Vedo che ho toccato un nervo scoperto. Gli astronomi ormai sono dotati di strumenti a terra e nello spazio che soltanto pochi anni fa sarebbero stati inimmaginabili e ancora di più lo sarà nel prossimo futuro.Questi strumenti mettono a loro disposizione tamente tanti dati che soltanto per essere esaminati richiedono loro anni di studi e di approfondimenti. Sono perciò ben lieti di lasciare agli astrofili amatori il compito ben più modesto di fornire immagini utili per fini mediatici: anche l'astronomia ha bisogno di pubblicità e di raggiungere di tanto in tanto il grande pubblico. Gli avvenimenti descritti dagli amatori sui pianeti, ad esempio la caduta di asteroidi, o il modificarsi delle loro atmosfere aggiungono ben poco alla scienza giacchè da sempre è risaputo che la caduta di questi corpi sui pianeti è un contributo determinante sulla loro formazione e sul loro accrescimento. Lo stesso dicasi per la meteorologia planetaria, ad esempio il formarsi di vortici e uragani o il loro attenuarsi: vedi la Grande Macchia Rossa su Giove o le tempeste di sabbia su Marte, che gli astronomi conoscono alla perfezione ma le cui immagini e gli articoli dei giornalisti fanno sempre colpo sul grande pubblico.
Vogliamo parlare dello studio delle stelle doppie? Ormai con l'uso delle sofisticate sonde spaziali sono centinaia di migliaia quelle documentate e l'aggiungerne ai cataloghi una in più non apporta niente sul piano scientifico. Basta dire che solo la nostra Galassia contiene da 500.000 a un miliardo di stelle, quante doppie? Se poi consideriamo solo le due galassie a noi più vicine, la nostra e Andromeda, i numeri vanno almeno raddoppiati.
Gli astronomi ormai studiano le stelle doppie soltanto per studi relativistici, non certo per la separazione di cui si gloriano gli astrofili.
I radiotelescopi amatoriali? 1 metro di diametro contro 100 metri e apparecchiature radio che definire amatoriali è un complimento. Con quale apporto per la scienza?
La spettrografia? Idem. Certo tutto questo dà molta soddisfazione agli amatori, ma tutto finisce lì.
Se poi per raggiungere i più alti livellia amatoriali occorre farne "l'ossessione di una vita", parole di Damian Peach...
E' dura tornare con i piedi per terra. Io stesso anni fa ero "fiero" di alcune mie imprese e mi sentivo "importante"

, ricordo ad esempio le riprese di Sirio B e poi addirittura di Procione B (!) impresa tutt'altro che banale. Col tempo riflettendo su me stesso sono arrivato a ben altre conclusioni.
Il mio riferimento al coronavirus voleva appunto sottolineare la precarietà delle nostre azioni e l'insensatezza nel farci delle ossessioni.
Dovremmo prendere sempre questo hobby per quello che è, come del resto giustamente fa il 99% degli astrofili.