Ciao Fulvio,
Innanzi tutto grazie per l'apprezzamento della mia "strana" immagine.
Hai ASSOLUTAMENTE ragione quando dici che per fare una misura precisa del rapporto servirebbe uno spettrografo calibrato, questo argomento è assolutamente inoppugnabile; è anche vero però che, con uno strumento del genere è estremamente difficile e "dispendioso" creare una "mappa" della regione e non è certo alla portata di tutti gli amatori.
Quello che ho potuto fare con gli strumenti a disposizione è quindi, lo ammetto, una stima grezza (se vogliamo usare un termine
tecnico la definirei "spannomerica"

).
Hai centrato perfettamente quello che è il vero problema di base di questo esperimento: la larghezza di banda dei filtri e l'impossibilità di determinare l'entità del fondo continuo sottostante che impedisce di effettuare una calibrazione accurata dei flussi delle sole righe spettrali.
Il problema è soprattutto nell'Halfa perché, come hai giustamente sottolineato, nel filtro Baader (ammesso e non concesso che sia perfettamente centrato) entra non solo l'Halfa ma anche due righe abbastanza intense dell'NII.
Nei pressi dell'Hbeta invece, per fortuna, non ci sono righe ingombranti.
Giusto per far capire a tutti (so che a te è ben chiara la questione) allego uno spettro della nebulosa di Orione dove si vedono abbastanza bene le righe dell'azoto addossate all'Halfa.
La larghezza di banda dei filtri è di circa 80 angstrom quindi più o meno quanto la larghezza della base del tripletto "Halfa+doppietto dell'NII"
Ora ti spiego il ragionamento che mi ha portato a fare comunque la prova: mi farebbe
molto piacere sapere cosa ne pensi.
Osservando gli spettri il contributo dell'NII è, a spanne, intorno al 15% per la riga a 6584 e meno del 5% per quella 6548; sperando che il filtro non abbia una banda rettangolare ma una campana centrata sui 6563 Angstrom dell'Halfa mi aspetto che l'inquinamento da azoto sia abbastanza "contenuto" (entro il 15% diciamo) e soprattutto è sempre nella stessa direzione (fa aumentare il rapporto Halfa/Hbeta).
La calibrazione minimalista tramite l'efficienza quantica e trasmissività dei filtri ha un errore stimabile nel 2-3% (come dicevo la QE è stata stimata sul grafico fornito dal produttore del CCD).
Ora, senza fare una valutazione super precisa della propagazione degli errori, mi aspetto che i miei risultati risentano di un incertezza dell'ordine del 25%:
Certo è un enormità se vogliamo fare una misura scientificamente utilizzabile, ma qui non stiamo usando un laboratorio chimico di un'azienda farmaceutica, ma il piccolo chimico con cui giocavamo da bambini!
Un incertezza del genere ritengo sia più che accettabile per parlare di stima.
Probabilmente ho ecceduto in leggerezza parlando di
decremento di Balmer quando avrei dovuto semplicemente chiamarlo rapporto Ha/Hb, e per questo mi cospargo il capo di cenere, ma buttare via completamente questa esperienza alla portata di tutti mi pare eccessivo.
Attendo le vostre considerazioni.
Buona serata
Edo