Con tutta la caparbietà della ragione, con tutta la potenza della logica, pur ammettendo tutti i dubbi possibili ed immaginabili , alla fine anche Maxwell sembra costretto, forse controvoglia, a dover ammettere l'esistenza di un
mezzo (etere) che trasmetta le onde elettromagnetiche.
Dal Trattato citato:
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Mezzo Luminifero.jpg [ 779.47 KiB | Osservato 2973 volte ]
Nelle sue righe l'analogia con le onde meccaniche è evidentissima. Le onde sonore cominciavano ad essere ben comprese a quel tempo e per descriverle si stavano allestendo gli stessi strumenti di indagine che usiamo con profitto ancora oggi.
Il ruoli dell'elasticità del mezzo, della sua densità, la trasformazione dell'energia potenziale in energia cinetica e viceversa durante la vibrazione erano concetti che cominciavano a consolidarsi con sicurezza. La matematica ne dava un'interpretazione precisa, potente e perfetta. Si riuscivano a calcolare con successo i modi di vibrare di una corda, di una lastra, di un solido, nonché la velocità di propagazione delle perturbazioni elastiche al loro interno, e l'influenza su di essa delle caratteristiche del mezzo.
Perché mai le onde elettromagnetiche avrebbero dovuto fare eccezione? I fenomeni tipici che le accompagnavano erano quelli delle altre onde …
E così Maxwell calcola correttamente la velocità delle onde elettromagnetiche nell'ipotesi che ci sia un mezzo che le trasmetta.
Possiamo capire bene la fatica di chi venne dopo (in particolare di Einstein) nel liberarsi dalla presenza di un etere (diventato ingombrante) che le veicolasse.
