@ davidem:
Senza ombra di dubbio! Sono entrambi letali sia l’umidita e “un po’ di brezza”, si perché con il vento ,che si chiami veramente vento(scala Beaufort 4 e oltre

) ,ho sempre desistito nell’osservazione .
Beato sia il tè bollente. Guai se manca!
Altri piccoli accorgimenti, che con l’esperienza ho imparato sono:
Primo, che in funzione della temperatura esterna, suddivido la serata osservativa in sessioni di differente lunghezza .Questo, personalmente, mi fa mantenere la concentrazione più alta.
Secondo, vestirsi a cipolla(ahimè!),ma la cipolla non deve stringere.
Terzo, un paio di calzettoni di lana come scorta, da tenere caldi ,sulla pacia(36°C),tra il “base layer” in lana Merino e il “mid layer” .Al momento opportuno sono un vero toccasana. Lo stesso per i guanti, se devo togliermene uno, lo ripongo subito tra il corpo e gli strati esterni degli indumenti, non comodo da farsi, ma poi…….provare per credere .
Quarto, piumino d’oca e parka(military grade) in Gore-Tex ,come ultimi strati.
Quinto, tenere la testa e il collo sempre coperti. Non per ultimo, un paio di scarponi di scorta, da scaldare in macchina al momento opportuno.
I fotografi….. se non sono dei masochisti, appena lanciato il piano di acquisizione, fanno bene a rintanarsi in macchina…..al calduccio. Per noi visualisti è un po’ diverso, ma tra una sessione e l’altra , pure io mi riscaldo in macchina, mangio e pianifico così la sessione successiva.
PS.Forse qualcuno potrà dire che sono eccessivo ,ma se dovessi trovare questo........
Allegato:
Trapper coat.jpg [ 123.59 KiB | Osservato 2926 volte ]
“old school trapper coat”……..in pelliccia d'orso.
Francesco