La notte tra venerdì e sabato, volevo aggiungere, è stata caratterizzata da una magnifica trasparenza, dalla totale
assenza di nuvole e da un tasso di umidità pari al 38%: bastava infatti strofinarsi gli abiti addosso per formare scariche
di elettrostaticità! Poco prima dell'alba è stato infine raggiunto il picco minimo di temperatura, risultato di +2,0° C.
La contropartita a queste liete note è stata, purtroppo, l'alzata di un vento moderato, caratterizzato da folate a raffica,
formatosi sin dal crepuscolo inoltrato, quando ormai avevo preparato e approntato tutta l'attrezzatura. L'errore quindi è
stato quello di aver montato il cavalletto della montatura equatoriale alla massima altezza, come si vede dalla fotografie
sopra riportate, ignaro che da li a poco si sarebbe alzato il
Grecale.
Questo deterrente ha comportato una scarsa stabilità della strumentazione dovuta alla precaria rigidezza dell'intero setup
compromettendo purtroppo, in parte, l'esito delle immagini a lunga posa.
Il cavalletto standard della Ioptron Cem25P in questo senso non ha certamente contribuito.
Per portare a casa qualche risultato ho rimediato diminuendo drasticamente i tempi di esposizione (al vento) di
ogni singola posa (contando soltanto 300 secondi); chiudendo il diaframa ad f/2,8 del 200mm e impostando gli ISO al valore
di 800. Tali accortezze hanno permesso di salvare alcuni frame per soggetto e a portare i primissimi risultati deep-sky,
effettivamente efficaci, dall'alta quota.
Per ciascuno dei 12 frame programmati su ogni soggetto, il 70% circa è andato comunque a... farsi benedire, sono per
lo più risultati
schizzati-mossi sotto l'azione del vento: un pensiero guarda caso è andato inesorabilmente alla 10Micron
GM2000 rimasta al calduccio... a casa!
Tuttavia, dalle primissime elaborazioni delle rimanenti inquadrature risultate sufficienti, c'è la soddisfazione per la trasferta.
Ad f/2,8 il teleobiettivo Nikon non offre certamente il massimo di qualità su tutto il fotogramma, ma quello che comunque pone
tale vetro ai vertici delle ottiche di pari caratteristiche è l'elevata risolvenza e correzione su tutto il frame, già presenti a quella
ridottissima apertura: ad f/2,8 infatti, si distingue una modesta vignettatura, risolta con i flat, ma quello che è piacevole scoprire,
come si potrà verificare, è la risoluzione stessa del teleobiettivo Nikon: spaziare sull'intero fotogramma a pixel real è entusiasmante!
Il resto, da non dimenticare, lo ha fatto sicuramente il cielo, certamente non paragonabile minimamente con quello della Metropoli,
distante da lì, in linea d'aria, appena una sessantina di chilometri: tutt'altra faccenda!
Cari saluti,
Danilo Pivato