Probabilmente hai ragione: non è solo la tecnologia che anima l'interesse di molti astrofili. Diciamo che l'emozione sotto un cielo stellato non finisce lì, ma richiede un supporto per avvicinare chi guarda a cosa vede. Ecco, mi sembra che questo supporto animi troppo l'interesse di certi astrofili, ed è giusto, perché, anche se in misura più pacata, noi tutti amiamo i nostri strumenti, per acquistare i quali abbiamo fatto veri e propri sacrifici, ma non dovrebbe (il supporto) appiattire quello slancio emotivo che è partito, l'ho detto sopra, dall'osservazione a occhio nudo. In sostanza "est modus in rebus", invece al contrario, ti posso assicurare che ho visto astrofotografi, per ore chini con la testa sul computer, mentre il tele guidava la fotocamera, senza mai alzare gli occhi verso l'oggetto inquadrato e finire, quasi sempre con l'essere insoddisfatti dei risultati. Ci vorrebbe maggiore equilibrio tra slancio emotivo e vivo interesse per un'attrezzatura che soddisfi al meglio. Guarda, voglio essere ottimista, pensando che la maggioranza degli astrofili sia così e che soltanto una minoranza la sera non destinata alle osservazioni, si addormenti abbracciando il loro strumento.
P.S. Vorrei precisare, a scanso di equivoci, che il mio amico Aldo (aldofih), con me l'ultima volta in val Settimana, manovrando con notevole disinvoltura il suo dob da 200 mm, ha puntato proprio il doppio del Perseo. Questa operazione è stata fatta grazie alle sue buone conoscenze del cielo e alla valida funzionalità dello strumento. Ma una volta raggiunto l'oggetto, cercato per il desiderio di godere della sua bellezza, non ha esitato ad esprimere ancora una volta la sua ammirazione e la sua commozione. Questo è secondo me l'ideale per chi guarda il cielo: buona scelta dello strumento che soddisfi le esigenze e animo sensibile e nobile ogni qual volta si è di fronte all'oggetto che si desidera. Ciao Aldo.
Ultima modifica di moebius il martedì 4 dicembre 2018, 17:47, modificato 1 volta in totale.
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