della Hyakutake sto passando in rassegna quelle della cometa di Halley 1985-1986

Il link da tenere sotto controllo per chi fosse interessato, è il seguente:
https://www.danilopivato.com/solar_syst ... omets.html

Cari saluti,
Danilo Pivato

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MessaggioInviato: venerdì 24 aprile 2020, 20:04 
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Bravissimo, ottimo lavoro, complimenti ciao :beer:


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MessaggioInviato: sabato 25 aprile 2020, 9:00 
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Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
A questo punto ne approfitto per condividere le mie foto, riprese dal valico di Leonessa.
L'attrezzatura era quasi tutta di un altro astrofilo, Fabrizio Amico (montatura equatoriale e fotocamera), di mio c'erano gli obiettivi (Olympus Zuiko) e l'esperienza.

24mm -> https://drive.google.com/file/d/1L2USDX ... sp=sharing

50mm -> https://drive.google.com/file/d/1ZXYBoB ... sp=sharing

85mm -> https://drive.google.com/file/d/1c9MJ_e ... sp=sharing

Ne approfitto per condividere il racconto di quella nottata, che ho inserito nel mio libro "Il cielo ritrovato"
Cita:
La cometa Hyakutake
Le comete brillanti sono sempre eventi rari ed inattesi. La prima cometa ‘importante’ da me osservata fu la famosissima Halley, scrutata dalla cima del Terminillo, in una notte terribilmente ventosa, nel corso del passaggio del 1986. Era molto più piccola di come me la aspettassi, a causa dell’elevata distanza dalla Terra. Il mondo attendeva il ritorno della Halley da 76 anni, ma si rivelò un oggetto relativamente poco vistoso.
Dieci anni dopo continuavo, saltuariamente, a frequentare gli amici dell’Associazione Romana Astrofili, quando si iniziò a parlare di una nuova cometa che sarebbe transitata molto vicina alla Terra. All’epoca non c’era internet, si ricevevano le notizie dalle riviste di astronomia. La cometa Hyakutake fu scoperta alla fine gennaio, ed il momento del massimo avvicinamento era previsto per il 25 marzo. Non saprei dire se ci fu, fisicamente, il tempo di inserire le informazioni nel numero di L’Astronomia in uscita a marzo.
Gli appassionati erano comunque allertati, consapevoli che dalla città non si sarebbe visto molto. Ricordo che, pochi giorni prima del fatidico massimo, mi costrinsi ad una levataccia per osservarla alle due di notte, quando la sua posizione l’avrebbe portata al di sopra del tetto del palazzo di fronte. Nell’istante in cui la vidi faticai a credere ai miei occhi: una bolla diafana, la sola chioma, delle dimensioni della Luna piena!
Tentammo di osservarla, il prima possibile, da un cielo più buio, spingendoci fino alla località di Frasso Sabino, dove sorgeva l’osservatorio sociale, all’epoca ancora in allestimento. Purtroppo quella prima volta il meteo fu inclemente. Dopo diverse ore passate sotto una coltre nuvolosa compatta ce ne tornammo a casa, riuscendo a rivedere l’enigmatica chioma solo in prossimità della città, dove il cielo era già sufficientemente degradato da nascondere completamente la coda.
Considerando che le previsioni meteo non davano segni di miglioramento, decidemmo di effettuare un nuovo tentativo la sera di domenica 24. Ci trovammo quindi nuovamente a Frasso Sabino solo per constatare la totale copertura nuvolosa del cielo. Temendo che non ci sarebbero state altre possibilità, uno di noi, Fausto P., estrasse dalla tasca il telefono cellulare (all’epoca dispositivi estremamente rari), e chiamò a casa di un amico a Rieti. L’amico ci confermò che lì il cielo era sereno, quindi ci rimettemmo in moto. L’idea era di raggiungere un valico in prossimità di Leonessa, indicato da alcuni dei presenti come un sito particolarmente buono (e per l’epoca lo era veramente). Effettuammo solo una sosta in mezzo alla piana Reatina per confermare che il cielo fosse sereno (dall’abitacolo dell’auto, abbagliati dalla luce dei fari, si intravedevano poche stelle), e dare una prima occhiata alla cometa, per capire se davvero mostrasse la tanto attesa coda. La chioma della cometa era da poco sorta sopra il monte Terminillo, e la coda... andava da un capo all’altro dell’enorme montagna! Restammo per un istante indecisi se mollare tutto e rimanere ad ammirare quella meraviglia finché non ci si fossero consumati gli occhi, o riprendere il cammino, salire di quota ed osservarla in condizioni ottimali. Ci rimettemmo in marcia. Una mezz’ora dopo avevamo raggiunto il sito e cominciavamo a sistemare le attrezzature.
In mezzo alle montagne, nel buio più nero che molti di noi avessero mai sperimentato, la cometa era più che meravigliosa: era terrificante. Riempiva il cielo da un capo all’altro, da un lato l’enorme bolla di gas della chioma, ormai più grande del diametro lunare, a seguire una coda diafana ed ondulata che attraversava diverse costellazioni, prima di svanire nel cielo nero pece.
Un enorme fantasma lattiginoso occupava uno spazio che, nella nostra esperienza, avrebbe dovuto essere riempito solo di stelle.
Fu di nuovo Fausto P. a dar voce alle emozioni di tutti con queste più o meno testuali parole: “Sapete, quando in passato leggevo nei libri di astronomia che l’arrivo delle grandi comete spaventava i contadini ed il popolo ignorante, non riuscivo a crederci. Eppure eccomi qui, un uomo del ventesimo secolo appassionato di scienza... so perfettamente che quella cosa lassù è solo una palla di ghiaccio, e nonostante questo... mi dà i brividi”.
Restammo ad osservare quasi tutta la notte, scattando foto, traguardando con binocoli ed altra strumentazione, ma molto più spesso lo sguardo risaliva lassù, al mostro che sembrava essersi preso il cielo per sé. Eravamo in qualche modo consapevoli del privilegio di trovarci lì, in quel luogo, in quel momento, ad osservare qualcosa che andava oltre la fantasia, oltre l’immaginazione.
Ricordo che il giorno dopo pioveva di nuovo. Non ci furono altre occasioni, prima che la cometa fosse ormai lontana, persa nei bagliori del tramonto. Non riuscii a farla osservare a nessuno dei miei amici più cari, e anch’io personalmente credo di non averla rivista più.
Ricordo ancora lo stato semiconfusionale in cui mi trovai la mattina successiva, tra stanchezza e incredulità. Avevo quella visione stampata sulla retina, ogni cosa che guardassi mostrava una enorme cometa sovrimpressa. Ancora adesso, più di vent’anni dopo, se chiudo gli occhi riesco ad evocarne il ricordo con una precisione incredibile.
L’anno successivo un’altra grande cometa, la Hale-Bopp, riempì i cieli del mondo intero. Enorme, visibile per mesi e mesi, con una doppia coda già distinguibile ad occhio nudo. Fu, a suo modo, un evento epocale, ma nel mio cuore è rimasto impresso l’incredibile fantasma che, solo un anno prima, si era presentato prepotentemente a reclamare il cielo, in quella microscopica valle persa fra le montagne del reatino.

_________________
Marco Pierfranceschi,
autore dei libri:
- Il cielo ritrovato - guida pratica all'astronomia visuale (manuale)
- Breve guida all'astronomia amatoriale (vademecum)
- Ripensare le città (saggio)
- La Principessa Scimmia (fiaba/fantasy)
...nonché blogger (Mammifero Bipede, su Wordpress)


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MessaggioInviato: sabato 25 aprile 2020, 10:17 
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Marcopie ha scritto:
A questo punto ne approfitto per condividere le mie foto, riprese dal valico di Leonessa.


… e hai fatto bene!

Hai preso tempo e parole adatte per descrivere magnificamente l'apparizione della cometa Hyakutake.

Per contro invece sono urtato, e non poco, dalla diffidenza e scarsa fiducia (in generale) da parte di molti astrofili,
più o meno veterani che parlano, parlano e scrivono senza cognizioni di causa, ma essendo in pochi finiremo
per essere sopraffatti.

Occorre prenderne atto dato che è un fatto ormai folcloristico della nostra era!

Un caro saluto e bravo come sempre,

Danilo Pivato

P.S.: Ho appena ordinato il tuo libro (cartaceo). :D

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