@***Annalisa***
Un oculare di focale 40 mm con barilotto da 31,8 mm (1,25") può avere un campo apparente massimo (AFOV) di massimo 40/41° (42° se lima il barilotto

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@bostongu
Scusami, ho dato qualche concetto di troppo per scontato.
Andando con ordine, ci sono oculari con barilotti (la parte che si inserisce nel focheggiatore) con due misure standard, quelli con il barilotto "piccolo" sono quelli che hanno un diametro di 31,8 mm (ovvero 1,25", leggi 1,25 pollici) e quelli col barilotto "grande" che hanno un diametro di 50,8 mm (ovvero 2", leggi 2 pollici).
Nell'immagine il confronto tra una lattina, un oculare da 50,8 mm, un oculare da 31,8 mm e un oculare da 24,5 mm (un vecchio standard ormai abbandonato).
Fonte immagine: http://rocketroberts.com/joe.htmLa pupilla d'uscita (P.U.), non è altro che il cerchietto chiaro che vedi dall'ultima lente dell'oculare montato sul telescopio (ovviamente diventa facilmente visibile se punti lo strumento sul cielo diurno).
Fonte immagine: http://www.galassiere.it(nell'immagine è come si vede in un binocolo, ma con i telescopi è la stessa cosa)
La pupilla d'uscita è importante perché definisce la luminosità che arriva all'occhio e questa è il risultato del diametro dello strumento diviso l'ingrandimento a cui lo si stà usando, ad esempio uno strumento di 100 mm di diametro utilizzato a 100x (leggi, 100 per, ovvero cento ingrandimenti) avrà una P.U. di 1 mm, se usato a 50x la P.U. sarà di 2 mm (e all'occhio arriverà 4 volte la luminosità rispetto la precedente), se usato a 20x, la P.U. sarà di 5 mm (e all'occhio arriverà 25 volte la luminosità rispetto a quella di 1 mm e 6,25 volte rispetto a quella da 2 mm) e via così, ma c'è un limite all'ingrandimento minimo, ovvero che la P.U. massima del telescopio deve essere uguale o inferiore alla massima dilatazione della pupilla dell'occhio, questo è facile capirlo, per fare in modo che l'occhio raccolga tutta la luce disponibile in arrivo dal "pacchetto" telescopio-oculare, quindi se la P.U. fosse maggiore del diametro della pupilla dell'occhio, questa fungerebbe da diaframma e si perderebbe luce (sarebbe come ridurre il diametro del telescopio).
Considerato che un occhio giovane perfettamente adattato all'oscurità si dilata (di solito) fino a 7 mm (dopo i 35/40 anni arriva a massimo 6 mm, sempre mediamente e così a ridursi con l'avanzare dell'età), l'ingrandimento minimo di un telescopio si ottiene dividendo il diametro del telescopio (in mm) per il diametro di massima dilatazione della pupilla umana.
Detto ciò, l'oculare migliore (ovvero quello che riesce ad abbracciare il massimo campo possibile dello strumento, compatibilmente con l'ingrandimento minimo) nel caso dello strumento che hai indicato nel primo messaggio, ovvero l'Omegon Telescopio Dobson Advanced N 203/1200, sarebbe un oculare con barilotto da 50,8 mm focale 40 mm e campo apparente (AFOV) 68°, ti darebbe un ingrandimento di 30x, un campo reale (TFOV) di 2.27° (le Pleiadi ci starebbero dentro comode comode) e una P.U. di 7 mm; come ho detto potresti usare oculari di lunghezza focale un po inferiore ma con campo apparente maggiore, come appunto un 32 mm, AFOV 84° che ti darebbe un ingrandimento di 37,5x circa 2,24° di campo reale e una P.U. di 5,4 mm; il primo sfrutterebbe al massimo la luminosità percepibile dall'occhio, ma da usare solo da cieli
perfettamente scuri e con l'occhio
perfettamente adattato al buio, mentre il secondo sarebbe piu sfruttabile sotto cieli un po meno che perfetti (quelli che non permetto un completo adattamento al buio dell'occhio).
L'unico problema di questi oculari col barilotto "grande" e dall'ampio campo è che solitamente sono costosi.