In questi giorni di cieli cristallini e seeing impossibile, il 7 gennaio finalmente si è aperta una finestra di turbolenza accettabile, che ho cercato di sfruttare malgrado alcune fastidiose velature.
La prima ripresa è un campo largo, a pieno sensore, del Mare Humorum contornato dai suoi crateri. A parte il famoso Gassendi e le sue rimae, interessanti ma poco noti Doppelmayer al bordo Sud (ha un picco al centro e la parete nord è crollata) e a Sud-Ovest di questo il relativamente piccolo Palmieri, di appena 40 km. Questo cratere è segnato da due caratteristiche fratture a forma di croce che sperabilmente lo salvano dal completo anonimato.
La seconda immagine è naturalmente il Sinus Iridum, la Baia degli Arcobaleni, una zona che ha bisogno di ben poche presentazioni.
Infine, a latitudini molto meridionali, un'altra coppia non molto ripresa: l'enorme cratere Schickard, di pochi km più piccolo di Clavius, come questo appare ellittico per via della prospettiva, ed è accompagnato ad Est da Phocylides. La librazione non era particolamente favorevole per questi crateri, ho voluto catturare soprattutto le ombre al loro interno.
Il setup è quello del titolo, ho usato per tutte le riprese un filtro R Astronomik e una Barlow apo 2x Celestron.
Alla prossima e cieli sereni a tutti
