Da quel che descrivi si direbbe che, in effetti, le aberrazioni geometriche contribuiscano di più rispetto alla semplice cromatica: l'aberrazione cromatica, di per sè, diminuisce il contrasto e falsa i colori (il bianco non è bianco ma giallo-verdino a causa delle componenti rosse e blu lievemente fuori fuoco) ma non toglie nitidezza (perlomeno nelle frequenze a fuoco). Le aberrazioni geometriche, invece, deformando più o meno la figura di diffrazione non influiscono sulla resa cromatica ma abbassano la nitidezza e danno quella sensazione di "impastato". Fai questa prova: inserisci nell'80 mm l'oculare a focale più corta che hai e fai un bello star test - soprattutto concentrati sull'immagine a fuoco. Come esempio e termine di paragone ti mostro l'immagine di diffrazione a fuoco che mi restituisce il mio 60/700 (sulla doppia Izar, nel Bovaro: la secondaria è quel debole punto blu sull'anello di diffrazione della primaria)
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IZAR_19_04_2018_23-27-39-504_AS_p25_g5_ap63.jpg [ 2.82 KiB | Osservato 2087 volte ]
e un'immagine della stessa stella presa con il 114/1000 che soffre di un astigmatismo non esagerato ma già invadente:
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vedi come quello che nel 60 mm era un anellino discreto qui è diventato "ciccione" e discontinuo, formato da archetti ben visibili ed invadenti che formano quasi una specie di croce e rendono più faticoso distinguere la secondaria nonostante la maggior separazione (data dal maggior potere risolutivo del diametro di 114 mm contro 60 del rifrattorino). Questo abbassa la nitidezza non poco, "sporcando" l'immagine lunare o planetaria.
Probabilmente sei già capace di valutare l'immagine a fuoco, sempre che con l'80 mm (ma non parlavamo di un 70/500? mi sono un po' perso...) tu riesca a raggiungere un ingrandimento sufficiente. Ma torno a dire, più che la cromatica residua è facile che questi rifrattorini a fuoco corto soffrano di aberrazioni geometriche: leggere scollimazioni o decentramenti (a cui il rapporto focale breve è MOLTO più sensibile: il fuoco lungo "non se ne accorge" anche se magari ci sono), lavorazioni non proprio eccelse (calcola che le superfici hanno curvature più pronunciate rispetto a doppietti a fuoco lungo)... tutto questo si traduce in quella sensazione di "appannamento" che descrivi.
Difatti rifrattori del genere sono normalmente pensati per campi larghi o come "cercatoroni".
...edit: nel tuo caso, ad intuito, la sensazione di "sfuocato" mi fa pensare ad aberrazione sferica. L'aberrazione sferica funziona così: i raggi che colpiscono la periferia dell'obiettivo vanno a fuoco in un punto diverso da quelli che ne colpiscono il centro. Di per sè non è un difetto ma, appunto, una caratteristica geometrica legata alle superfici sferiche: il raggio "marginale" (periferia dell'obiettivo) viene deviato di più e va a fuoco "prima" del raggio parassiale (espressione di derivazione greca, "vicino all'asse" ottico cioè al centro dell'obiettivo). Ovviamente per noi è un difetto perchè in ogni caso impedisce di avere i raggi "tutti" a fuoco: metti a fuoco per il centro, è sfuocata la periferia; metti a fuoco la periferia, è sfuocato il centro. Come se tu avessi nell'obiettivo (semplificando) più "anelli concentrici" di diversa lunghezza focale: la sensazione tipica che si ha è quella di dover continuamente mettere a fuoco senza mai trovare il punto "giusto" (perchè... non c'è!).
Puoi riconoscere facilmente questa aberrazione allo star test: punta una stella di media luminosità, come ti ho detto, al massimo ingrandimento che riesci ad ottenere (senza barlow o altro) e vai in leggero intrafocale. Prendi nota come è fatto il cerchio di luce che ottieni. Poi spostati pian piano verso un leggero extrafocale: probabilmente noterai che l'immagine intrafocale è più nitida e quella extrafocale più sfumata, senza un contorno netto, e noterai anche che non c'è - appunto - un punto in cui sei "a fuoco" con certezza ma probabilmente ci sarà un intervallo di posizioni, breve, in cui l'immagine è "circa" a fuoco senza mai raggiungerlo.
Qui trovi alcuni esempi di star test fatti su banco ottico