bardix ha scritto:
Mah, caro Andrea, mi sa che esista anche lo "psycho limited", quando uno riesce a tirare un sessantino ad un numero di ingrandimenti superiore a quella del migliore microscopio ...

Questo è fuor di dubbio! Tuttavia mi sembra palese che formula valga per un sistema comprensivo del seeing e non sia valida per il solo telescopio in sé, e spiega anche perché nella pratica si riscontri spesso che le due formule del Ferreri siano più aderenti alla realtà che non la singola formula per entrambi gli schemi.
andreaconsole ha scritto:
Per definizione, un'ottica diffraction limited consente di raggiungere, al netto dei problemi "esterni", la risoluzione massima teorica per il suo diametro (e schema ottico). Ovviamente, maggiore e' il diametro e quindi la risoluzione ottenibile, piu' difficile sara' sia raggiungere la correzione richiesta sia trovarsi in condizioni idonee. In ogni caso, in condizioni perfette, un'ottica "diffraction limited" non puo' mai risolvere meno dettagli di un'altra di pari diametro e configurazione, a meno che quel "diffraction limited" non sia una indicazione commerciale appiccicata come ormai si fa con il termine "apocromatico".
Sono assolutamente daccordo
andreaconsole ha scritto:
in condizioni reali, a parita' di seeing, se uno strumento, sempre a parita' di diametro, performa meglio di un "diffraction limited", vuol dire che il "diffraction limited" necessita di una messa a punto, ma proprio per definizione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Diffracti ... lution.svgIn condizioni reali non sei anche in condizioni perfette. In uno strumento diffraction limited l'errore introdotto dal seeing lo porta di fatto al di sotto del limite di diffrazione.
Definire un'ottica come diffraction limited solamente in condizioni perfette è un bel giochetto.