xenomorfo ha scritto:
franciskhan ha scritto:
Ma la mia domanda è più semplice:
quanto è in secondi d'arco il minimo visibile in un rifrattore APO da 152mm nel caso di un dettaglio filiforme isolato su sfondo contrastato e nel caso dello stesso dettaglio a distanza 10 volte il suo spessore da un bordo scuro?
Nel caso del potere risolutivo sappiamo che esso varia tra 0,8 e 0,5 secondi di separazione di due punti sufficientemente contrastati, contro i 60" medi dell'occhio. Il minimo visibile dell'occhio può arrivare ad essere di 3"-1" di un dettaglio filiforme isolato e magari raddoppiare o più se associato ad un bordo vicino.....invece quello di un APO 152? Qualcuno lo sa dire?
Più indietro avevo indicato un ragionamento di David Knisley che trattava proprio questo. In estrema sintesi immabgin Saturno in negativo: la Encke è un filino luminoso di 0.05" e il bordo del cielo un semipiano luminoso distante 0.5" dalla Encke.
Ecco, sono come una stella doppia con la primaria luminosissima e la secondaria la Encke evanescente. Inoltre sono come una stella doppia con le due stelle allungate in direzione ortogonale alla separazione. Per questo motivo non puoi giudicare alcun allungamento e l'unico modo per decidere se è doppia è quello di vedere un minimo di luce fra le due. Il criterio di Rayleigh ti dice quando ci sono le condizioni di minimo per due stelle di uguale magnitudine: è 0.8" (questo se fossero di uguale intensità). Knisley poi spiega che il realtà serve anche di più.
Risultato non c'è alcun minimo di luce che separa il negativo di Encke dal Negativo del cielo. Non si vede. Punto. Basta. Questo coincide con i profili fotometrici calcolati da me e andreaconsole chissà quante pagine indietro.
Knisley stima l'apertura minima per "risolvere" la stella doppia in 13", ma in condizioni del tutto ideali. Quindi credo che ce ne vogliano ben di più.
?
Hai fatto un "ragionamento" appunto, ripreso da altri, che ha un fondamento ma puramente qualitativo assimilando la visibilità della Encke ad una difficilissima doppia sbilanciata... cosa comunque discutibile, torniamo infatti ad un concetto di risoluzione e non di minimo visibile... infatti noto che di nuovo non hai risposto al semplice quesito quantitativo che ti ho posto e che solo potrebbe escludere in modo definitivo la visibilità della Encke con un APO 152... Eppure dell'occhio siamo in grado di stabilire sia il potere risolutivo sia il valore di minimo visibile.... con un telescopio no?...
Noto anche che non hai dato risposte sul quesito posto sulla presunta illusione ottica...
xenomorfo ha scritto:
franciskhan ha scritto:
... liquidare semplicisticamente come illusioni ottiche....
Ecco una illusione ottica che riproduce il minimo di Encke. Se misurate con attenzione le barre verticali di destra hanno intensità costante al centro... che però sembra più "grigio". Guardare con un occhio solo l'immagine a scala intera.
Già così mi pare che non sia facile giudicare. L'impressione è di qualche cosa di "incerto": e certo che è incerto: il sistema visivo non riesce a decidere e ci comunica a questo con una percezione "incerta". Vuoi vedere che Knisley ci ha preso. Vuoi vedere che Keeler non ha visto il minimo perché aveva abbastanza apertura da non avere l'effetto illusorio..
PS le barre a sinistra non hanno l'illusione per un motivo che è chiaro se si tracciano i profili.
Solo chi ha detto di aver osservato una banda o linea nel l'anello A (verso il bordo e non al centro) può dire se effettivamente era assimilabile a quell'evanescente vedo non vedo dell'immagine postata. Resterebbe comunque il quesito del perché questo effetto ottico non si manifesti sempre o molto frequentemente nell'osservazione dell'anello A...
"Vuoi vedere che Knisley ci ha preso" ... Mica vorrai quindi dire che ha tirato a indovinare?..
