Da appassionato non ho più letto notizie interessanti da dopo il meeting di fisici del 1995 nella università della California del Sud , in cui Il fisico Edward Witten (forse ancora il più eminente attuale?), diede una scossa rivitalizzante alla teoria delle stringhe impantanata nei problemi dovuti alle 5 diverse ma simili varianti, postulando la possibilità che una nuova teoria unificante da lui sviluppata e denominata M, comprendesse le 5 varianti precedenti intese come in realtà 5 modi diversi di guardare la stessa teoria. Questa semplificazione formale però era possibile solo ipotizzando una ulteriore settima dimensione che mettesse d’accordo tutte le precedenti. Le dimensioni totali quindi salivano a 11.
Ho ritrovato degli appunti presi per mio uso e consumo dalla traduzione di un filmato su Youtube del quale al momento non ricordo il titolo, ma che faceva il punto della teoria delle stringhe e del quale mi ero scritto il seguente riassunto assai intrigante ma troppo "filosofico": Ovviamente quanto scritto non è farina del mio sacco ma il riassunto del'audio del filmato in lingua inglese:
"I fisici suggeriscono che in effetti l’impossibilità di percepire nuove e così tante dimensioni, (che un tempo facevano considerare l’individuo proponente come un pazzo) non dovrebbe essere preoccupante perché potremmo non vederle essendo ingannati dalle apparenze. Come guardando lo schermo del cinema, che possiede solo una larghezza e un’altezza, noi percepiamo anche una profondità della scena che in effetti non c’è, ed è solo un’apparenza.
Le dimensioni possono essere anche definite come in cibernetica: Gradi di libertà. Più gradi di libertà ci sono in una macchina, più cose diverse essa può fare. E per questo motivo la sua settima nuova dimensione prevedeva che le stringhe non fossero semplicemente dei tratti o dei cerchi vibranti, ma potessero anche aggregarsi in membrane o superfici ...le famose “Brane”. Le quali potrebbero ingrandirsi con l’energia a raggiungere le dimensioni dell’Universo. E di queste superfici potrebbero quindi essercene molte galleggianti in uno spazio a più dimensioni come altrettanti universi paralleli al nostro…. Come se il nostro Universo fosse una fetta di pane di una pagnotta le cui altre fette sono altri Universi paralleli, che noi però non possiamo vedere anche se fossimo vicinissimi, perché stanno in un’altra loro dimensione a noi impenetrabile in quanto costruita con altre regole fisiche imposte dalle stringhe che la costituiscono.
Ma a ben pensare, la violazione di questa regola di impenetrabilità potrebbe avvenire da un esempio che tira i ballo il GRAVITONE.
Immaginiamo che la nostra stringa Universo, o fetta di pane in cui viviamo sia invece un biliardo dove gli atomi della materia sono le palline, e immaginiamo che le palline non possano assolutamente essere buttate fuori dal biliardo: L’unica cosa che uscirebbe comunque sempre dal biliardo sarebbe il rumore delle palline che nel gioco si urtano.
Per analogìa la GRAVITA’ potrebbe agire come le onde sonore e potrebbe essere in grado di diffondersi OLTRE il nostro universo, oltre il nostro biliardo, se ci addentriamo nel seguente ragionamento:
Torniamo per un attimo a valutare la forza di gravità. Noi la percepiamo molto piccola perché siamo in grado di contrastarla con poco sforzo per fermare la caduta a terra di qualcosa. Ma se invece la forza di gravità fosse molto forte e noi non riuscissimo a percepirla nella sua interezza perché interagisce con altre dimensioni? Oppure perché proveniente da altre dimensioni dove essa è ben più forte? Le cose cambierebbero.
In fondo questo fenomeno era già successo con Newton che non aveva capito il COME la forza di gravità potesse estendersi a distanze astronomiche nel vuoto dello spazio. Finchè Einstein con la Relatività asserì che erano le masse dei corpi a deformare la dimensione dello Spazio+tempo. Masse che, come visto all’inizio di questo testo, come bocce rotolanti sulla rete rappresentata dalla dimensione Spazio+Tempo, per via del loro diverso peso, in essa affondano a profondità diverse, e gli sprofondamenti maggiori vi attraggono altre palle in transito. Quindi era già successo che un fenomeno fosse spiegabile, per via della interazione della gravità con una nuova dimensione, quale quella dello Spazio+Tempo.
Tornando al biliardo-Universo e al rumore che è in grado di valicare la frontiera impenetrabile dagli atomi-biglie, e raggiunge altri biliardi-Universo. La teoria delle stringhe - teoria M propone anche una ipotesi secondo la quale l’impenetrabilità non sarebbe più tale. Basterebbe che un tipo di stringhe fosse formato da anelli di energia chiusi e fluttuanti, cioè non ancorati a nessuna struttura dimensionale dell’Universo che conosciamo inteso come la famosa “Membrana” tridimensionale….. Ecco che avremmo trovato l’equivalente rappresentato dal “rumore” delle biglie che poteva uscire dall”universo bigliardo” non appartenendovi.
Di questo tipo di stringhe potrebbero essere formati i “Gravitoni”, liberi di viaggiare verso altre dimensioni verso le quali esercitano una parte della loro forza, che noi vediamo essere così debole proprio perchè non la possiamo vedere tutta.
Questa ipotesi è estremamente intrigante perché se fosse vero che noi siamo su un Universo accanto ad altri Universi che noi non possiamo vedere, potremmo percepire la loro esistenza grazie al riconoscimento dei Gravitoni, e se sull’universo invisibile vi fossero civiltà tecnologicamente avanzare, potremmo scambiare segnali attraverso le onde gravitazionali che costituirebbero la nostra unica possibilità di contatto.
Ma il sorprendente è che potrebbe perfino essere ipotizzato che siano stati altri universi a generare il nostro.
Noi conosciamo che il big bang ha dato inizio all’espandersi del nostro Universo di materia tridimensionale, con la quarta dimensione spazio+tempo. Ma ciò di cui non conosciamo nulla è appunto l’oggetto che ha dato origine al big bang che i nostri studi indicano essere stato infinitamente denso, microscopico e pesante, per il quale le nostre leggi fisiche non funzionano più, al punto che viene chiamato “Singolarità”. Dovremmo pensare che quell’oggetto sia nato dal nulla. Ma non essendo filosofi ma uomini concreti, il nulla è altrettanto privo di significato come l’infinito. Tutto ciò che conosciamo è finito, e del nulla non abbiamo conoscenza. Gli scienziati non possono adagiarsi su una convinzione filosofica. La scienza cerca le prove.
La teoria delle stringhe può risolvere questo problema del “prima” e del perché avvenne il big bang?
In effetti si sono avanzate ipotesi teoriche in linea di principio valide. Si ritiene che il big bang possa essere stato generato dalla collisione di due membrane appartenenti a due universi paralleli e fluttuanti in diverse dimensioni. L’enorme energia di quell’urto avrebbe prodotto la temperatura e la materia in espansione del nostro Universo. Se fosse vero questo, gli Universi paralleli potrebbero essere entrati in collisione non una ma più volte. E’ uno scenario ingegnoso conseguenza naturale della teoria delle stringhe. Ma quando gli scienziati lavorano sulle equazioni di una teoria , non sono sicuri che essa descriva una realtà.
Einstein stesso sembra abbia detto: Finché le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono certe, e finché sono certe, non si riferiscono alla realtà
Quello che importa in fin dei conti è che le formule matematiche che descrivono la teoria delle stringhe che tante cose strane permette, siano dimostrabili in laboratorio, cioè se la teoria sia dimostrabile secondo il metodo scientifico della sperimentazione.
Le stringhe, si diceva all’inizio, sono talmente piccole che non saranno mai visibili, ma un giorno forse potremmo riconoscere qualche loro effetto caratteristico e vederne indirettamente i loro comportamenti Sia al Fermilab che al CERN, il cui acceleratore è 7 volte più potente di quello del Fermilab, con i potenti acceleratori di particelle si fornisce agli atomi di idrogeno una grande quantità di energia, dopodiché si eliminano gli elettroni, e i protoni che rimangono vengono accelerati in un tunnel circolare sotterraneo lungo parecchi chilometri, fino a raggiungere quasi la velocità della luce, quindi sono messi in rotta di collisione con particelle che viaggiano in direzione opposta. Molte particelle si sfiorano, ma qualcuna entra in collisione frontale netta, e dall’urto si generano sciami di particelle subatomiche inusuali, e di energia che vengono registrati e riveduti come tracce sugli schermi di computer appositi. La speranza è che prima o poi fra di loro sia riscontrabile la minuscola particella di gravità: Quel Gravitone, che secondo la teoria delle stringhe potrebbe essere l’unico anello chiuso di energia che non essendo collegato alla struttura del nostro universo Spazio temporale, potrebbe fuggire verso altri universi in altre dimensioni.
E l’ideale sarebbe registrarne uno al momento della sua fuga, in quanto in quei macchinari che costituiscono l’acceleratore di particelle sono inseriti dei pesantissimi dispositivi in grado di segnalare il suo comportamento.
Purtroppo questo fenomeno non si è ancora verificato, e l’osservazione del gravitone sarebbe veramente la primissima verifica sperimentale che la teoria delle stringhe è degna di studio, ed in sé ha del vero e razionale, che col progredire della tecnologia si spera di poter poi confermare con sperimentazioni successive oggi impraticabili."
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