dr.prokton ha scritto:
:please:
Quello che mi affascina sempre di ogni tua foto, oltre alla realizzazione tecnica impeccabile è l'inquadratura.
Riesci sempre a tirare fuori qualcosa che è apparentemente semplice da pensare, ma che in realtà ci vuole una
capacità che pochi hanno di cogliere l'attimo.
Giampiero
Grazie Giampiero!
Dico sempre di essere fortunato e di trovarmi al posto giusto, nel momento giusto ed è verissimo!
ippogrifo ha scritto:
Io mi stupisco per l'incisività dei particolari.
Nonché per la bellezza dei colori.
(Sono native le foto? O sono appena appena ritoccate?
Grazie Ippo!
L'incisività si ottiene controllando adeguatamente due variabili importanti della fotografia:
la messa a fuoco e il rischio del mosso e/o micro-mosso richiamando con attenzione i tempi di sicurezza. Se terrai sempre a mente
queste regolazioni interdipendenti con le cause e gli effetti, otterrai foto nitide ed incise in qualsiasi condizione a prescindere dalle
condizioni ambientali e di luce.
In fase di elaborazione poi e in secondo luogo, esistono diverse tecniche con relativi approcci che possono aiutare a rendere le immagini
più nitide rispetto a quello che apparentemente possono apparire, ma sono dei banalissimi "trucchi" composti da maschere di contrasto
da gestire con cautela, pena le immancabili negatività che sovente comportano.
Per quanto riguarda invece il colore ti rispondo dicendo che intanto e in massima parte dipende dalla trasparenza dell'aria, dall'ora
del giorno, e se poi potessi recarti sempre in montagna nel corso di quelle giornate limpide e trasparenti ti accorgeresti come già
ad occhio i colori, in genere, siano tutti ben più saturi rispetto a quelli che si vedono in pianura e in città. Qui quello che conta è sempre
la trasparenza dell'aria. In fase di elaborazione poi è possibile stravolgere totalmente il pattern dei colori, ma sta al buon gusto dell'operatore
se accentuare o se diminuire alcune tonalità rispetto ad altre, ma sempre senza strafare, altrimenti forzando troppo rimane palese l'intervento.
Cari saluti,
Danilo Pivato