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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 11:20 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 0:42
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Questa non l'avevo ancora scritta. Ed è un po' come la scoperta dell'acqua calda.

L'estate scorsa, al termine di un evento pubblico, eravamo sul campo osservativo in tre.
Cielo buio il sufficiente per l'osservazione degli oggetti più luminosi.

Due di questi strumenti avevano lo stesso diametro: 20cm.
Uno era un newton, f/6.
L'altro uno Schmidt Cassegrain, f/10.

Penso immediatamente a una cosa: un sacco di astrofili pensano che guardare nel newton restituisca immagini più luminose grazie al suo rapporto focale più veloce (o più aperto) di quello di un catadiottrico.

Sapevo che non era così perché la teoria la conoscevo già abbastanza bene.
E' infatti la pupilla d'uscita a decretare quanto luminoso sarà quello che vedremo all'oculare.

Ma, a pensarci bene, non avevo ancora mai testato direttamente la teoria. Era arrivato il momento giusto :)

Sequestro il newton all'amico e piazzo gli strumenti a un'ingrandimento tale da avere la stessa pupilla d'uscita.

Ricordo che la pupilla d'uscita è il diametro, in millimetri, del fascio di luce che esce dall'accoppiata telescopio+oculare.
Più è largo questo diametro, più luminosa è l'immagine.
Cita:
P.U. = Diametro telescopio / Ingrandimento usato oppure Lunghezza focale oculare / Rapporto focale telescopio

Sul C8 monto un oculare da 21mm, che fanno 2,1 mm
Sul Newton uno da 13mm, che fanno 2,1 mm

Punto M51.
Osservo alternando le visioni ai telescopi.
La teoria viene confermata dalla pratica: le immagini erano praticamente identiche.

Dettagli, luminosità del fondo cielo, contrasto dell'oggetto su di esso. Tutto era praticamente identico.
Probabilmente, se mi fossi soffermato un po' di più, avrei notato (forse) più contrasto nei sottilissimi dettagli dovuto a una minore ostruzione nel newton.

Ma la luminosità dell'oggetto e del fondo cielo erano perfettamente sovrapponibili.

La pupilla d'uscita è un parametro a cui io tengo molto caso perché mi consente, compatibilmente all'oggetto e all'ingrandimento necessario per averlo "spalmato" bene nel campo dell'oculare (e quindi sulla retina), di riuscire a vedere o meno un oggetto al limite strumentale e del cielo dal quale sto osservando.

Quando scegliamo gli oculari da comprare, dovremmo badare molto alla pupilla d'uscita che questi danno sul nostro strumento perché, assieme agli ingrandimenti, ci permetteranno di osservare al meglio le tipologie di oggetti in base alla loro dimensione apparente e alla loro luminosità superficiale.

E qui ci sarebbe un mondo su cui discutere :D

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 11:27 
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Iscritto il: venerdì 27 luglio 2007, 23:20
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eh eh si vede che siamo in clausura :) siamo al topic dell'acqua calda, oppure a quello di San Tommaso :)

comunque ricordo la medesima esperienza mille anni fa quando Kappotto aveva un c 6 e io il newton 150/750.
non ricordo cosa puntammo...credo qualche galassia messier di quelle piuttosto eclatanti
"sul tuo dovrebbe essere meglio"
...
"a me sembrano uguali"
...
"anche a me"

al netto del contrasto, naturalmente, ma li si va davvero sul fine ...

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 11:33 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 0:42
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Località: 41°N 16°E
Tipo di Astrofilo: Visualista
Se ci togliamo anche il piacere di toccare con mano la teoria che tanto leggiamo, ci togliamo anche parte del divertimento.
Che sempre di divertimento si tratta. ;)

Eravate agli stessi ingrandimenti? Che razza di domande. Certo che si! :lol:

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 12:39 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:45
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ciao Davide,
concordo in pieno,
ma ti giro la domanda, visto che tu di pollici ne hai... Nell‘ipotesi di osservare a paritá di pupilla di uscita, l‘aumento del diametro del tele di fatto permette di osservare lo stesso oggetto a pari luminositá ma ingrandimento maggiore... e quesro direi che é assodato e certo.

Ora, essenso la pupilla umana non dilatabile oltre i 7mm tranne casi particolari, a paritá di ingrandimento, e con bassi ingrandimenti tali da portare per entrambi gli strumenti a una pupilla di uscita superiore ai 7mm, che impatto avrebbe se uno strumento ha diametro maggiore dell‘altro, pri luminositá ma piú risoluzione e basta?

esempio pratico
500mm a 50x p.u. 10mm
400mm a 50x p.u. 8mm
vedo luminoso uguale con entrambi, ad es cone se guardassi in uno strumento da 350mm di diametro ma con piú dettaglio percepibile via via che sale il diametro?

350mm a 50x p.u. 7mm


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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 13:53 
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Iscritto il: martedì 27 ottobre 2015, 13:56
Messaggi: 62
Ciao a tutti,

questo è un tema che mi interessa molto, perché è un po' di tempo che faccio prove di confronto con i mie strumenti in varie condizioni per capire/sperimentare bene le caratteristiche di ognuno ed il contesto di utilizzo più adeguato.

Effettivamente per quanto riguarda la luminosità, quanto detto sulla PU mi torna benissimo nel confronto tra il 102/460 ed il mak 90/1250, a parità di ingrandimenti la PU del 102 è maggiore ed effettivamente la luminosità è maggiore (soprattutto il fondo del cielo).

Mentre la stessa prova con l' 80/640 ed il mak 90/1250 mi da un esito diverso, a parità di ingrandimenti l'80 è più luminoso (soprattutto nel fondo cielo).

Forse in questo caso l'ostruzione del mak incide di più?

Grazie,

Claudio

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 14:52 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 0:42
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Marco Retucci ha scritto:
vedo luminoso uguale con entrambi, ad es cone se guardassi in uno strumento da 350mm di diametro ma con piú dettaglio percepibile via via che sale il diametro?

Ecco, questa sarebbe un'altra prova empirica da fare!
Anche se mi sfugge il perché osservare con una PU di 10mm :)

Nell'esempio che riporti, mi viene da dire che un ruolo chiave lo svolge l'ingrandimento a cui osserviamo tale oggetto.
A bassissimi ingrandimenti (50x) con grandi diametri, praticamente tutti quanti gli oggetti (deepsky) mostrano dettagli visibili già da un certo diametro in su.

elyvent ha scritto:
Mentre la stessa prova con l' 80/640 ed il mak 90/1250 mi da un esito diverso, a parità di ingrandimenti l'80 è più luminoso (soprattutto nel fondo cielo).
Forse in questo caso l'ostruzione del mak incide di più?

Leggende narrano che lo spessore del menisco dei Maksutov giochi un ruolo determinante proprio sulla trasmissione di luce che, sul deepsky, si perde un po'.
Più che per l'ostruzione (che sopra il 20% abbassa il contrasto), forse è sullo spessore del menisco che perdi luce.

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 17:12 
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Beh, però quando si confrontano lenti con specchi, le lenti trasmettono di più, c'è poco da fare ...

esempio: doppietto con trattamento 98% + diagonale dielettrico 99% = 97% totale di trasmissione che arriva al fuoco

newton con 2 specchi con alluminatura al 88% + ostruzione al 20% = 73% che arriva al fuoco

per cui risulta che un rifrattore f/10 (o F/ qualsiasi) fornisce immagini più luminose di un newton a f/5 (o F/ qualsiasi) a parità di diametro e di ingrandimento

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 17:59 
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be' ma se metti due rifrattori a confronto di diversa focale, ma diversa apertura si torna da capo :)

io vorrei un rifrattore da 25 cm... :?

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MessaggioInviato: venerdì 17 aprile 2020, 22:17 
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davidem27 ha scritto:
Leggende narrano che lo spessore del menisco dei Maksutov giochi un ruolo determinante proprio sulla trasmissione di luce che, sul deepsky, si perde un po'.
Più che per l'ostruzione (che sopra il 20% abbassa il contrasto), forse è sullo spessore del menisco che perdi luce.

L'ostruzione reale del mak va verificata sul disco di sfocatura di una stella, perché molto più del diametro della parte alluminata viene 'mangiato' dai paraluce interni.

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...nonché blogger (Mammifero Bipede, su Wordpress)


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MessaggioInviato: sabato 18 aprile 2020, 7:42 
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yourockets ha scritto:
be' ma se metti due rifrattori a confronto di diversa focale, ma diversa apertura si torna da capo :)

si, ma il discorso che faceva Davide all'inizio, se ho capito bene, era a parità di diametro

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