Cita:
Come ti ho già scritto mi prenderò il tempo occorrente a leggere il tuo lavoro con calma, sarebbe scorretto esprimere un giudizio prima di averlo fatto. Non dubito che si tratti un lavoro interessante e infatti sono molto curioso di leggerlo, però visto che lo hai fatto precedere da una premessa (chiamiamola pure abstract) almeno per sapere di cosa tratta l'articolo me la sono letta. E dal momento che disegno il Sole quotidianamente dal 1981 determinando il numero di Wolf (ho anche collaborato al manuale dell'AAVSO a questo proposito) non ho potuto fare a meno di notare che avevi scritto una cosa non vera: ci sono stati molti giorni di attività maculare in quel periodo, non soltanto i due che ho allegato dal sito di SOHO, che erano particolarmente significativi. Può darsi benissimo che fossero macchie troppo piccole per i tuoi scopi ma visto che hai voluto redigere un articolo scientifico ti ho segnalato l'inesattezza perché la correggessi, non c'era un intento polemico. Il resto del paper me lo guarderò appena torno dalla settimana bianca
Caro Raf:
Conosco bene la tua competenza e capacità nel campo solare, e la tua precisione, dai tempi in cui collaboravamo a Coelum, ma proprio per questo mi aspettavo un tuo contributo fattivo alla questione da me affrontata, per la prima volta in Italia in campo amatoriale, su un tema che è alla base della fisica solare: se ne occupava, negli anni 70-80 la Torre solare dell'Osservatorio di Roma, insieme a quella di Monte Wilson in USA:ora ci sono i dati satellitari (SDO -HMI) che hanno portato allo smantellamento delle strutture italiane.
Per farti un esempio, è ancora dibattuto ed incerto il legame tra estensione della macchie e loro struttura (light bridge, in particolare) ed intensità e direzione dei campi magnetici umbrali: nel mio testo ho inserito i dati forniti dall'SDO sull'estensione e la struttura delle ombre, ma mi sono ben guardato dal fare qualsiasi valutazione od estrapolazione per il semplice fatto che non sono un fisico solare e non ho le conoscenze necessarie per farlo; sarebbe tuttavia interessante farlo, anche se su un campione molto circoscritto. Il mio lavoro è stato iniziato e portato avanti per verificare, seppure con tutti i limiti del caso, la sussistenza o meno dell'ipotesi formulata da Penn e Livingston nel 2012 sulla continua diminuzione dell'intensità dei campi magnetici delle macchie solari e sulla loro possibile scomparsa entro pochi anni. Ora con i dati che ho rilevato so che questo non è vero (ovviamente non lo affermo solo io, ma parecchi fisici solari) solo che io ho potuto verificare questa realtà con la strumentazione da me progettata risolvendo problemi notevoli per farla funzionare in modo ottimale , al punto da affermare di poter emulare oggi una torre solare di 25 metri con uno strumento di poco più di un metro di lunghezza e 15 Kg di peso, dal balcone di casa mia a Roma: non credo sia un risultato che molti amatori, a livello planetario, possano aver ottenuto: alcuni di questi,spettroscopisti bravissimi, come Veio in California e Phil Rousselle e Rondi in Francia hanno effettuato delle rilevazioni episodiche e non sistematiche,mentre le mie sono finalizzate ad ottenere un minimo di rilevanza statistica.In più c'è la soddisfazione di aver progettato e realizzato, con l'aiuto di Avalon, uno strumento unico a livello planetario per peso e dimensioni, per effettuare amatorialmente tale lavoro con un ottimo tasso di congruenza coi dati ufficiali; ti sembra poco?
Quindi, quando dici di aver toccato un tasto sensibile, dici il vero: diciamo che sono molto soddisfatto di questo risultato, che tra l'altro mostra una differenza rispetto alle statistiche ufficiali inferiore a quella di alcuni Osservatori professionali, ma è anche vero anche che lo stesso mi è costato un notevole sacrificio ed impegno lungo tutto un anno, e senza alcun supporto di nessun genere.