L'altra sera preso dal desiderio di rimettere in funzione il
Tyrannosaurus Rex, il
Sacro Graal dell'Astronomia
elettronica, nonché emblema primordiale della fotografia digitale, pur di rivivere per poche ore quell'epopea
gloriosa che ha visto la nascita del primo ccd ad uso amatoriale, ho aperto l'anta dell'armadio che custodiva,
da oltre 28 anni (!) chiuso nella sua piccola valigetta rossa di alluminio, il vecchio feticcio: lo
SBIG ST-4!
Era lì, impacchettato come una grossa salsiccia ricoperto dalle mille bolle a protezione che l'avvolgevano proprio
come l'avevo riposto l'ultima volta. Sembrava ancora nuovo, luccicante, nonostante l'avessi usato di frequente
durante le notti all'addiaccio degli anni novanta-primi duemila per fare da autoguida nelle fotografie su pellicola
chimica.
Mi son domandato se ancora funzionasse. E perché non dovrebbe? D'altronde che ricordassi, ha sempre funzionato.
Era un muletto inarrestabile.
Presto fatto. Collegati i cavi della testa del ccd alla consolle, alla piccola montatura Ioptron, dopo previa installazione
degli appositi driver al computer ed infine all'alimentazione da 12 volt, ecco apparire immediatamente sul suo piccolo
display la scritta:
Hello_ accompagnata dal caratteristico cicalino.
Diamine ancora funziona!
Tempo un minuto e una rapida ispezione al ccd mi accorgo immediatamente della formazione di ghiaccio sul piccolo
sensore. E' sempre stato il tallone d'Achille di questo ccd, poco male: ricordo come se fosse oggi qual era il rimedio.
Spengo tutto, apro la piccola testa - lato ccd - e prelevo il delicato anello essiccante di "
sughero rigido" che
funge da rigenerante. Lo inserisco in un forno elettrico a +200° C. e lo riscaldo per 4 ore.
Concluso il tempo di cottura ecco che il matusalemme del digitale è nuovamente pronto per affrontare altre avventure
d'alta quota! Non resta che attendere il meteo propizio.
Cari saluti,
Danilo Pivato
Allegato:
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