Se cerchi per il web "ingrandimento di roll-off" è spiegato abbastanza bene dal punto di vista fisico-ottico e biologico il perché del (mediamente) "
I = 2D" da punto di vista del pacchetto occhio-strumento, dico mediamente perché si riferisce a strumenti "diffraction limited" ed a occhi "normodotati"; andare oltre il 2D serve quindi solo a chi ha una vista men che perfetta (come me ad esempio), oppure per rendere il dettaglio piu comodo da osservare (2D infatti è il limite inferiore), ovviamente il tutto in condizioni eccellenti (o perfette), infatti se le condizioni al contorno non sono ottimali (IL, seeing, trasparenza, turbolenze locali, acclimatamento e collimazione strumento, ecc) il limite del 2D ovviamente non potrebbe essere raggiunto.
bardix ha scritto:
Di sette curve che hai tracciato, l'unica di cui non conosco la formula è quella che hai chiamato "ingrandimanto ottimale (Argentieri)": potresti esplicitarla, giusto per curiosità di "accademia" ?
Iopt = 13,8 • RADQ[D] con D in mm.
Anche questa è una formula empirica, presente sul libro
"Ottica industriale" di Domenico Argentieri, ed. Ulrico Hoepli 1954 2ª ed, l'autore la definisce come la migliore approssimazione (ovviamente a suo giudizio, n.d.s.) relativamente ai vari strumenti da lui provati (da 4 cm fino a 82 cm) in visuale riguardo all'ingrandimento ottimale (non quello massimo), come vedi da grafico infatti questa si pone nel range di ingrandimenti della regola
I = D (in mm) ovvero della P.U. di 1 mm, considerato normalmente il miglior compromesso tra luminosità, resa dell'occhio e comodità.