Arpago ha scritto:
Salve (ho 5 minuti di tempo)
Vorrei invitare il lettore Andreaconsole a riflettere su quanto ha scritto in quanto mi conferma che l'impressione che ho avuto leggendo le prime righe del riferimento che e' stato dato era corretta e che potesse giustificare la mia perplessita'.
Inviterei anche gli altri lettori del forum a rilevare l'errore che e' stato commesso.
Puo' anche essere un fraintendimento o che magari si pensasse a una impostazione scrivendola pero'
in modo approssimativo....
Saluti
Non capisco quello che dici, ma se stai ancora alludendo al fatto che il pdf che ti ho linkato sia errato nonostante la mia ulteriore spiegazione, ti invito a considerare la possibilita' che non e' detto che se una cosa non la capisci, automaticamente sia sbagliata.
Ho provato ad editare la mia risposta per rendere piu' evidente che si sta parlando per assurdo.
Tornando al paradosso dei gemelli, ti copio-incollo questo pezzetto che forse ti e' sfuggito, che non contiene nessun ragionamento difficile e che e' quindi rapidamente digeribile, che ti mostra che il problema che ti sei posto e' stato gia' affrontato e ampiamente superato, come ti ha detto anche il buon Ippo:
Cita:
Negli anni '50, fino ai primi anni '60, il professor Herbert Dingle (1890-
1978) portò avanti una personale battaglia per contestare alcuni aspetti della
relatività. Egli fu autore di un sillogismo che tenta di dimostrare come, nel caso
del paradosso dei gemelli, il previsto rallentamento degli orologi in moto
nasconda un'illogicità. Abbiamo infatti sostenuto che il moto è relativo, ma
anche che il moto provoca un rallentamento degli orologi, e questa seconda
affermazione sembrerebbe in grado di smentire la prima, consentendoci di
individuare in maniera certa gli orologi in moto. In questo caso il termine
"paradossale" starebbe a significare "impossibile".
Il sillogismo di Dingle recita così:
1 (Premessa maggiore) Secondo il postulato di relatività se due corpi (ad
esempio due orologi identici) prima si separano poi si riuniscono non c'è alcun
fenomeno osservabile che possa dimostrare in senso assoluto che uno si è
mosso anziché l'altro.
2 (Premessa minore) Se dopo il riavvicinamento un orologio fosse ritardato di
una quantità dipendente dal movimento relativo, e l'altro no, questo fenomeno
mostrerebbe che il primo si è mosso e non il secondo.
3 (Conclusione) Pertanto, se il postulato di relatività è vero, gli orologi
debbono essere egualmente ritardati, o non esserlo affatto: in ogni caso i loro
quadranti debbono mostrare lo stesso tempo dopo la riunione se lo mostravano
prima della separazione.
Come vedremo, con questo sillogismo Dingle interpreta malamente la
relatività del moto di Galileo, che Einstein incorpora ed estende nella nuova
teoria. La premessa maggiore non è corretta: è vero, tra due corpi in
allontanamento costante è impossibile stabilire con certezza chi si stia
muovendo, ma se un astronauta viaggia avanti e indietro tra due pianeti
(interrompendo almeno una volta il suo moto inerziale) possiamo affermare in
modo assoluto che almeno in un periodo egli si sia mosso. Anche la premessa
minore è scorretta: il ritardo di un orologio dimostra che esso si è mosso, ma
non dimostra che l'altro non si è mosso; potrebbero averlo fatto entrambi con
moti diversi. La conclusione del sillogismo deve perciò essere rifiutata.
E, come detto, se hai la pazienza di sforzarti di capire il ragionamento (riuscire ad interpretare i diagrammi di Minkowski e'
conditio sine qua non, direi), puoi accertartene personalmente.
Infine, prima di cercare interpretazioni personali della teoria della relativita' (come ho gia' fatto in precedenza in occasione di altri tentativi, che sovente appaiono in questa sezione del forum, di presentare nuove teorie), ti invito innanzitutto a capirla.
E' una teoria estremamente consolidata che funziona veramente bene: merita' almeno una possibilita' da parte tua
Cita:
Vorrei terminare citando l'apertura del
capitolo "Relatività e relativismo", da "La fisica del Novecento - Per un bilancio
critico" di Franco Selleri:
In alcuni ambienti scientifici talvolta si fa confusione fra la teoria della relatività
e l'idea del relativismo, anche se in realtà si tratta di cose distinte. La relatività
è una teoria scientifica con i suoi pustulati, la sua struttura logica e la sua base
empirica. L'idea del relativismo afferma invece che gli osservatori inerziali sono
in tutti i sensi equivalenti l'uno all'altro e che molto si può imparare sul mondo
in cui viviamo ragionando su questa perfetta equivalenza. ...