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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 13:17 
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Guarda caso la 140*SQRT(D) collima alla fine anche con la formula del Ferreri per i rifrattori e con quella di Sidgwick.
Viva TS!!! :lol:

Un pensiero infine sull'ingrandimento ottimale:

Il fatto è che il potere risolvente minimo può trovare, credo, una sua rigorosa formula matematica che abbia validità assoluta.

Quella del massimo ingrandimento, come abbiamo visto, già deve tenere in considerazione altri parametri come la correzione dell'obbiettivo, la presenza dell'ostruzioe, l'acuita visiva dell'osservatore ed il seeing.

Quella dell'ingrandimento ottimale credo che sia a questo punto del tutto variabile e soggettiva.
Concordo certamente che pupille di uscita maggiori siano comunque indiscutibilmente più comode.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 14:48 
dedo ha scritto:
Guarda caso la 140*SQRT(D) collima alla fine anche con la formula del Ferreri per i rifrattori e con quella di Sidgwick.

:facepalm: Sei la contraddizione in persona, e continui a piegare le formule ai tuoi comodi. Rileggi bene ciò che ha detto Raf:
Raf584 ha scritto:
Secondo me la formula meglio supportata da dati sperimentali è la 140*SQRT(D) con D in pollici. Intanto perché è circoscritta all'ambito delle stelle doppie

140*sqrt (D) in pollici fa 328x che è appunto un ingrandimento indicato esclusivamente per l'osservazione delle stelle doppie e ammesso che vi sia buon seeing, non certo per il planetario.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 17:50 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
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Mah, sugli ingrandimenti per osservare i pianeti mi mantengo basso, però per quello che riguarda gli ingrandimenti che adopero per le stelle doppie debbo dire che supero di gran lunga quelli che sono stati indicati, utilizzando, quando serve, tranquillamente da 3x a 4x il diametro del telescopio in mm. Se non si arriva ad un ingrandimento di 4xD non si arriva al potere separatore dello strumento. Normalmente l'ingrandimento massimo per sdoppiare una stella si calcola con:
M=480/d
dove 480 è il numero di secondi d'arco per un apparente separazione di 8 minuti d'arco
d è la separazione angolare della stella doppia in secondi d'arco
E' vero che con una ottima vista si può diminuire un poco, perchè 480 viene dalla considerazione che la più stretta separazione che l'occhio può distinguere è 4 minuti (240 secondi) d'arco e quindi si usa il doppio di questo valore come fattore precauzionale e per compensare una leggera differenza di magnitudine. Se la differenza di magnitudine è oltre 5 si deve andare a separazioni molto maggiori.
Ad esempio col mio Meade 10" per arrivare a separare stelle con separazione di circa 0,5" ho utilizzato oltre 700 ingrandimenti, ed anche 1000.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 20:04 
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Iscritto il: martedì 27 agosto 2013, 17:56
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Località: Mediolanum
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
dedo ha scritto:
Il fatto è che il potere risolvente minimo può trovare, credo, una sua rigorosa formula matematica che abbia validità assoluta.

sfortunatamente no, dedo, a meno di non definire l'ambito in cui vuoi ricavare questa formula, e l'unico in cui si può arrivare a un certo consenso è naturalmente quello delle stelle doppie. Assumendo per il potere risolutivo dell'occhio i canonici 60" (qualcuno "risolve" di meno, qualcuno di più) si arriva all'ingrandimento risolvente pari al raggio dell'obiettivo in millimetri. Questo è l'ingrandimento che permette di percepire l'immagine di diffrazione ma non di osservarne i dettagli, però, per la qual cosa occorre impiegare un ingrandimento da 3 a 5 volte maggiore.

Se provi a determinare il potere separatore del tuo occhio puoi ottenere un valore più attendibile dell'ingrandimento risolvente.

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Raf


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 20:29 
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Grazie Raf, pensavo che fosse possibile giungere ad un risultato più rigoroso almeno sul minimo togliendo o riducendo al minimo i fattori esterni che incidono su quelli più alti.
In effetti pensandoci è perfettamente logico: l'ingrandimento minimo che permetta di percepire la figura di diffrazione!

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 18 ottobre 2016, 21:30 
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Come ha detto Raf, per gli ingrandimenti non si può prescindere dall'occhio dell'osservatore, qundi si puo trovare un valore medio, calcolato un base all'acuità visiva media di un occhio umano, ma non si può andare oltre questo.

Ho aggiornato il grafico aggiungendo anche la formula [140D] (in pollici) che è diventata [27,8D] (in mm).


Allegati:
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Ingrandimenti telescopi bis.jpg [ 306.17 KiB | Osservato 2847 volte ]

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: mercoledì 19 ottobre 2016, 5:30 
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Grazie Angelo, molto chiaro :thumbup:

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 20 ottobre 2016, 21:03 
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Ho convertito le formule in maniera che siano direttamente confrontabili, quindi con D in mm e con D in cm.
Allegato:
Ingrandimenti telescopi formule.jpg
Ingrandimenti telescopi formule.jpg [ 97.14 KiB | Osservato 2804 volte ]

In questa maniera si capisce subito ad esempio, che le formule Argentieri e quella tratta dal Sidgwick come ingrandimento ottimale e massimo, sono una formulazione (forse piu realistica nell'uso pratico) sulla falsariga del "D" e del "2D" (roll-off), le quali sobno troppo "lineari", tutti sappiamo che piu aumenta il diametro piu queste sono limitate piu dal seeing che dalla diffrazione.
Mentre la formula anonima (il vero oggetto di questo 3D), sembra proprio la giusta via di mezzo (anche come formulazione) tra le due del Ferreri, ipotizzo sia una sorta di tentativo di dare una formula unica valida per ogni schema ottico.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 20 ottobre 2016, 23:04 
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Angelo,grazie per l' ottima esposizione
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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 25 ottobre 2016, 11:53 
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Scusate l'OT
Raf584 ha scritto:
Angelo Cutolo ha scritto:
puoi indicarmi il testo da cui hai preso quel passo?

è il celebre Lunettes et telescopes, di Danjon e Couder, un testo bellissimo e secondo me irrinunciabile se si ha qualche interesse per l'ottica astronomica (è lì che ho trovato il dinàmetro di Ramsden :wink: ). Ne trovi diverse copie su Abebooks.

Libro arrivato, copia in perfette condizioni (edizione del '79), letto l'indice e la prefazione e sembra veramente molto molto interessante, grazie per la dritta Raf.
Insieme a questo sono arrivati anche l'Atlante delle costellazioni Zanichelli (Slawik & Reichert), atlante fotografico con immagini a grandissimo campo delle varie costellazioni in stile Akira Fujii ed il Manuale pratico di astronomia sempre Zanichelli (da regalare al cuginetto).

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