E' solo questione di "interpretazione" che il nostro cervello dà ai segnali che gli arrivano dagli occhi, tale interpretazione viene mediata dall'esperienza che si ha di quello che viene osservato (sai come si dice soprattutto in osservazione planetaria, «Piu si conosce, piu si vede».
Ora noi non vediamo i famosi "canali" ma questo probabilmente (per non dire sicuramente) perché noi conosciamo già perfettamente la moprfologia di Marte (vuoi per le mappe aggiornate, per le foto dell'hubble, ecc) quindi il cervello ha già queste informazioni, così da "interpretare" (abbastanza) correttamente quello che vediamo all'oculare, Schiaparelli simili informazioni non le aveva, lui non sapeva com'era veramente Marte è stato sempre lui il primo (o tra i primi) ad osservarlo sistematicamente con un simile diametro, quindi quello che gli si presentava all'oculare era del tutto nuovo, così il cervello ha dovuto "interpretare" in base alle informazioni (scarse) che aveva fino a quel momento.
Consideriamo poi che nelle prime mappe i "canali" non erano così palesi (o nemmeno c'erano), poi l'interpretazione diciamo che ha avuto il sopravvento (ma va detto che le macchie di albedo nella realtà ci sono tutte quante in corrispondenza dei canali), in definitiva nessun difetto visivo, probabilmente noi nelle sue stesse situazioni (senza le mappe attuali o le foto dell'Hubble e delle sonde nella testa) o non avremmo visto nemmeno la metà dei dettagli scorti da Schiaparelli oppure ci avremmo visto anche le basi spaziali dei marziani e non solo i canali.
