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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 11:19 
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La spiegazione che ho trovato è che un'ottica con uno strehl ratio di 0.80 riesce a concentrare una certa quantità di luce (76% ? ora non lo trovo passamelo, se fosse 84 non cambierebbe nulla) all'interno del disco di Airy, quantità che è quella fino alla quale l'occhio umano riesce a discernere una differenza.
Se questo è vero naturalmente, in condizioni perfette tali che non vi siano altri errori, non puoi distinguere un aimmagine generata da un'ottica corretta a 0.80 da quella generata da un sistema a 0.95. Ovviamente puoi ancora avvertire le differenze nella figura di diffrazione ma teoricamente non nell'immagine.
Naturalmente le condizioni non sono mai perfette e, con un errore introdotto dal seeing pari a 0.85, il sistema a 0.95 ancora riesce a concentrare tale quantità di luce nel disco di Airy, quantità che teoricamente l'occhio non dovrebbe distinguere dal 100% Mentre l'altro è al di sotto di quel valore e l'occhio percepisce la differenza.
Se riduci l'errore del seeing portandolo ad 1 entrambi i telescopi concentreranno una quantità di luce pari a quella per cui l'occhio non vede tale differenza (strehl ratio 0.80) sull'immagine finale, differenza che sarà invece comunque e tanto meglio percepibile allo star test.

Non si tratta di ostinarsi a dire che non vedo scendere la differenza di distanza al peggiorare delle condizioni, quello è sempre stato evidente sin dalle prime righe del primo link che ti ho postato a pagina 7 mi pare. E' semplicemente che una volta che raggiungi il 76?% di luce nel disco di airy ossia uno strehl ratio da 0.80 in su quelle differenze, pur maggiori, non le vedi.

In tutto ciò non sono state considerate tutte le componenti del seeing, per questo chiedevo se fosse stato possibile anche una conversione in termini di secondo d'arco.

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Rifrattore TEC140 APO su T-REX e treppiede Zeiss / EQ6-R
Zeiss Silvarem 6x30, Konus Japan 10x42, Fujinon 16x70
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ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 11:51 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
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Il problema e' che, se ti fissi su questo 0.8 (che e' un numero per certi versi arbitrario), non capisci che se non vedi la differenza fra 0.95 e 0.80 non la vedi neanche fra 0.80 e 0.65. Questioni quantistiche a parte, il mondo funziona in maniera continua, non c'e' nessuno scalino magico a 0.8.

Grazie Angelo per le formule: questo topic, nonostante tutto, pur deragliando un po' dal tema originale, mi ha dato l'occasione di approfondire diversi argomenti interessanti.

dedo ha scritto:
Non si tratta di ostinarsi a dire che non vedo scendere la differenza di distanza al peggiorare delle condizioni, quello è sempre stato evidente sin dalle prime righe del primo link che ti ho postato a pagina 7 mi pare.

Scusa, forse fraintendo quello che scrivi: mi stai dicendo che da gia' a pag 7 ti eri convinto che un telescopio supercorretto, in condizioni di seeing sfavorevole, vede appiattirsi il suo vantaggio rispetto al ciofescopio? Non lo avevo capito!

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:06 
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Non sono fissato su 0.80, ti ho chiesto perché è stato fissato quel limite a 0.80 per definire un sistema come diffraction limited e la risposta che trovo è perché è il limite entro il quale l'ottica riesce a concentrare nel disco di Airy la quantità minima di luce per la quale l'immagine che si forma risulta indistinguibile per l'occhio da una prodotta da un sistema capace di concentrare sempre nel disco di Airy il 100% della luce, in condizioni perfette.

Quindi, se sei in quelle condizioni non puoi distinguere una immagine generata da un sistema con sr0.95 da quelle generate da un sistema a 0.80 perché entrambi concentreranno nel disco di Airy la quantità di luce minima necessara a rendere l'immagine indistinguibile all'occhio da quella formata da un sistema capace di concentrarvene il 100%.

Ora l'ottica è solo parte del sistema. La parte fissa. La correzione è data dalla sua lavorazione e basta.
Sono le condizioni esterne che intervengono ad abbassarla. E quando la abbassano tu ti trovi con due diversi sistemi uno dei quali, essendo ancora al di sopra dello 0.80, continuerà a trasmettere una immagine composta da tante figure di diffrazione tali che la luce concentrata nel disco di Airy sia indistinguibile da quella di un sistema perfetto. Ed un altro sistema che invece non lo farà più. A questo puto vedi la differenza anche nell'immagine finale e non più solamente allo star test, nel quale invece puoi sempre vedere le aberrazioni della figura di diffrazione di una sorgente puntiforme.

E queste sono le condizioni reali che sperimentiamo ogni giorno.
Non mi sembra ci sia bisogno della matematica per questo.

Non ritengo infine che il topic sia deragliato. Ho più volte detto che ciò spiega a mio avviso il perchè le formule di Ferreri siano più attinenti alla realtà osservativa.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:09 
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andreaconsole ha scritto:
...non capisci che se non vedi la differenza fra 0.95 e 0.80 non la vedi neanche fra 0.80 e 0.65.

Repetita juvant, soprattutto se ti ostini a non leggere.
Inoltre, ti rendi conto che un seeing "assimilabile" ad un errore di lambda/13 porta qualunque telescopio sotto il magico 0.8?
Gia' con un seeing assimilabile a lamba/13, il tuo telescopio non apparira' piu' "diffraction limited" secondo la definizione opinabile legata allo 0.8, ma anzi sembrera' meno "migliore" di un qualunque altro ciofescopio di quanto non sembrasse in condizioni ideali. E questi sono i numeri. Di cosa stiamo discutendo?

E poi:
andreaconsole ha scritto:
dedo ha scritto:
Non si tratta di ostinarsi a dire che non vedo scendere la differenza di distanza al peggiorare delle condizioni, quello è sempre stato evidente sin dalle prime righe del primo link che ti ho postato a pagina 7 mi pare.

Scusa, forse fraintendo quello che scrivi: mi stai dicendo che da gia' a pag 7 ti eri convinto che un telescopio supercorretto, in condizioni di seeing sfavorevole, vede appiattirsi il suo vantaggio rispetto al ciofescopio? Non lo avevo capito!

Visto che stavo partecipando a questa discussione solo per chiarire questo concetto, che mi sembrava non convincerti, mi piacerebbe assicurarmi che fosse cosi'.
Al riguardo, dunque, perche' dovrei continuare a prendermi la briga di leggere e capire i tuoi post se tu non fai altrettanto?

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Ultima modifica di andreaconsole il giovedì 13 ottobre 2016, 12:42, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:23 
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dedo ha scritto:
Non sono fissato su 0.80, ti ho chiesto perché è stato fissato quel limite a 0.80 per definire un sistema come diffraction limited e la risposta che trovo è perché è il limite entro il quale l'ottica riesce a concentrare nel disco di Airy la quantità minima di luce per la quale l'immagine che si forma risulta indistinguibile per l'occhio da una prodotta da un sistema capace di concentrare sempre nel disco di Airy il 100% della luce, in condizioni perfette.

Quindi, se sei in quelle condizioni non puoi distinguere una immagine generata da un sistema con sr0.95 da quelle generate da un sistema a 0.80 perché entrambi concentreranno nel disco di Airy la quantità di luce minima necessara a rendere l'immagine indistinguibile all'occhio da quella formata da un sistema capace di concentrarvene il 100%.

Ora l'ottica è solo parte del sistema. La parte fissa. La correzione è data dalla sua lavorazione e basta.
Sono le condizioni esterne che intervengono ad abbassarla. E quando la abbassano tu ti trovi con due diversi sistemi uno dei quali, essendo ancora al di sopra dello 0.80, continuerà a trasmettere una immagine composta da tante figure di diffrazione tali che la luce concentrata nel disco di Airy sia indistinguibile da quella di un sistema perfetto. Ed un altro sistema che invece non lo farà più. A questo puto vedi la differenza anche nell'immagine finale e non più solamente allo star test, nel quale invece puoi sempre vedere le aberrazioni della figura di diffrazione di una sorgente puntiforme.

E queste sono le condizioni reali che sperimentiamo ogni giorno.
Non mi sembra ci sia bisogno della matematica per questo.

Non ritengo infine che il topic sia deragliato. Ho più volte detto che ciò spiega a mio avviso il perchè le formule di Ferreri siano più attinenti alla realtà osservativa.


Mo se tu mi vuoi dire che questo non è vero attendo la prossima definizione di diffraction limited

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:24 
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La definizione di "diffraction limited" nel senso letterale del termine e' una e una sola, come ripeto da n pagine: SR=1
Attendo ancora che su sia cosi' cortese da rispondere alle mie deduzioni puntualmente, come ho fatto finora io.

PS: che le formule di Ferreri siano piu' aderenti alla realta' non me ne stupisco (per quanto sia molto dubbioso sulla loro effettiva utilita'). Sia perche' sono empiriche (e tengono quindi conto, al netto di eventuali bias dell'osservatore, di una pletora di fenomeni che non e' facile modellizzare accuratamente), sia perche' e' noto e facilmente dimostrabile che l'ostruzione e' un fattore limitante in hires, a parita' di diametro, ovviamente.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:47 
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Scusa andrea, ma mi sembra di averti sempre puntualmente risposto come pure di aver ammesso i miei errori non appena evidenziati, e se qualcosa mi fosse anckra sfuggita riproponimela, altrimenti non gikva a nessuno.

Purtroppo sr=1 nun se pò.. rimane il fatto che il limite è stato fissato a 0.80.
Ti ho chiesto perché e mi hai detto di approfondire.
La spiegazione che ho trovato è quella. Cosa c'è che non va in tale spiegazione?

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 12:58 
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dedo ha scritto:
mi sembra di averti sempre puntualmente risposto

Mi autoquoto per la seconda volta, vediamo se ce la facciamo...
andreaconsole ha scritto:
dedo ha scritto:
Non si tratta di ostinarsi a dire che non vedo scendere la differenza di distanza al peggiorare delle condizioni, quello è sempre stato evidente sin dalle prime righe del primo link che ti ho postato a pagina 7 mi pare.

Scusa, forse fraintendo quello che scrivi: mi stai dicendo che da gia' a pag 7 ti eri convinto che un telescopio supercorretto, in condizioni di seeing sfavorevole, vede appiattirsi il suo vantaggio rispetto al ciofescopio? Non lo avevo capito!



Ora veniamo a noi:
dedo ha scritto:
La spiegazione che ho trovato è quella. Cosa c'è che non va in tale spiegazione?

La spiegazione e' ottima, e non e' nulla di diverso da quanto mi aspettassi: e' una convenzione che nasce da valutazione opinabile basata sulla fisiologia umana. Non e' sbagliata, a parte il nome assolutamente misleading, ma rimane una convenzione. Per te puo' essere 0.8, per me 0.6, per un altro 0.99. La sostanza e' che quel "diffraction limited" e' un etichetta per i produttori e null'altro. 0.8 non ha nessuna proprieta' particolare rispetto ad un altro numero. E questo era chiarito anche nel testo inglese che hai riportato (tra l'altro, la metodologia di misura del SR influisce molto sul risultato. Non mi stupirei se i numeri eclatanti ai quali siamo abituati siano un po' gonfiati).
Mi piacerebbe che tu fossi convinto di questo: essere un pelo sopra o un pelo sotto questo numero, non rende magicamente un telescopio perfetto. E che i confronti operativi si fanno fra quello che vedi nei due telescopi e quindi tra le loro SR relative (in questo caso nelle condizioni di osservazione, quindi comprendendo anche il seeing), e non in base a quanto il loro SR sia lontano da una soglia arbitraria. E poi mi piacerebbe sapere che obiezioni hai a questo ragionamento (e quindi mi tocca autoquotarmi di nuovo):
andreaconsole ha scritto:
andreaconsole ha scritto:
...non capisci che se non vedi la differenza fra 0.95 e 0.80 non la vedi neanche fra 0.80 e 0.65.

Ti rendi conto che un seeing "assimilabile" ad un errore di lambda/13 porta qualunque telescopio sotto il magico 0.8?
Gia' con un seeing assimilabile a lamba/13, il tuo telescopio non apparira' piu' "diffraction limited" secondo la definizione opinabile legata allo 0.8, ma anzi sembrera' meno "migliore" di un qualunque altro ciofescopio di quanto non sembrasse in condizioni ideali. E questi sono i numeri. Di cosa stiamo discutendo?


Infine, giusto per farvi due risate sull'importanza dello SR, http://scitechstory.com/2010/06/24/new- ... w-visions/
pagheresti 120M$ per un telescopio con SR 0.6-0.8? :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
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andreaconsole ha scritto:
andreaconsole ha scritto:
Inoltre, ti rendi conto che un seeing "assimilabile" ad unfinchè uno dei duere di lambda/13 porta qualunque telescopio sotto il magico 0.8?
Gia' con un seeing assimilabile a lamba/13, il tuo telescopio non apparira' piu' "diffraction limited" secondo la definizione opinabile legata allo 0.8, ma anzi sembrera' meno "migliore" di un qualunque altro ciofescopio di quanto non sembrasse in condizioni ideali. E questi sono i numeri. Di cosa stiamo discutendo?


Ho fatto riferimento al tuo foglio excel per i numeri, dove con l'errore riportato su quel foglio un tubo da 0.95 è ancora dentro quell'opinabile 0.80 mentre l'altro no.

andreaconsole ha scritto:
E poi:
andreaconsole ha scritto:
dedo ha scritto:
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Al riguardo, dunque, perche' dovrei continuare a prendermi la briga di leggere e capire i tuoi post se tu non fai altrettanto?


Ho compreso benissimo, sto dicendo un'altra cosa. Sto dicendo che sotto un seeing perfetto le differenze non le vedi, sotto un seeing meno che ottimale si. Più il seeing peggiora e più tali differenze spariscono finchè entrambi non daranno una immagine completamente illegibile

Per le obiezioni: se è stato posto 0.80, ed anche qui sono diverse pagine che ho detto che può variare da individuo ad individuo, non mi sembra verosimile che possa spaziare da 0.70 ad 1. 0.80 rappresenterà certamente un limite minore il limite massimo non lo conosce nessuno credo ma quante persone potranno mai arrivare a .95? Credo sia stato preso un limite medio e abbastanza realistico.
Fatto sta che con sr [seeing] =1 secondo quella spiegazione, sial il limite 0.8 o 0.99 le differenze sull'immagine non le vedi tra due tubi di uguale diametro ma di differente qualità entrambi compresi in quella forchetta tra il limite e 1.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: giovedì 13 ottobre 2016, 13:17 
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Scusa sono col cell ed ho sbagliato i quote

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