andreaconsole ha scritto:
Interessante. Quali sono le soglie di allarme da tenere a mente? Un obiettivo sensato sarebbe sapere esattamente quando accendere le fasce per prevenire l'appannament
La risposta breve per una previsione di formazione di nebbia è (ad esempio) per un astrofilo abitante dei dintorni di una città provvista di aeroporto è:
VERSO SERA Googlare "METAR Dew point + nome della città". E leggere la temperatura in gradi attuale del "punto di rugiada", dalla quale a scendere inizia la formazione di condensa (e nebbia).
La presenza di un igrometro non permette la previsione, ma aiuta pure essa, perchè la condensa si forma raggiungendo il 100% di umidità ambiente. Ma la foschia si presenta prima, perchè l'aria in quota si raffredda prima, e raggiunge il 100% prima di quella al suolo.
Una risposta più documentata, che però allunga la chiacchierata è che:il problema della comparsa delle condensa, è legato al fatto che in origine, l'aria atmosferica si comporta come una spugna, che contiene sempre una quantità di vapore acqueo invisibile, che è tanto maggiore quanto maggiore è la temperatura dell'aria stessa in presenza di acqua. (al mare l'umidità notturna è elevata, quanto è invece bassa in montagna).
Ovviamente al discendere della temperatura dell'aria (specie quindi alla sera) , la spugna si "strizza", e il vapore che si trova in eccesso, perchè a quella nuova temperatura dell'aria (corrispondente ad un preciso punto di rugiada), di umidità ce ne sta di meno, e condensa, diventando visibile sotto forma di foschia, nebbia (che sono ambedue equivalenti a nuvole al suolo), mentre in cielo sono nuvole o cirri di agli di ghiaccio.
Quindi per un astrofilo, il fatto di avere un igrometro sul campo, indica la percentuale di umidità presente al momento. E quando essa raggiungesse il 100% (cioè la saturazione dell'aria), inizierebbe la condensa a bagnare il telescopio.
Ma la temperatura al suolo è sempre più elevata di quella in quota attraverso la quale osserviamo le stelle.
Perciò la formazione di condensa (foschia o nebbia) nel cielo sempre più freddo del suolo, inizia prima, per il fatto che la temperatura dell'aria in presenza di alta pressione barometrica, (detta "aria stabile")diminuisce di 0,7 °C ogni 100metri di salita in quota, fino ai -30 -50°C a 10 mila metri; e diminuisce di 1,3 gradi ogni 100 metri in presenza di bassa pressione baromertrica, ("aria instabile").
La "stabilità dell'aria in alta pressione è sinonimo di impossibile formazione delle nubi(*), mentre viceversa con la bassa pressione atmosferica le nubi si formano, a volte fino a quote stratosferiche, generando violenti temporali.
(*) Una bolla di aria calda si alza dal suolo caldo, e sale. Giunta a 100 metri in alta prssione essa è scesa di 0,7gradi, e si trova alla stessa temperatiura o inferiore a quella "al suo esterno": Quindi non sale più e non può generare nubi.
Viceversa una bolla di aria calda si alza dal suolo caldo, e sale. Giunta a 100 metri in bassa pressione essa è scesa ugualmente di 0,7gradi, ma si trova ancora più calda dell'aria esterna che invece è scesa di 1,3°C, e quindi la bolla continuerà a salire fino all'equilibrio, formando nubi anche temporalesche.
In aeronautica i piloti, prima di trovarsi immersi nella nebbia, sanno in anticipo, e a distanza, se essa al suolo è in agguato o meno, se la temperatura fornita dalla torre di controllo per l'atterraggio è uguale o inferiore al Dew point altrettanto fornito, specie verso sera.