davidem27 ha scritto:
Venere, quella in cielo, non ha mai mosso in me l'interesse tale da farmi montare la strumentazione prima del tramonto per osservare una fase luminosissima e priva di features interessanti, almeno all'apparenza.
Venere ha una bellezza discreta che si rivela solo a pochi eletti....
A parte gli scherzi e per rispondere anche a Vincenzo, i dettagli scuri delle nubi di Venere (ce ne sono anche di brillanti) si vedono effettivamente solo se hanno un contrasto elevato - cioé i più tenui sfuggono - se l'occhio è abbastanza sensibile al vicino UV e se l'osservatore ha pazienza e allenamento nel percepire contrasti molto deboli.
Nel 1965 Horace Dall, l'inventore del Dall-Kirkham, pubblicò un interessante articolo dal titolo
"Visual astronomy in the ultra-violet" in cui metteva in evidenza che le curve di sensibilità dell'occhio umano sono solo delle curve medie e che in realtà esistono individui più capaci di altri di percepire le piccole lunghezze d'onda dove Venere presenta i dettagli più interessanti. Dall, ad esempio, riusciva a vedere la luce trasmessa da un filtro Ilford 828 che ha il picco di trasmissione a 360nm. Per confronto si consideri che il filtro W47 - considerato un filtro standard per vedere i dettagli di Venere - ha il picco attorno a 400-420nm (secondo chi lo produce) e che il filtro U di Baader, specifico per il pianeta, ce l'ha a 350nm.
Un esempio di come può variare la sensibilità individuale al vicino UV si vede nella tabella seguente in cui è riportata la minima lunghezza d'onda visibile da parte di quattro osservatori, tra cui il celebre Patrick Moore, misurata in laboratorio allo spettrometro e in condizioni controllate. Successivamente al test in laboratorio i quattro - senza conoscere i risultati e indipendentemente l'uno dall'altro - si sono poi avvicendati allo stesso telescopio, un newton da 228 mm, e hanno descritto cosa vedevano sulla coltre nuvolosa di Venere (colonna a destra). Risultato, chi è più sensibile all'UV vedeva meglio i cosidetti "UV-markings".
Allegato:
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Purtroppo con l'età la lente dell'occhio perde trasparenza e diventa più difficile percepire quei dettagli, che invece vedono decisamente meglio coloro che sono stati operati di cataratta. In ogni caso Venere ha luce in abbondanza e vale la pena di osservarlo in torretta, questo migliora notevolmente la percezione delle ombreggiature, o almeno per me è così.
Scusate la "lezioncina" ma magari c'è qualcuno che potrebbe trovare queste cose interessanti.