La ruota portafiltri è assolutamente necessaria, nel senso che non potrei immaginare di dover togliere la fotocamera ogni volta per cambiare il filtro! Significherebbe, tra le altre cose, dover ritrovare l'angolo di ripresa corretto una volta installato, oltre che, come dice Fabio, di poterti dedicare a tante altre cose interessanti. Sarebbe un'opzione percorribile solo se l'intenzione è riprendere in bianco e nero la luminanza oppure per esempio Ha.
Tieni conto che spesso le ruote portafiltri utilizzano filtri non montati, ossia inserisci solamente il "vetro" che poi viene bloccato meccanicamente (ossia senza l'anello filettato esterno). In ogni caso con filtri da 31,8mm non è un grosso problema, dato che i dischi di bloccaggio per filtri montati esistono (es. Starlight Xpress).
Io credo che facendo l'acquisto di una fotocamera valga la pena prendere già anche filtri e ruota portafiltri, innanzitutto perché spesso si può usufruire di sconti e inoltre perché tanto prima o poi (in realtà prima o prima

) ti verrà voglia di riprendere il colore, anche giusto per vedere come esce un certo DSO. Magari si può aspettare per i filtri narrowband, che sono molto più impegnativi da usare. Credo che il classico setup da 5 filtri con L, R, G, B ed eventualmente Ha sia molto completo.
Anche la messa a fuoco motorizzata è un accessorio caldamente suggerito, io ho appena effettuato l'upgrade per evitare di dover rifocheggiare manualmente ad ogni filtro (anche se sono parafocali, ho notato che una minima differenza di messa a fuoco si trova e riprendendo con ottiche veloci questo è un problema). L'alternativa è di mettere a fuoco la luminanza (per riprese LRGB) e accettare la leggera perdita di fuoco nei colori (nel mio caso il rosso è perfettamente parafocale comunque e gli altri hanno un leggero offset, che senza APT che analizza il pattern della maschera di Bahtinov non riuscirei a percepire visivamente). Con il mio setup il problema non è molto visibile nelle prove che ho fatto e quindi ho optato per rifocheggiare durante la notte per dilatazione del tubo ottico/spostamenti del focheggiatore.
@mamete:
I flat vanno necessariamente fatti per ciascun filtro, con tempi diversi in modo da avere un adeguato numero di ADU. I flat servono infatti per correggere non solo vignettatura e non uniformità di trasmittanza delle ottiche, ma anche gli aloni creati da polvere o altro. Chiaramente i granellini di polvere non sono nella stessa posizione su tutti i filtri.
La durata delle esposizioni varia perché la quantità di luce che passa tra i vari filtri non è sempre la stessa: ovviamente la luminanza fa passare molta più luce che un filtro colorato. Bisogna poi vedere lo spettro di emissione di ciò che si usa per i flat frame (LED oppure pannello elettroluminescente), che potrebbe essere non uniforme su tutta la banda del visibile.
Bluesky71 ha scritto:
Non è corretto che l'unica possibilità sia il sensore a colori: si può usare un sensore mono con cassetto portafiltri, vedi gli eccellenti lavori di A. Falesiedi. E' chiaro comunque che il cassetto portafiltri è molto meno comodo da gestire di una ruota motorizzata.
Grazie per la precisazione, non ci avevo pensato.
Concordo sul fatto che il passaggio reflex-CCD non sia traumatico. Anzi, sarebbe traumatico pensare di tornare indietro! Ricordo che la prima luce l'ho ripresa con un paio d'ore su M42. Ho poi provato ad unire il colore ripreso l'anno prima con la reflex e la luminanza del CCD e la foto era estremamente sbiadita. Non c'è proprio paragone: per questo tra l'altro non condivido l'idea di prendere una reflex modificata con raffreddamento e filtro IR-cut rimosso, dato che il costo che ha non porta ad incrementi di sensibilità del sensore, che rimane molto inferiore ad altri tipi di fotocamera astronomica (per quanto ci siano foto stupende fatte con questi strumenti).
Sono convinto che tutti coloro che prendono un CCD mono hanno quell'effetto "wow" non appena vedono che cosa esce da un singolo scatto, rispetto a quello che ottenevano prima.
Per il discorso delle serate è vero che alle volte capita di tornare con solamente una parte degli scatti programmati. Per questo normalmente faccio una sequenza con, per esempio, 4xL e 3x ciascun colore e poi rincomincio. In questo modo già ci si porta a casa un decente numero di scatti quanto meno per avere un buon anteprima del risultato finale. Poi in serate successive si può integrare ciò che è più debole.