bardix ha scritto:
Allora, durante le fredde sedute invernali in montagna, dovresti provare a riscaldarti con il generatore piuttosto che all'interno dell'abitacolo della tua auto, magari col motore acceso, da dove puoi controllare in remoto, molto più comodamente, tutto il tuo setup ...

...
Su questo non c'è ombra di dubbio, hai pienamente ragione e anche io ne ho approfittato un po' (anche per dormire una volta avviata la sequenza) nelle serate in trasferta.
bardix ha scritto:
Sono sempre tue legittime opinioni, ma sono errate:
i cicli di carica/scarica danneggiano QUALSIASI batteria, e quelle al piombo sono quelle più durature (anche 10 volte rispetto altre tipologie); non possono avere piastre in numero maggiore perché altrimento avrebbero una tensione diversa (ogni cella ha sempre 2 volt nominali): per dare più corrente devono avere una superficie (!) maggiore. Una batteria da avviamento sopporta sino al 40% di scarica (le migliori anche il 50%) senza risentirne significativamente mentre una "ciclica" arriva tranquillamente sino all'80% di scarica (non all'80% della sua capacità, cioé il 20% di scarica).
In questo caso non si tratta di mia opinione, ma di come funzionano le batterie al piombo. Guarda per esempio quì:
http://batteryuniversity.com/learn/arti ... _batteries (c'è un confronto tra deep cycle e starter) ma ci sono anche molti altri siti che spiegano bene la differenza tra i diversi tipi di batteria e la durata in caso di deep discharge.
E' vero che i cicli rovinano tutte le batterie, ma una deep cycle ha alcuni accorgimenti finalizzati proprio a consentire una scarica più profonda, garantendo comunque una vita utile opportunamente lunga. Anche se ci arriva, una deep cycle non la scaricherei mai dell'80%, a meno di accettare di ridurre di parecchio la vita utile. Quella della macchina, come dicevo, non la considero neanche per questa applicazione.
Attenzione a non confondere piastre con celle: hai ragione per le celle, nel senso che se si montano più celle in serie il voltaggio cambia. Infatti le batterie al piombo hanno delle celle da 2V e qualcosa montate in serie. Le piastre sono montate in parallelo, il che consente di conseguenza di aumentare la superficie totale e permettere una potenza maggiore a parità di dimensioni della batteria (a spese però della durata dovuta alla solfatazione), senza alterare la tensione.
Le batterie al litio che si usano per aeromodellismo sono identificate con una sigla del tipo 2p3s, che serve per indicare come sono collegate le varie celle. Nel caso dell'esempio ci sono 6 celle, distribuite in 2 serie in parallelo di 3 celle ciascuna. Nel caso del litio, ogni cella ha 3,7V nominali, quindi questa batteria avrà 11,1V nominali e una certa capacità. Tra una batteria 1p3s e una 2p3s la tensione in uscita è la stessa, ma la seconda ha una capacità doppia (e chiaramente è più grossa).
bardix ha scritto:
... e poi "de gustibus non est disputandum" ...
Anche su questo non c'è dubbio, ma essendo un sostenitore della teoria "better safe than sorry", credo che sia sempre preferibile utilizzare un dispositivo (in questo caso una batteria) progettata per l'uso che vorrei farne, piuttosto che rischiare di rimanere a piedi qualche mese dopo perché la batteria è andata.
Il cosiddetto "AstroVan" sarebbe uno spettacolo per l'astrofilo itinerante, ho conosciuto alcuni quando ero in America che ce l'avevano e devo dire che faceva una certa invidia vedere loro lì al calduccio. Però effettivamente i costi sono davvero alti, a quel punto personalmente cercherei di creare la postazione fissa.