Roberto Gorelli ha scritto:
Tutti voi dovreste conoscere il detto: Quando un astronomo o un astrofilo
vuole vedere a tutti i costi una stella (pianeta, stella, cometa) .... la vedrà!
Ciao.
Roberto Gorelli
Grazie Roberto per averci messo al corrente del detto!
Dal tuo messaggio mi sembra d'intuire però un filo di sarcasmo nei confronti degli osservatori elencati nella storia sopra narrata, quasi come se ci fosse stata una convinzione generale nell'osservare ciò che non c'era realmente. Io credo di no, anche se ovviamente non ho certezze.
Ne elenco alcune considerazioni personali.
Intanto c'è da prendere atto dell'epoca in cui fu effettuato il rilevamento da parte di Bexendell. Il 1880, cieli a parte che erano ancora realmente scuri, è il proficuo periodo di ricerca e scandaglio di tutto il cielo. Gli astronomi e/o astrofili in quegli anni erano esclusivamente visualisti e per la maggioranza le loro osservazioni spaziavano in lungo e in largo per tutto il cielo con lo scopo di catalogare e classificare qualsiasi oggetto deep-sky capitasse nel loro campo d'osservazione (la nascente fotografia ricordo non era ancora stata applicata a questo genere di ricerca).
I campi apparenti dei loro telescopi non erano ampi, bensì strette finestre nelle quali insorgevano diverse aberrazioni non ancora del tutto risolte dalla fisica ottica di quegli anni.
Non metterei poi in dubbio le capacità d'osservazioni dei personaggi chiamati in causa del calibro quali lo stesso John Dreyer (l'autore del catalogo NGC, per l'importante biografia su Tycho Brahe, per la raccolta dei documenti su William Herschel). G. Bigourdan (oltre ad essere noto per aver congeniato il sistema che porta ancora oggi il suo nome relativo al puntamento polare delle montature equatoriale, scoprì nella sua carriera più di 500 nuovi oggetti celesti, è stato anche il direttore dell'International Astronomical Union dal 1919 al 1929). Johann Hagen (dapprima fu il direttore del Georgetown University Observatory dal 1888 al 1906 e poi dal 1906 alla morte fu il direttore della Specola Vaticana dove realizzò un atlante di stelle variabili. Pubblicò anche una revisione storica del catalogo del Dreyer). Max Wolf (pioniere delle tecniche dell'astrofotografia scoprì più di 200 asteroidi e 3 comete che portano il suo nome. Tra l'altro Wolf fu il primo astronomo ad impiegare la tecnica del time-lapse, oggi molto in voga, per scoprire gli asteroidi. Negli anni successivi il rilevamento della nebulosa fantasma egli stesso grazie all'impiego della fotografia wide-field scoprì più di 5000 tra nebulose e galassie (!)). Ludwig Becker (professore all'università di astronomia in Glasgow fu responsabile dell'osservatorio privato di Dunecht).
Piuttosto, come scritto nell'articolo, punterei il dito indice sulla qualità degli strumenti rifrattori dell'epoca che con le loro lenti usate per il rilevamento dell'oggetto in questione, non ancora assoggettate ai depositi di pluri-strati di trattamenti antirilfessi, crearono probabili e strani giochi di luce dovuti al vicino ammasso globulare M2 da indurre gli stessi osservatori al rilevamento della nebulosa... fantasma.
Cari saluti,
Danilo Pivato